Il settore turistico italiano si trova ad affrontare una minaccia insidiosa e crescente, rappresentata dalla criminalità organizzata. Un recente studio condotto da Demoskopika e pubblicato in anteprima da ANSA, rivela che il giro d’affari della criminalità organizzata nel turismo si attesta a 3,3 miliardi di euro. Di questo importo, quasi 1,5 miliardi è concentrato nelle regioni del Nord. Questa situazione preoccupante evidenzia come le mafie stiano infiltrandosi nell’economia legale, sfruttando le difficoltà delle imprese per estorcere e controllare il mercato.
Il predominio dell’ndrangheta e il suo impatto sul turismo
L’indagine di Demoskopika mette in luce il primato della ‘ndrangheta nel settore, con un giro d’affari stimato di circa 1 miliardo e 650 milioni di euro, che rappresenta il 50% degli introiti totali delle organizzazioni mafiose nel turismo. Segue la camorra, con 950 milioni di euro e la mafia con 400 milioni . Questi numeri dimostrano come la criminalità organizzata non solo minacci la sicurezza economica, ma anche l’integrità del comparto turistico italiano, ben noto a livello globale.
Le mafie si avvalgono di una rete di controllo territoriale sempre più raffinata, minando le basi del sistema imprenditoriale rappresentato da circa 48mila realtà attive, di cui ben 7mila sono a rischio di default. Le difficoltà di liquidità e l’indebitamento rendono queste imprese vulnerabili, trasformandole in target ideali per il welfare criminale. Le mafie dispongono di risorse finanziarie significative, pronte per essere reimpiegate in attività economiche legali, creando un circolo vizioso che alimenta l’illegalità.
Rischi regionali: le aree più colpite e le statistiche preoccupanti
Dallo studio emerge che nove sistemi turistici regionali presentano i maggiori rischi di infiltrazione criminale. Tra queste, Campania, Lombardia, Lazio, Puglia e Sicilia spiccano come le più vulnerabili. I dati mostrano come la Campania occupi il vertice di questa classifica negativa, realizzando il punteggio massimo di 122,0 punti. Qui, 67 alberghi e ristoranti sono stati confiscati, corrispondenti al 21,8% delle strutture turistiche sottoposte ad azioni delle autorità. Le quasi 16mila operazioni finanziarie sospette indicative di un possibile legame con la criminalità organizzata dimostrano quanto sia grave la situazione.
Al di là di Campania, altre regioni come Lombardia , Lazio e Puglia finiscono per risultare significativamente a rischio, con evidenti ripercussioni sul mercato del turismo. Il monitoraggio delle attività e la gestione delle aziende vulnerabili rappresentano ora sfide cruciali per le istituzioni.
Le regioni protette: un’analisi dei sistemi a bassa vulnerabilità
Al contrario, esistono anche sistemi turistici regionali che appaiono meno vulnerabili all’infiltrazione mafiosa. Valle d’Aosta, Molise, Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Umbria e Trentino Alto Adige presentano punteggi più contenuti, con un percepito rischio “basso” di infiltrazione criminale. Queste regioni possono trovare nel rafforzamento delle reti di controllo e nella valorizzazione delle risorse locali un modo per contrastare l’avanzata della criminalità organizzata.
L’analisi di Demoskopika, basata su dati forniti da fonti affidabili come Unioncamere e la Direzione Investigativa Antimafia, mette in luce l’importanza di un’azione coordinata tra le istituzioni per garantire la sicurezza e la sostenibilità del turismo italiano, asset fondamentale per l’economia nazionale.
La strategia per combattere l’infiltrazione mafiosa nel turismo
Raffaele Rio, presidente di Demoskopika, esprime la gravità della situazione, sottolineando che oltre 7mila aziende vulnerabili rischiano di diventare facili prede dei sodalizi criminali. Serbatoi di illegalità e debiti erariali alimentano questo circolo chiuso di degrado economico. L’arrivo di eventi internazionali come le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 e il Giubileo di Roma nel 2025 rappresentano ulteriori occasioni che potrebbero intensificare la presenza mafiosa nel settore.
Appare quindi essenziale adottare misure di prevenzione e repressione che coinvolgano le istituzioni, affinché contribuire a liberare il turismo italiano da questo grave fenomeno. La salvaguardia delle imprese e la valorizzazione del patrimonio culturale e sociale del Paese dovrebbero essere le priorità per contrastare il pericoloso avanzamento della criminalità organizzata.
Ultimo aggiornamento il 10 Dicembre 2024 da Sofia Greco
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