CONSIGLIO PAT * AULA: «INIZIATA LA DISCUSSIONE GENERALE SULLA MANOVRA FINANZIARIA 2025-2027»

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15.53 – mercoledì 11 dicembre 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Iniziata la discussione generale sulla manovra finanziaria.  Dopo l’illustrazione di ieri da parte del presidente Fugatti (qui la notizia), è iniziato questa mattina in Consiglio provinciale a Trento, l’esame dei disegni di legge 45 (collegata), 46 (stabilità) e 47 (bilancio di previsione) firmati dalla Giunta che compongono la manovra finanziaria della Provincia 2025-2027. Un appuntamento che di consuetudine impegna l’ultima sessione di lavori d’Aula dell’anno. Nel corso della mattinata sono intervenuti i consiglieri Angeli, Valduga, Demagri, Coppola e Degasperi. Seguirà una nota sui lavori del pomeriggio (in corso).

 

Angeli (Lista Fugatti): manovra, investimento strategico per il futuro

Eleonora Angeli ha aperto il suo intervento ricordando che il Trentino è una terra che nella sua storia ha conosciuto la povertà, poi lo sviluppo industriale, l’imprenditoria, la crescita economica, l’apertura ai flussi turistici e il benessere per divenire oggi un modello di qualità della vita. Per mantenere tutto quello che negli ultimi ottant’anni si è costruito, ha detto, è necessario tenere il piede sull’acceleratore. Per Angeli la manovra rappresenta un tassello essenziale nell’ampio disegno di investimento economico e di policy della Giunta. La consigliera ha proposto un riferimento al quadro economico generale, che, ha ricordato, vede dal 2018 la crescita del Pil superiore rispetto a quella nazionale, ha citato anche l’inflazione e la tempestiva attivazione nelle relazioni con i sindacati sull’attualizzazione dei salari, il rinnovo dei contratti collettivi per il triennio 2025-2027 e per la conclusione del periodo 2022-2024 e il rinnovo contrattuale previsto dall’assestamento di bilancio 2024. Un importante segnale di impegno per Angeli, un’assunzione di responsabilità dell’amministrazione verso i propri dipendenti che prosegue oggi. Entrando nel merito della finanziaria, Angeli ha parlato della persona come elemento essenziale della comunità. Ha trattato dell’innovazione che, ha detto, non si trova soltanto nelle Ict e nelle imprese digitali, ma che risiede anche nella possibilità di sviluppare nuovi strumenti da impiegare nelle politiche pubbliche (il riferimento è stato alla possibilità di usare strumenti digitali per rispondere più efficacemente alla popolazione).

L’esempio di possibile applicazione che ha portato è quello della prevenzione e della lotta alla violenza sulle donne, dell’utilizzo per la raccolta delle prove degli abusi o per contrastare l’isolamento delle vittime. In questo senso ha anticipato un proprio emendamento volto a destinare maggiori fondi alla prevenzione alla violenza sulle donne. Angeli ha trattato quindi dell’Università di Trento, una risorsa di cui essere orgogliosi e su cui continuare ad investire. La trasformazione che vedrà Apss divenire l’Azienda sanitaria universitaria integrata del Trentino: è strategica per la messa a regime della scuola di medicina e chirurgia. La consigliera ha citato le 62 posizioni accademiche per cui è previsto un finanziamento di 11 milioni e affermato che tali investimenti si integrano nel progetto di ampliare e migliorare l’offerta sanitaria trentina con la costruzione del nuovo Polo ospedaliero universitario del Trentino e del nuovo Polo universitario della formazione e della ricerca sanitaria. Sulle politiche familiari Angeli ha detto di ritenere che la riattivazione dei contributi per l’acquisto della prima casa sia una risposta concreta al crescente bisogno abitativo della cosiddetta fascia grigia della popolazione.

