Al “Forte di Bard”, il grande “architetto della moda” si scopre in 90 scatti firmati da otto geni della fotografia di moda
Fino al 9 marzo 2025
A proposito di moda e fotografia di moda, scriveva, in “Lettres à un jeune couturier”, Gianfranco Ferré, il grande architetto (laurea al “Politecnico” milanese nel ’69) prestato al fashion design: “Lo stilista non deve soltanto sapere con chiarezza ciò che vuole, ma anche scegliere l’interlocutore adatto, quello che darà corpo, colore, luce e magia alla sua idea. Deve comunicare col fotografo, stabilire una complicità, dargli autonomia, ma con la certezza di potersi riconoscere nell’immagine realizzata. È una questione di feeling, di intesa … senza la capacità di creare insieme, di condividere le emozioni, di fare lavorare insieme l’occhio e l’anima, la fotografia sarà vuota, fredda, inutile e falsa”. Un concetto che Gianfranco Ferré (Legnano, 1944 – Milano, 2007) applica anche su di se’, allorché dal suo lavoro “pretende” sempre (laurea in “architettura” docet) “equilibrio, eleganza e rigore”, mai però disgiunti dai liberi voli di emozione, fantasia e creatività. Lungo lo stesso sentiero devono correre il creatore di moda e il fotografo (figura assai importante nel settore) che quella moda cristallizza in un click, che può farsi immortale. E allora, che bella, ironica e fantasiosa la fotografia in bianco e nero scattata nel ’95 a Ferré dal fotografo svizzero Michel Comte!
Qui, la complicità fra i due “attori”, il fotografo e il fotografato (in tale sintonia da essere loro dedicata una doppia mostra a Parma nel 2016, in occasione del bicentenario dell’arrivo nella città emiliana di Maria Luigia d’Asburgo Lorena) è davvero a tutto tondo. Magnifica e imponente. Come il corpo e il volto barbuto di Ferré, fermato nell’atto, all’apparenza “titanico”, di farsi il nodo alla cravatta, aspetto serioso (ma forse lì lì per scoppiare in una sonora risata), la giacca rattenuta all’ascella e in un’asola dell’abbondante camicia (non bianca, suo “capo feticcio”) l’immancabile “ferma-cravatta”, una grande spilla da balia d’oro, sua personale “style signature”, dettaglio immancabile, fermamente convinto com’era della giustezza del motto di Le Corbusier, secondo cui “Dio è nei dettagli”. La fotografia scattata da Comte è una delle oltre 90 opere, mai prima esposte e provenienti dalla sezione fotografica dell’“Archivio Storico Gianfranco Ferré”, raggruppate nelle “Cantine” del “Forte di Bard” fino a domenica 9 marzo 2025. “Gianfranco Ferré dentro l’obiettivo”, il titolo della rassegna realizzata dal “Forte” valdostano e a cura del “Centro Ricerca Gianfranco Ferré” del “Politecnico di Milano” e “CZ – Catia Zucchetti Fotografia”.
Oltre 90, si diceva, le foto in mostra a firma di otto maestri della fotografia di moda che con Ferré hanno lavorato a iconiche campagne pubblicitarie: Gian Paolo Barbieri, Guy Bourdin, Michel Comte, Patrick Demarchelier, Peter Lindbergh, Steven Meisel, Bettina Rheims e Herb Ritts. Le sei stanze che accompagnano la galleria fotografica si avvicendano in un continuo fil rouge, disvelante il “processo creativo” dello stesso stilista e i sei principi operativi da lui spesso evocati: comporre, ridurre, enfatizzare, ricalibrare, decostruire e, soprattutto, emozionare. Principi che appaiono simbiotici nel loro divenire fotografico e stilistico, accostando alle immagini altri elementi centrali della progettazione come i disegni (dai tratti rapidi e compiuti), le cartelle materiali e gli stessi abiti.
Con palleggi continui fra fotografia e manufatto sartoriale, attraverso i quali il lavoro dello stilista (sempre fortemente attratto dal richiamo delle mode del passato e dal gusto neoclassico) si fa di più agevole comprensione, passando dal “rigore compositivo” del milanese Barbieri (collocato da “Stern” fra i 14 migliori fotografi di moda al mondo), agli “scatti rapidi ed essenziali” di Comte; dai “racconti cinematografici” in bianco e nero del polacco Lindbergh (per ben tre volte firma del “Calendario Pirelli”) all’“intensità dei ritratti” della francese Rheims; dalle “inquadrature eccentriche” di Bourdin (gran “protégé” di Man Ray) alla “ricercata naturalezza” di Demarchellier, fino al “classicismo grafico” di Ritts (con i suoi uomini “palestrati” in pose plastiche ispirate alle sculture dell’antica Grecia) e alla “complessità” dello statunitense Meisel (celebre il suo scatto del ‘92 a Madonna, nel provocatorio libro “Sex”). Il tutto in un’Antologia di grandi “pagine fotografiche”, nate come suggestivo racconto di una delle storie più esemplari dell’“Italian Fashion Style”.
Gianni Milani
“Gianfranco Ferré dentro l’obiettivo”
Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it
Fino al 9 marzo 2025
Orari: Feriali 10/18; sab. dom. e festivi 10/19; luned’ chiuso
Nelle foto: Michel Comte “Gianfranco Ferré”, 1995; Herb Ritts “Collezione Gianfranco Ferré” “Alta Moda Autunno/Inverno 1987”; Collezione Gianfranco Ferré “Prêt-à-porter Autunno/Inverno 2000- ‘01”; Collezione Gianfranco Ferré “Prêt-à-porter Autunno/Inverno 1981–‘82”, Disegno uscita sfilata
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