Startup, la guida definitiva agli incentivi e agli aiuti

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Mai l’iscrizione a un registro della Camera di commercio è stato tanto strategica quanto nel mondo delle startup innovative. È proprio da quel momento e per i successivi tre anni, estensibili a due + due dalle nuove norme contenute nella legge Concorrenza (approvata dalla Camera e in corso di esame al Senato), che la startup innovativa accede a una serie di incentivi a sostegno del suo sviluppo.

Enumeriamoli, per poi evidenziare le principali novità introdotte con le legge Centemero (dal cognome del deputato della Lega, Giulio Centemero), Disposizioni per la promozione e lo sviluppo delle startup e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti, la 162 del 2024 e in vigore dal 22 novembre scorso, e con la legge Concorrenza che, insieme, aggiornano lo “statuto” della startup innovativa.

Tutte le misure a sostegno delle startup

Ecco l’elenco delle misure per le startup:
– Incentivi fiscali all’investimento nel capitale;
– Accesso gratuito e semplificato al Fondo di Garanzia per le pmi;
-Fondo Smart & start Italia (finanziamenti agevolati per startup innovative localizzate sul territorio nazionale);
– Esonero da diritti camerali e imposte di bollo;
– Raccolta di capitali tramite campagne di equity crowdfunding;
– Servizi di internazionalizzazione alle imprese (Ice);
– Deroghe alla disciplina societaria ordinaria e alla disciplina sulle società di comodo e in perdita sistematica;
– Disciplina del lavoro flessibile;
– Proroga del termine per la copertura delle perdite;
– Remunerazione attraverso strumenti di partecipazione al capitale;
– Esonero dall’obbligo di apposizione del visto di conformità per compensazione dei crediti Iva;
– Voucher 3i;
Fondo nazionale innovazione;
– Fondo sperimentazione Italia;
– Transizione 4.0;
– Bando trasformazione digitale;
– Fail Fast (procedure semplificate in caso di insuccesso della propria attività).

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A queste vanno aggiunte le norme di favore per la costituzione e le agevolazioni al venture capital e agli investimenti privati, così come previsto dalla legge Centemero e le ulteriori misure prevista proprio dalla legge Concorrenza. Vediamo in sintesi le caratteristiche del “nuovo” statuto delle startup innovative.

I nuovi requisiti per una startup innovativa

La legge Concorrenza aggiorna in sostanza lo Startup Act, a iniziare dai requisiti necessari per definirsi startup innovativa, che si estendono al dover essere una micro, piccola o media impresa e avere oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico e non svolgere attività prevalente di agenzia e consulenza. È saltata l’infausta previsione di aumentare a 20.000 euro il capitale per la costituzione.

La permanenza della startup innovativa nella sezione speciale del registro delle imprese (dopo la conclusione del terzo anno, fino ai cinque complessivi) è condizionata alla prova di dinamicità e evoluzione dell’impresa. A questo scopo deve perciò ricorrere almeno uno dei seguenti cinque requisiti:
– Incremento dal 15% al 25% della percentuale delle spese di ricerca e sviluppo;
– Stipula di almeno un contratto di sperimentazione con una pubblica amministrazione ai sensi della disciplina della procedura negoziata senza gara;
– Registrazione di un incremento dei ricavi derivanti dalla gestione caratteristica dell’impresa o comunque individuati alla voce A1 del conto economico (ricavi delle vendite di beni e delle prestazioni di servizi), superiore al 50%dal secondo al terzo anno;
– Costituzione di riserva patrimoniale superiore a 50mila euro, attraverso ottenimento di un finanziamento convertendo, o aumento di capitale a sovrapprezzo che porti ad una partecipazione che non va oltre quella di minoranza, da parte di investitore terzo professionale, un incubatore o acceleratore certificato, un investitore vigilato, un business angel ovvero attraverso equity crowfounding svolto tramite piattaforma autorizzata, e incremento dal 15% al 20% della percentuale delle spese di ricerca e sviluppo;
– Ottenimento di almeno un brevetto.

Da startup a scale-up

È concesso ulteriore tempo di permanenza nella sezione speciale del registro delle imprese, oltre i 5 anni, per ulteriori periodi di 2 anni, sino a un massimo di quattro anni complessivi (quindi in totale 9), per il passaggio dalla fase di startup alla fase di scale-up, ove però intervenga almeno uno dei seguenti requisiti:
– aumento di capitale a sovrapprezzo da parte di un Oicr (Organismi di investimento collettivo del risparmio), di importo superiore a 1 milione di euro, per ciascun periodo di estensione;
– incremento dei ricavi derivanti dalla gestione caratteristica dell’impresa o comunque individuati alla voce A1 del conto economico, di cui all’articolo 2425 del codice civile, superiore al 100% annuo.

Esoneri da pagamenti

Una volta iscritte nel registro speciale delle imprese e per tutto il periodo di permanenza scattano alcuni esoneri dal pagamento (articolo 26, comma 8 del decreto legge numero 179 del 2012):
– dell’imposta di bollo;
– dei diritti di segreteria dovuti per gli adempimenti relativi alle iscrizioni nel registro delle imprese;
– dal pagamento del diritto annuale dovuto in favore delle camere di commercio.
Inoltre viene disposto che il reddito di lavoro derivante dall’assegnazione, da parte delle start-up innovative e degli incubatori certificati, ai propri amministratori, dipendenti o collaboratori continuativi di strumenti finanziari o similari, non concorra alla formazione del reddito imponibile dei suddetti soggetti.

I nuovi “investitori”

Convergono qui due normative: quella Centemero e sempre la legge Concorrenza 2023. Quest’ultima mantiene ferme le detrazioni fiscali previste a favore degli investimenti in startup innovative: aumento al 30%, a decorrere dall’anno 2017, delle aliquote delle detrazioni fiscali previste a favore degli investimenti in startup-innovative; innalza le agevolazioni fiscali (detrazioni Irpef) dal 50% al 65% a decorrere dal primo gennaio 2025 per gli investimenti privati – anche in regime de minimis – nel capitale sociale di una o più startup, prevede la possibilità di continuare a beneficiare degli incentivi anche in caso di fallimento della startup, e l’anticipazione della fruizione del beneficio in caso di investimento con convertendo; estende agli acceleratori certificati il nuovo credito d’imposta per gli investimenti in startup.



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