Un sostegno strutturato grazie al quale gli under 40 e le famiglie numerose potranno beneficiare fino a 30.000 euro di contributo provinciale, contribuendo a dare risposta ad un bisogno oggi più impellente che mai. Ha parlato poi dei contributi per la ristrutturazione nei centri storici, di Itea (resta centrale, con la previsione del blocco degli sfratti e la valorizzazione del patrimonio immobiliare), della revisione dell’Irpef, dell’assegno di natalità, dei congedi parentali e del miglioramento dell’assegno unico. Ha parlato dell’essenzialità delle politiche di sostegno alla natalità. La consigliera ha quindi ricordato come il rapporto con il credito si sia profondamente trasformato rispetto al passato e ha rivolto alle banche di credito cooperativo un appello a uno sforzo ulteriore affinché la persona, la sua onestà e la capacità di fare impresa tornino il parametro centrale nell’accesso al credito. Si è detta felice di vedere inoltre un rinnovato sostegno in materia di interventi a favore dell’economia, attraverso contributi e i bandi qualità, ma ha ricordato che la domanda di finanziamenti è rimasta bassa a causa degli alti costi di indebitamento e che lo sono anche i prestiti a favore delle famiglie consumatrici: una situazione di difficoltà da cui non ci si può esimere dal cercare soluzioni di sostegno.

Una difficoltà che, ha detto, riguarda anche le giovani coppie, assieme all’inflazione, i costi del settore immobiliare, il problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro e la questione salariale. Le risorse destinate agli investimenti con questa manovra sono significative, ha proseguito Angeli, il finanziamento di opere pubbliche e la promozione di incentivi agli investimenti privati in favore delle aziende del territorio è sicuramente decisivo per mantenere alta la competitività dei servizi; i 35 milioni stanziati per la messa a terra di interventi a sostegno delle imprese sono volti al miglioramento della competitività sui mercati. La consigliera si è detta particolarmente soddisfatta della particolare attenzione rivolta allo sport e ha anticipato un proprio ordine del giorno relativo alla progettazione e costruzione di un Trentino Cycling Park a Trento.

Per Angeli anche il tema della prevenzione è attenzionato a dovere nella manovra, ma non va dimenticato l’onere di far fronte all’acutizzarsi di problematiche già presenti nella società come i disturbi dello spettro autistico (negli ultimi anni, ha detto, si è registrato un aumento significativo delle diagnosi, da 31 nuovi casi nel 2012 a 60 nel 2022). Fondamentale per la consigliera è supportare le famiglie che spesso segnalano difficoltà di orientamento tra i servizi disponibili: in questo senso ha anticipato un proprio ordine del giorno per l’istituzione di uno sportello informativo e una campagna di sensibilizzazione. Ancora, Angeli ha ricordato la necessità di un’attenzione alle sfide di domani, ma anche al presente, che richiede una gestione attenta e lungimirante: è necessario, ha affermato, adottare un approccio amministrativo pubblico che consenta di progredire immediatamente, fondamentale ripensare il concetto stesso di amministrazione pubblica, ponendo al centro il presente come punto di partenza.

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Ha parlato in questo senso di un travaso delle competenze come la necessità di coinvolgere figure professionali diverse nella pianificazione pubblica. Angeli si è detta molto soddisfatta della previsione di flessibilizzare le dotazioni dell’ufficio di Bruxelles della Provincia e ha ricordato il proprio ordine del giorno presentato in questo senso. Infine un accenno al welfare che, ha dichiarato, è fondamentale veda attivate politiche che consentano agli anziani di assumere un ruolo attivo, favorendo condizioni di mutuo aiuto. Ha in conclusione descritto la manovra come non solo un tassello essenziale per il progresso del territorio, ma anche come un atto di responsabilità verso il futuro del Trentino e dei suoi cittadini. Le scelte adottate in questa manovra, ha concluso, non rappresentano semplicemente una risposta a necessità contingenti, ma costituiscono un investimento strategico per il futuro del Trentino.

 

Valduga (Campobase): manovra, è assestamento dell’assestamento

Francesco Valduga ha sottolineato alcune discrepanze nella relazione del presidente Fugatti: ha citato inizialmente la definizione di autonomia, contenuta nelle prime pagine, come promessa di inclusione, equità e solidarietà sociale, un messaggio per Valduga condivisibile ed emozionante, ma la sensazione, ha detto, è che strida un po’ con la storia politica della maggioranza. Ha citato le imprese sportive: si è i primi a gioire per i successi di Battocletti e Crippa, ma la sensazione è che si voglia mettere dei cappelli sulle attività positive. Il consigliere ha parlato di due storie che parlano di multietnicità e che stridono con le dichiarazioni passate del presidente. Discrepanze dal punto di vista valoriale tra l’enunciato e l’azione politica, ha affermato Valduga, che cominciano a essere insopportabili. Come il racconto di un Trentino che dal 2018 diventa il Paese del Bengodi e che tra il 2008 e il 2018 ha visto il tempo del disgoverno e della crisi.

