Diversi bambini e bambine sono utilizzati nel settore dell’estrazione del litio in Nigeria, dove la Cina ha sviluppato un sistema illegale di raccolta della materia prima utile alla fabbricazione delle batterie
Zakaria Danladi è un bambino nigeriano di cinque anni. Ogni giorno striscia in cunicoli stretti e tortuosi a diversi metri di profondità. Tunnel instabili, con pareti di fango, dove l’aria è spesso irrespirabile.
Ogni mattina Zakaria si infila in quei tunnel e comincia a scavare per ore. È il suo lavoro. Zakaria è un bambino povero in un Paese povero. E a soli cinque anni è costretto a svolgere uno dei lavori più pericolosi della regione. Zakaria scava per cercare il litio da inviare in Cina per la produzione di batterie elettriche.
Eccolo in tutta la sua durezza, il lato oscuro della transizione ecologica. La necessità di passare a un sistema mondiale quanto più possibile elettrificato (così da dire addio al più presto ai combustibili fossili) ha portato alle stelle la domanda mondiale di litio, una delle principali materie prime necessarie alla produzione delle batterie elettriche.
Sebbene esistano metodi sicuri per l’estrazione del litio, in alcune parti del mondo, ad esempio in Nigeria, si è sviluppata un’industria estrattiva senza regole in cui hanno trovato spazio anche lavoratori bambini.
La necessità della transizione ecologica
La storia di Zakaria e delle altre bambine e bambini che nella Nigeria settentrionale vengono utilizzati per estrarre litio fa rabbrividire e può spingere a mettere in dubbio un’intera filiera. Ma la verità è che ogni rivoluzione – compresa quella ecologica – può nascondere ombre. E quella dello sfruttamento del lavoro minorile è senz’altro la più scura tra quelle che si proiettano sulla transizione ecologica.
Il passaggio a un sistema il più possibile elettrificato è una necessità per la sopravvivenza della vita umana sulla Terra. Il motivo è semplice: il riscaldamento globale è provocato dalla quantità di gas serra (come la CO2) prodotta dall’utilizzo di petrolio, gas e carbone.
Per frenare il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici ad esso collegati è necessario passare a un sistema elettrico. L’elettricità, infatti, può essere prodotta anche da fonti rinnovabili e pulite (come l’eolico, il fotovoltaico e l’idroelettrico).
Un elemento indispensabile per l’elettrificazione delle nostre economie è rappresentato proprio dalle batterie elettriche. Non solo perché servono per i nostri dispositivi elettronici e per le auto elettriche, ma anche per immagazzinare l’energia prodotta da sole, vento e acqua e utilizzarla quando ce n’è bisogno.
L’industria di estrazione del litio
L’estrazione del litio, dunque, è diventata una delle industrie più strategiche del nostro tempo. Secondo i dati di IHS Markit, nel 2000 il nove percento del litio prodotto in tutto il mondo era utilizzato per le batterie dei veicoli elettrici. Nel 2020, questa quota era salita al 66 percento e raggiungerà oltre il 90 percento entro il 2030.
Ma attenzione a credere che per estrarre il litio sia necessario utilizzare la forza lavoro minorile o mettere a rischio la vita delle persone, perché non è affatto così.
L’estrazione del litio, infatti, può avvenire in due modi: sia dalle rocce dure (come nel caso del piccolo Zakaria), sia dalle cosiddette salamoie.
Nel primo caso, l’estrazione del litio avviene principalmente da minerali come la spodumene. Il processo prevede l’estrazione mineraria attraverso scavi o esplosioni, seguita dalla frantumazione delle rocce. Nel secondo caso, l’estrazione avviene pompando l’acqua salata ricca di litio da depositi sotterranei, come quelli nei laghi salati. La salamoia viene poi lasciata evaporare in grandi bacini, concentrando i minerali.
Sia nel primo che nel secondo caso esistono metodi e processi che permettono ai lavoratori di lavorare in maniera sicura. Le condizioni di lavoro di Zakaria, degli altri bambini e degli adulti che lavorano nelle miniere illegali della Nigeria e di altri Paesi africani sono il risultata della spregiudicatezza di chi lucra sulla povertà delle persone.
Il ruolo della Cina
Nel caso nigeriano, e in particolare nelle zone settentrionali del Paese, dietro il sistema illegale di estrazione del litio ci sono imprese cinesi.
Il gigante asiatico è il protagonista indiscusso delle catene di fornitura globali di energia rinnovabile ed è al centro di polemiche per il suo ruolo nel settore minerario nigeriano.
Cittadini e aziende cinesi sono spesso accusati di pratiche dannose per l’ambiente, sfruttamento del lavoro e attività minerarie illegali.
Il presidente nigeriano, Bola Tinubu, ha identificato l’attività mineraria illegale come una delle cause principali dell’insicurezza e delle insurrezioni nella regione settentrionale del Paese.
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