Il Papa, leggerò le inchieste di Milano Finanza sul business delle armi. Incontro col direttore Roberto Sommella

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Il Papa incontra l’umanità. Potrebbe essere un titolo dell’Osservatore Romano, invece è un semplice dato di fatto se si ha la fortuna di partecipare a una delle sue udienze generali del mercoledì. Perché in piazza San Pietro, ma ancor più in Sala Nervi, forse perché illuminata come se fosse perennemente giorno, si ha modo di vedere un piccolo campione di questa umanità: 6.000 persone che arrivano da tutta Italia, da tutta Europa, da tutto il mondo.

Mercoledì 11 dicembre, oltre a chi scrive, accolto in uno spazio apposito che permette di incontrare il Pontefice per un rapido saluto e per la sua benedizione al giornale e al proprio trentennale matrimonio, vi erano in ordine sparso diverse scolaresche, un intero istituto di Parigi, i Vigili del Fuoco, l’Unione folclorica italiana con i relativi costumi locali, ampie delegazioni spagnole e del Sud America, la città di Latina, un nugolo di militari dell’Onu dai colori di pelle più svariati (ma davvero le Nazioni Unite sono così inutili?), una nutrita pattuglia di connazionali sardi, tanti polacchi, alcuni cinesi, una banda di soli ottoni, una dozzina di spose e molti bambini, fragili, uomini e donne in carrozzella o accompagnati nelle file da un servizio d’ordine funzionante come un orologio svizzero.

Papa Bergoglio la incontra ogni giorno e in ogni parte del mondo questa Umanità che compone la famiglia cattolica di un miliardo e trecento milioni di credenti. Noi della stampa proviamo a raccontarla l’umanità, l’arte, il cinema e la letteratura la rappresentano, la politica prova a guidarla, l’economia la domina. Il Santo Padre ci parla, anche per un breve momento, insomma la incontra sul serio. Il concetto di umanità grazie alla sua azione diventa così completo ma si forma sommando uno a uno per un miliardo e trecento milioni di volte.

Per questo quando parla di guerra, unica voce clamantis nel deserto e della necessità di fermare le guerre nell’Ucraina martoriata, nel Medio Oriente e di garantire una tregua in Siria, il Pontefice si rivolge al pianeta – e lo fa in italiano, una lingua che ha oltre un miliardo di potenziali conoscitori – con un linguaggio universale in senso compiuto. Perché sa che la buona volontà può avere successo se diventa somma di tante individuali volontà. Perché sa, mi permetto di dire, che la fede e lo Spirito Santo in questo mondo in fiamme possono non bastare. E purtroppo non bastano.

Sicuramente sto raccontando da profano qualcosa che i fedeli più ferventi, i religiosi, la Curia e tutti coloro che seguono le vicende vaticane sanno benissimo, ma da direttore di Milano Finanza ho voluto manifestargli la nostra vicinanza non solo per quello che fa ma anche perché è stato fonte di ispirazione delle nostre inchieste.

Subito dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia con i nostri articoli abbiamo messo in rilievo come ci fosse già un solido nucleo della finanza mondiale che faceva affari d’oro grazie alle armi, un gruppo che sta diventando sempre più numeroso e per di più sdoganato se si pensa all’ottimo andamento di tutte le borse mondiali dal 2022 a questa parte nonostante i tanti conflitti e al boom dell’indice dei titoli della difesa, che purtroppo si sono tramutati spesso in termometri tragici del successo degli strumenti di offesa.

Le guerre convengono più della pace e basta guardarsi attorno per capire quanto avesse ragione Papa Francesco quando disse «non sapete quanta gente incontro che si sta arricchendo grazie alle armi». Mentre riceveva regali di ogni genere, un piccolo disegno, una busta di taralli, un quadro, una bottiglia di vino, una maglia da calcio, tutte accolte con incredibile pazienza e benevolenza, per parte mia gli ho consegnato proprio quel numero di Milano Finanza dedicato alla Finanza Armata e quello dei 35 anni di MF.

Il primo disvelava questo business oramai consolidato anche dall’assurdo riarmo che la Commissione Europea vorrebbe imporre ai paesi membri, insieme al presidente eletto Donald Trump, per arrivare forse alla difesa unica ma sicuramente a un sistema in cui sarà più conveniente addirittura costruire un carro armato che un’automobile e dunque meglio vivere in guerra che in pace su un’autostrada. Il secondo ha raccontato a chi ci conosce o ci vuole scegliere che siamo sempre lì, in prima linea, a fare il nostro modesto lavoro di raccontare piccole e grandi umanità anche se della finanza e dell’economia.

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«Li leggerò», ha detto Bergoglio ricevendo questi articoli. Abbiamo forse conquistato un lettore, e che lettore! (riproduzione riservata)



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