Il consigliere ha chiesto poi quali sono le opere realizzate in questi anni con una dimensione tale da mettere in moto la nostra economia. Tante piccole opere in un circuito di economia locale possono essere utili, ha concesso, ma qui si parla di investimenti importanti che in maniera inequivocabile avrebbero trascinato il Pil: come si può non vedere la discrepanza? La narrazione in questo tempo supera sempre la realtà, ha aggiunto, sembra che ciò che conti sia continuare a infarcire la popolazione di annunci positivi. L’effetto placebo può avere senso, ha proseguito, ma è giusto non ingannare i pazienti. Qui invece un grande placebo viene somministrato quotidianamente dal governo provinciale. Ha citato, tra gli esempi, quello dell’area San Vincenzo dove per il consigliere la narrazione diventa spudoratezza: parlando dello stadio si dice che è un’opportunità che si inserisce nella cornice della sistemazione dell’area San Vincenzo, ha dichiarato Valduga, sembra ardito parlare di “sistemazione”, si è visto una spianata che ha prodotto difficoltà economico-finanziarie. Il consigliere ha citato i problemi casa, salari, demografico, di attrattività del territorio: le soluzioni sono solo sempre quelle dei bonus quando bisognerebbe immaginare provvedimenti strutturali.

Chi ha votato la maggioranza, ha detto sempre Valduga, ha probabilmente cercato una continuità con la legislatura precedente, ma si assiste invece alla polverizzazione dei provvedimenti. Gli esempi: la Provincia deve mettere i Comuni nella condizione di fornire servizi, bisogna completare la riforma abbozzata; sulla casa non si può non parlare di una riforma dell’Itea che è assolutamente urgente; sulla salute oltre a un primo giro di ascolto si è avviata l’operazione auguri di Natale, si trasforma qualsiasi attività nell’occasione della pacca sulla spalla. L’assessore in commissione ha detto che si finanzieranno i pronto soccorsi, ha aggiunto Valduga, ma il sistema non può vedere nel pronto soccorso il suo front office. Sulla mobilità ha rilevato un silenzio assoluto in termini di risorse: si parla di intermodalità ma sono 7 anni che a Rovereto Trentino Trasporti è incaricato della costruzione della nuova stazione e dei parcheggi. Per Valduga lascia stupefatto lo spazio minimo riservato all’istruzione e alla cultura. Dal punto di vista politico, ha dichiarato il consigliere, la manovra ha il limite che è un coacervo di azioni puntuali senza la prospettiva di un trentino riformato, è un assestamento dell’assestamento.

 

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Demagri (Casa Autonomia): manovra un po’ ridicola. Molti i buchi

Paola Demagri ha ricordato come la manovra è stata concordata con alcune parti del Trentino senza ascoltare altre. Una manovra corposa con miliardi a disposizione del Trentino che a zampate sono stati allocati su quelli che sono definiti punti strategici: ne emerge un quadro di una provincia in salute dal punto di vista economico, con un orizzonte molto vicino, senza un obiettivo oltre i 5 anni, una rappresentazione geografica dove le valli non sono rappresentate e nemmeno alcune professioni. Nel quadro per Demagri mancano i trentini, le persone, perché sono pochi (l’indice demografico lo dice) e perché non sono stati considerati dalla finanziaria che parla di imprese.

La finanziaria è per la consigliera molto ricca di grandi e medie opere, ma non intese come progettuali, ma strutture e opere stradali. Ha citato le parole di Fugatti: ha dato una pennellata e tentato di disegnare una scuola e ospedali che non si vedono. Demagri ha rappresentato il proprio disagio nei confronti della relazione del presidente: sono presenti molti buchi sulle questioni casa, famiglia, donna e imprenditoria femminile, giovani, servizi di conciliazione, equità, manodopera, scuola, sanità. Una manovra un po’ ridicola, ha dichiarato: è ovvio che la politica deve offrire assieme al pacchetto di misure per il quotidiano qualcosa di più grande, obiettivi sì di breve e medio ma anche di lungo periodo. Non si può pensare che il futuro sia affidato a se stesso, ha aggiunto.

