Rischio usura per le imprese in Abruzzo: una crisi che richiede interventi immediati. Un fenomeno che colpisce in modo particolare artigiani, commercianti, piccoli imprenditori ed esercenti, pilastri del tessuto economico locale, ma spesso vulnerabili alle difficoltà di accesso al credito. Nel 2024, la regione ha registrato un aumento del 4,9% del numero di imprese a rischio, raggiungendo quota 3.229. Questo dato, elaborato dal Centro studi di Confartigianato Imprese Chieti L’Aquila sulla base di un’indagine della CGIA di Mestre, colloca l’Abruzzo al quarto posto nazionale, dopo Campania (+7,8%), Liguria (+6,6%) e Lazio (+6,3%). Una crisi che, se non affrontata con interventi strutturali e tempestivi, rischia di minare ulteriormente l’economia regionale.
Il caso della provincia di Chieti: un territorio in emergenza
Tra le province abruzzesi, il Chietino si distingue per una crescita allarmante del fenomeno. Le imprese affidate con sofferenze sono aumentate del 13,9% rispetto al 2023, passando da 729 a 830. Questa variazione, pari a 101 unità, pone la provincia al secondo posto in Italia per crescita del rischio usura, superata solo da Benevento (+17,3%). Le difficoltà colpiscono in particolare artigiani e piccoli commercianti, categorie già penalizzate dalla contrazione dei consumi e dalla difficoltà di accedere a finanziamenti bancari.
La situazione è diversa nell’Aquilano, dove il numero di imprese a rischio è leggermente diminuito (-1,2%), scendendo da 596 a 589. Tuttavia, l’intero territorio abruzzese continua a essere fortemente esposto al fenomeno, con un tessuto economico in sofferenza e un crescente numero di imprenditori che rischiano di cadere nelle mani degli usurai.
La stretta creditizia e il ruolo della Centrale dei Rischi
Uno dei principali fattori che alimentano il rischio di usura è la stretta creditizia. Negli ultimi anni, le banche hanno progressivamente ridotto i prestiti alle imprese, soprattutto a quelle considerate ad alto rischio. Questo fenomeno, noto come “credit crunch”, si è accentuato negli anni successivi alla pandemia, lasciando molte aziende in una situazione di vulnerabilità finanziaria.
Le imprese che si trovano in difficoltà economica spesso vengono segnalate alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia, un database che registra le posizioni finanziarie critiche. Una volta inserite in questa “lista nera”, le imprese vedono precluso l’accesso a nuovi finanziamenti, rimanendo intrappolate in una spirale di insolvenza. Questa condizione le rende particolarmente vulnerabili all’usura, che rappresenta per molti l’unica via d’uscita, seppur illegale.
Il ruolo della criminalità organizzata
La criminalità organizzata sfrutta queste fragilità per infiltrarsi nel tessuto economico locale. Gli usurai offrono prestiti rapidi e senza garanzie, ma a condizioni estremamente gravose. Le indagini della Direzione Investigativa Antimafia hanno evidenziato come i proventi derivanti dall’usura vengano spesso reinvestiti in attività economiche al Nord Italia, consolidando il potere della criminalità organizzata su scala nazionale.
In Abruzzo, il fenomeno dell’usura è strettamente legato alla presenza di reti criminali che approfittano della vulnerabilità delle imprese per ottenere controllo economico e sociale. Questo scenario richiede un intervento deciso da parte delle forze dell’ordine, che devono intensificare le attività di prevenzione e contrasto per evitare che la situazione degeneri ulteriormente.
Le responsabilità delle istituzioni
La Regione Abruzzo ha un ruolo cruciale nella gestione di questa emergenza. Negli ultimi mesi, sono stati avviati tavoli di confronto con le associazioni di categoria per individuare soluzioni concrete e tempestive. Tuttavia, è necessario che le istituzioni accelerino gli interventi, passando dalle parole ai fatti.
Tra le misure più urgenti proposte da Confartigianato Chieti L’Aquila, spicca il rafforzamento del Fondo di prevenzione dell’usura, l’unico strumento istituzionale in grado di fornire supporto economico agli imprenditori in difficoltà. Inoltre, è fondamentale promuovere politiche che favoriscano l’accesso al credito, come l’utilizzo di consorzi di garanzia collettiva quali Confidi Systema!, che offrono supporto nell’ottenimento di finanziamenti e nella gestione dei fondi antiusura.
Le richieste degli imprenditori
Gli imprenditori abruzzesi chiedono interventi immediati per alleviare il peso della crisi. Secondo Daniele Giangiulli, direttore generale di Confartigianato Chieti L’Aquila, “la riduzione del costo del denaro sarebbe un passo fondamentale per incentivare gli investimenti e migliorare l’accesso al credito”. La decisione della BCE sui tassi di interesse, prevista per il 12 dicembre, rappresenta un momento cruciale: un taglio del costo del denaro potrebbe alleviare il peso finanziario che, negli ultimi due anni, ha gravato sulle imprese italiane per 44,3 miliardi di euro.
Camillo Saraullo, presidente di Confartigianato Chieti L’Aquila, sottolinea l’importanza di risorse adeguate per prevenire il fenomeno dell’usura e garantire liquidità alle imprese. “È fondamentale non lasciare soli gli imprenditori in questa fase critica – afferma Saraullo –. Un aiuto tempestivo e qualificato può fare la differenza per superare le criticità e preservare il tessuto economico e sociale delle nostre comunità”.
Il futuro delle imprese abruzzesi
Il rischio di usura non è solo una questione economica, ma rappresenta una minaccia per l’intero sistema sociale e produttivo. Per salvaguardare le imprese abruzzesi, è necessario un approccio integrato che coinvolga istituzioni, associazioni di categoria e forze dell’ordine. Ogni attore deve fare la propria parte per garantire supporto a chi si trova in difficoltà, offrendo alternative concrete all’usura.
Solo attraverso interventi tempestivi e strutturali sarà possibile invertire la rotta e preservare il futuro del tessuto economico abruzzese. La prevenzione del fenomeno richiede uno sforzo collettivo e una visione a lungo termine, capace di trasformare le fragilità attuali in opportunità di rilancio per l’intera regione.
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