Gemmato: “Da Fism azione di stimolo per un Ssn innovativo e sostenibile”

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L’intervento in occasione degli Stati generali della Federazione società medico-scientifiche italiane

Di Redazione |

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Roma, 11 dic. (Adnkronos Salute) – “La Fism che raggruppa tutte le le società medico-scientifiche svolge un’azione di stimolo, di supporto e di collaborazione per un Servizio sanitario nazionale innovativo e sostenibile. Per questo va un ringraziamento ai professionisti e al presidente Loreto Gesualdo per la loro idea di sanità e il lavoro che svolgono in difesa dell’universalismo del quarto Ssn pubblico del mondo”. Così all’Adnkronos Salute il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, in occasione della giornata conclusiva degli Stati generali della Federazione delle società medico-scientifiche italiane, oggi a Roma.
“Al centro degli Stati generali Fism viene affrontato il tema della prevenzione – spiega Gemmato – e come i professionisti sanitari possono aiutare a migliorare le performance del Ssn partendo da un presupposto che insieme a nuovi finanziamenti, e questo Governo sta finanziando ulteriormente il Fondo sanitario nazionale, c’è bisogno di nuovi modelli organizzativi nei quali i professionisti sanitari ovviamente sono i soggetti primari, come dire gli interpreti autentici di un rinnovamento di un sistema sanitario vecchio di 46 anni che ha bisogno di una rivisitazione e i professionisti sanitari spingono in questa direzione”.
“Con il decreto Milleproroghe si estende al 2025 lo stanziamento per i piani regionali per il recupero delle liste d’attesa, incrementandolo fino ad un massimo dello 0,7% del Fondo sanitario nazionale. E’ un ulteriore intervento incisivo e concreto con il quale possiamo snellire e migliorare la situazione delle liste d’attesa. Lo 0,7% equivale a circa 1 miliardo di euro. Siamo dunque passati dallo 0,4%, circa 520 milioni di euro con l’attuale finanziamento del Fsn, a circa 1 miliardo di euro per l’abbattimento delle liste d’attesa. E’ una partita che ci viene dal passato, in particolare durante il Covid, quando tutte le indagini diagnostiche sono state rimandate. Risultato? La crisi diagnostica ha portato a un ingessamento di esami, controlli, interventi e con questo maggiore finanziamento sicuramente si va nella direzione di poter snellire le liste d’attesa e quindi dare un segnale concreto rispetto anche al tema della prevenzione”. Aggiunge Gemmato, che poi conclude: “Predire determinate patologie significa da un lato curare meglio gli italiani – ha aggiunto Gemmato – ed è ciò per cui noi siamo chiamati a lavorare, ma dall’altro canto” serve “far risparmiare e rendere più sostenibile il nostro Servizio sanitario nazionale in un Paese in cui la popolazione invecchia sempre di più e quindi dobbiamo fare in modo che invecchi meglio”.

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