Per Demagri è necessario sulla questione demografica trovare un’azione programmatica. Parlando di affetti, monetizzare la decisione di una coppia di avere dei figli è per la consigliera un’azione che non aiuta la coppia, lo sono invece eventuali sostegni successivi, non la promozione. Ha quindi ricordato l’esempio dell’orologio con tre lancette (dei secondi, della politica; dei minuti, dell’economia e quella delle ore, della demografia e dell’ambiente): se la lancetta delle ore è così lenta c’è il tempo per proporre azioni che incidano su ciò che quella lancetta rappresenta. Si può cambiare rotta. Un altro buco: non si parla di immigrazione, sembra che il problema sia all’improvviso scomparso, e non guarda a sinistra perché gli imprenditori hanno detto che manca manodopera. Demagri ha parlato della necessità che l’immigrazione non sia clandestina, che abbia tutte le garanzie necessarie: senza di essa l’economia trentina rischia di fermarsi e quindi non si può ignorare questo tassello.

Non ci si aspetta dalla Giunta, ha precisato, che faccia due passi alla volta, ma almeno un tentativo. Si lamenta il calo della manodopera, ha aggiunto la consigliera, si sente dire che è necessario prendere infermieri oltreoceano: serve coerenza. Come si è cercato finora a risolvere il problema dell’occupazione in Trentino? ha chiesto poi. Ci si è concentrati sul piccolo spot, al punto che alcuni piccoli imprenditori del settore della zootecnia e del turismo sono arrabbiati perché fanno fatica a trovare personale da dedicare alle loro attività. La consigliera ha poi posto la questione dell’alloggio: per poter predisporre un’immigrazione che porti in Trentino persone che dedichino la loro vita professionale negli ambiti dove c’è carenza si deve permettere a queste persone la possibilità di trovare alloggi. Che è un problema anche per mettere su famiglia. Demagri ha sottolineato l’interconnessione degli ambiti e ha parlato di affitti improponibili per giovani e coppie. Bene le politiche per la natalità, si spera che abbiano successo, ha affermato, ma l’efficacia della monetizzazione sarà ritardata, tardiva. Casa e turismo: l’affitto di breve durata di alloggi diventa un grossissimo problema per le persone che abitano certe zone ed è un problema che va risolto. Demagri ha ricordato che è vero che dalle elezioni è passato un solo anno, ma che non si devono dimenticare i cinque della legislatura precedente: un anno in politica è un tempo velocissimo e l’economia non aspetta. Nella relazione per la consigliera manca uno sguardo coraggioso rispetto a una vera agenda riformatrice del Trentino.

Le riforme a volte non servono, è vero, magari rischiano di peggiorare alcune situazioni consolidate, ha aggiunto (citando l’esempio positivo del Progettone), ma si possono avere idee, bisogna declinare azioni. Nella relazione ha detto di non trovare una presa in carico delle urgenze per garantire al Trentino di continuare a essere locomotiva. Demagri ha detto di temere invece ci sia un accontentarsi, che manchi una risposta adeguata sulla crescita, dell’ammodernamento, una sottovalutazione delle questioni del lavoro. Si parla di innovazione, internazionalizzazione, ricerca, ma non è indicata una direzione. La fotografia c’è, ma il quadro è sbiadito come lo sono i dati. In commissione il presidente ha detto che il Pil è cresciuto dello 0,8% grazie alle opere pubbliche, ma l’assessore Spinelli in commissione ha smentito che il presidente ha detto questa cosa. Gli auditi hanno detto che internazionalizzazione, turismo e l’effetto edilizia durante il Covid ad aver spinto, di grande opera non ha parlato nessuno.

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Ancora: Demagri ha portato l’attenzione sulle attività di imprese per i giovani e per le donne, parola questa mai citata nella relazione come attenzione e opportunità all’imprenditoria femminile. Ha citato, tra gli obiettivi messi sullo sfondo, la scuola: non si lasci a un destino incerto. Sulla sanità: si sa che c’è una riforma in ballo. Demagri si è detta preoccupata: l’Università ingloberà l’Apss o viceversa? Servirebbe chiarezza, ha detto. Case di riposo: le persone non ci troveranno flotte di infermieri e Oss, il benefit vedrà un ritorno soprattutto per le strutture. Sulla prevenzione si è messo pochissimo, ha detto Demagri citando un emendamento in questo senso. Benvenga la questione sull’invalidità, ma bisognerebbe trovare un modo per ridurre i tempi di presa in carico. Tante altre sono le questioni non toccate dalla relazione per Demagri: perciò, ha detto, Ada si è posta in maniera corale e unita con delle proposte che vadano a colmare i buchi di cui si è parlato, con una continuità col pensiero politico che si porta avanti da parecchi anni. Nel rispetto che questa è la maggioranza che il popolo trentino ha deciso sia al governo, ma anche nel rispetto delle proposte perché rappresentano un’altra parte del trentino che ha il diritto di essere ascoltato.

 

Coppola (AVS): manovra che manca di respiro programmatico

Lucia Coppola ha rilevato l’assenza della Giunta in aula durante l’intervento di Demagri, quando i temi meriterebbero ascolto e reciprocità. La manovra arriva in un momento doloroso per guerre sanguinose, ha dichiarato poi la consigliera citando Gaza, Libano, Siria e Iran: scenari spaventosi che prefigurano un’idea di mondo che fa dell’uso della forza la sua linfa vitale. Ha ricordato l’appello del Papa per il cessate il fuoco, le popolazioni ridotte alla fame. A livello nazionale e internazionale il bilancio si situa in un tema di grande rilevanza come quello dei cambiamenti climatici, ha affermato, qualcosa da cui non si può prendere le distanze e che chiede tutto l’impegno anche a livello locale. Il cambiamento climatico è qui e ora, ha detto Coppola citando le frane anche in Trentino (ultima quella del monte di Mezzocorona) e gli esiti devastanti del maltempo in Emilia Romagna e nel Polesine. L’evento disastroso per Coppola ha messo in evidenza che l’azione virtuosa dell’uomo sulle montagne non sarebbe stata sufficiente a proteggere, che la natura non può essere costretta in percorsi non propri. Ha fatto in questo senso l’esempio della Valdastico.

Fortunatamente, ha aggiunto, forse almeno sulla diga del Vanoi la si pensa tutti allo stesso modo in questo Consiglio. Ancora: è il caso di intraprendere un cambiamento strutturale con le energie rinnovabili, incentivare il cambio degli stili di vita, puntare sulle ciclabili. Sulla tutela della montagna usata spesso in modo improprio, come luna park, e sui bacini per la neve artificiale, Coppola ha chiesto di avere l’onestà intellettuale per non spacciarli come incantevoli laghetti di montagna: sono fatti di plastica, sono ladri di acqua in zone carenti. Coppola ha esortato alla cura del territorio, a imparare dalla Svizzera. Ha esortato a lavorare alla convivenza con gli animali del territorio, sui corridoi faunistici, l’informazione, la dissuasione degli orsi ad avvicinarsi ai centri abitati, sull’evitare di posare mangiatoie, sul monitoraggio, creando zone off limits in presenza di orse con cuccioli. Coppola ha citato le indagini riportate di recente dalla stampa e parlato di una tragica connessione che si è instaurata tra politica e imprenditoria trentina. Ci si augura che il quadro tracciato così non sia, ha detto. Sulla manovra Coppola ha citato le misure per stimolare gli investimenti alle imprese: sullo sfondo però, ha dichiarato, restano molte criticità di cui il bilancio non si occupa. Tra queste ha ricordato come il femminile sfugge alla riflessione.

Ha ricordato l’importanza della formazione per evitare gli incidenti sul lavoro e sottolineato la tragicità del tema, con l’aumento del 17% degli infortuni nel 2024: si è a 13.981 infortuni sul lavoro, una statistica dolorosa che parla di 9 morti e si affianca ai dati italiani creando un quadro di una strage. Ha citato Calenzano: un anno nerissimo, non si può morire di lavoro, non ci si può non interrogare sui contratti, sulle tutele. Per Coppola la manovra manca di un respiro programmatico, si dimostra inadeguata rispetto a diverse esigenze che attraversano la vita delle famiglie, tra cui rimane su tutte pregnante quella della salute. Bisogna riportare quest’ultimo ambito a livelli di eccellenza, ha detto, servono politiche sanitarie indirizzate a chi, non disponendo di possibilità finanziarie medio-alte, non si cura più (il 6% della popolazione trentina). Ha parlato del personale in sanità, sotto pressione, sottoposto a burnout: bisogna prendersi cura di chi ci cura. Le Rsa: si vedono sempre più problematiche legate a demenze e Alzheimer, bisogna tenerne conto scongiurando lo scoraggiarsi e l’abbandono del personale. Le case di comunità? Possono mettere in campo risorse di vario genere mettendo a profitto le branche della medicina che possono essere affrontate localmente, intanto però rimane sul campo l’accorpamento di reparti a Rovereto e la diminuzione di posti letto a Trento e a Rovereto. Sulla casa: bisognerebbe penalizzare gli appartamenti sfitti. Sono apprezzabili per la consigliera alcune misure di attenzione per giovani e giovani coppie, si prevedono altri alloggi Itea, ma di fatto si rimanda di un altro anno.

Coppola ha ricordato gli alloggi sfitti di Itea. Ha parlato delle bollette pazze che fanno ricadere i costi sui cittadini. Ha ricordato i bei tempi saggi dell’equo canone: questa è equità sociale. Ancora su Itea ha indicato l’esperienza delle case Fanfani e la possibilità che ci sarebbe per gli inquilini di intervenire con piccole sistemazioni sugli appartamenti. Sugli sfratti ha ricordato l’esperienza di famiglie divise, contrastante con l’idea di rispetto della famiglia espressa dalla Giunta. Resta per Coppola un punto sospeso l’indicizzazione all’inflazione, intanto aumenta la forbice della povertà. Ha ricordato che i trentini non riescono più a risparmiare. Sulle costose strutture sportive ha stigmatizzato la socializzazione dei costi e la privatizzazione dei profitti citando l’impianto del Monte Bondone. Sull’inflazione ha detto la crescita degli oneri delle bollette: una situazione faticosa per troppe persone che in Alto Adige vede sostegni al reddito mirati.

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Le famiglie sono impoverite nonostante lavorino di più, le imprese cercano personale ma i livelli retributivi sono molto bassi. La redditività delle imprese alberghiere cresce, ma non i redditi di chi ci lavora. Mancano documenti di progettazione economica e si lavora per settori, ha aggiunto Coppola. Bisognerebbe per la consigliera valorizzare i settori più innovativi, mettere assieme quelli legati all’ambiente e alla qualità dell’ambiente, al turismo di qualità, all’agricoltura sempre più biologica e meno intensiva, sostenendo i settori più deboli. L’accoglienza: è importante non solo per i richiedenti asilo e i profughi per fame, ma anche per i positivi risvolti che ha e potrebbe avere per la provincia. Un tema però che Coppola ha rilevato essere completamente escluso dalla discussione politico finanziaria. La consigliera ha citato lo smantellamento dei corsi di lingua italiana; si è caricata Trento di persone senza possibilità, intanto la Provincia ha pensato di risolvere tutto con la proposta di aprire un Cpr anche in Trentino. Coppola ha concluso citando la poesia di Mahmoud Darwish “Pensa agli altri”.

 

Degasperi (Onda): tanti numeri che tentano di nascondere il vuoto politico

Filippo Degasperi ha parlato di una relazione del presidente con tanti numeri che tentano di nascondere il vuoto politico. Nessuno contesta i risultati macroeconomici, ha detto, anche se i numeri vanno contestualizzati e relativizzati. Se il Trentino cresce in maniera così mirabolante rispetto ai vicini ci si domanda dove finisce tutta questa ricchezza, ha proseguito il consigliere, citando i dati sulla povertà e sulle difficoltà delle famiglie che non riescono a risparmiare (record, ha sottolineato, come quelli delle famiglie che non sarebbero in grado di affrontare una spesa imprevista). La ricchezza finisce nella rendita immobiliare, fondiaria, nella speculazione immobiliare, ha detto. Ha ricordato che Fugatti cita Draghi, ma i ragionamenti andrebbero considerati nella loro interezza: la burocrazia andrebbe alleggerita, lasciare le attività mature e non mettere nella manovra soldi per le solite categorie. Sulla ricerca Degasperi ha citato il calo delle risorse disponibili dal 2017: un’evidente marcia indietro anche vista l’inflazione. Se si continua a investire sui settori maturi non si vedrà crescere la produttività, ha aggiunto. Degasperi ha citato il tema dei salari: è un punto dell’agenda Fugatti che ha contribuito la minoranza a inserire. Su ciò ha rilevato come si dica che la colpa è degli altri, ma si è verificato il livello salariale dei lavoratori che si sono sacrificati al risparmio? Ha citato la guardiania dell’Azienda sanitaria: un appalto fatto da questa Giunta.

Quando l’esecutivo si mette a fianco delle imprese verifica se non si mette al fianco di imprese che arrivano, anche dal Nordest, in Trentino per tagliare i salari? ha chiesto. Sull’Irap: è il doppio di quello che c’era durante la Giunta Rossi perché si sono azzerati gli sgravi. Esistevano una volta ad esempio agevolazioni per la staffetta generazionale, ha citato. Sul precariato: si vuole intervenire in qualche modo visto che il 50% dei giovani è precario? ha chiesto. Nella relazione non viene citato il tema della redistribuzione, ha proseguito il consigliere, sull’addizionale regionale viene reintrodotta la tassa sul celibato, tassando chi non ha figli. Ma i giovani cercano casa e un lavoro stabile e pagato dignitosamente, ha ricordato Degasperi. Ma sulla casa, ha detto, ci sono questi interventi con sigle fantasiose, Riurb, Rival, ma quando c’era uno stato sociale che si occupava dei suoi cittadini le politiche erano lineare: siccome un lavoratore non può impegnare 112 stipendi per comprarsi un bilocale (che comunque non basta per una famiglia) interveniva lo Stato.

Servono case pubbliche per lavoratori, ha dichiarato Degasperi, e anche qui i dati a bilancio sono disarmanti. Sul capitolo casa 2017 c’erano 245 milioni e nel 2025 sul 95 milioni, un terzo. Si continuano però a sbandierare politiche sulla natalità, ha detto il consigliere, come la Music Arena, ma con queste politiche si stanno inanellando record su record sulla denatalità. Ancora, ha proposto il tema del riscatto della casa: regalare 200.000 euro a fondo perduto per ristrutturare una baita aiuta la natalità la produttività e il Pil? Ma non si può pensare a forme di riscatto per le case dei lavoratori. Degasperi ha citato, parlando dell’emergenza dei salari, le imprese che se ne vanno: notizie che si apprendono dalla stampa, non si sente nulla. Degasperi ha citato l’esperienza della piattaforma Indaco, che vende al momento 5 capi di abbigliamento: è questa l’innovazione che arriva dalla Giunta, di cui nessuno parla più, una misura di una manovra che è finita sotto il tappeto. Sui cantieri: della curva del palloncino si parla da anni e che è ancora come la avevano realizzata i romani.

I cantieri, ha detto Degasperi, non basta proclamarli e inaugurarli. Ha citato ad esempio lo svincolo di Trento nord, Spini di Gardolo. Non si parla di mobilità pubblica, di ferrovie, ha dichiarato sempre il consigliere. Sulla scuola: non se ne parla, ma potrebbe essere anche un bene perché la scuola se ha bisogno di qualcosa è di essere lasciata in pace. Ha portato l’esempio della scuola dell’infanzia: a gennaio 2024 l’assessore aveva detto che per il luglio 2025 si approfondirà con gli insegnanti per trovare un nuovo modo di fare l’apertura a luglio. Mancano sei mesi, ha chiesto Degasperi: gli approfondimenti sono stati fatti e con quale esito? Qual è questo nuovo modo di tenere aperto che era stato promesso? Su Faber: non si sa cosa si fa a scuola, ha dichiarato Degasperi, c’erano materie deputate al confronto con le emozioni come la letteratura, ma la scuola deve professionalizzare e gli insegnanti non possono più fare il loro lavoro. Ha infine concluso sul richiamo del presidente Fugatti: rispedito al mittente.

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