Matera, CallMat avvia la procedura per 252 licenziamenti immediati

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Per una vertenza di lavoro che si chiude, in Basilicata se ne apre un’altra. Tirano un sospiro di sollievo i lavoratori delle ditte di logistica nell’indotto di Stellantis, Logitech e Teknoservice, subappaltanti di Trasnova, dopo la revoca di 90 licenziamenti a Melfi. In concomitanza con il presidio degli operai di Melfi e con la buona notizia arrivata, a Matera altro scenario. Le segreterie regionali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Ugl Telecomunicazioni hanno annunciato la mobilitazione perché l’azienda CallMat, che gestisce attività di call center, ha aperto formalmente la procedura di licenziamento collettivo per 252 unità dello stabilimento di Matera. La crisi è determinata dal taglio drastico dei volumi di lavoro da parte della committenza Tim. Nel mese scorso si parlava di 129 esuberi, con possibilità di ulteriori 100. Invece parte la procedura per il licenziamento di oltre la metà delle unità, in totale 400.

”L’apertura delle procedura – lamentano i sindacati – evidenzia l’urgenza di accelerare il confronto, chiamando alla responsabilità tutte le parti in causa che, per quanto ci riguarda, sono Tim, per ciò che attiene alla ingiustificabile e unilaterale decisione di ritiro dei volumi, legata solo a una logica di taglio dei costi che rischia di avere conseguenze pesanti su 400 famiglie lucane; CallMat che non può sottrarsi alla necessità di attivare immediatamente gli ammortizzatori sociali, al fine di garantire un minimo di protezione alle maestranze coinvolte; e la Regione Basilicata che dovrà svolgere un importante ruolo di mediazione. Chiederemo, inoltre, l’apertura di un tavolo nazionale al Ministero competente”. Una vertenza difficile. La consigliera regionale del Movimento 5 stelle, Viviana Verri, ha presentato una mozione urgente in Consiglio regionale. La giunta lucana si è occupata della questione nel mese scorso, con un tavolo convocato dall’assessore Francesco Cupparo. Le speranze di CallMat sono legate a doppio filo agli sviluppi della vertenza nazionale di settore.

La vertenza Callmat, il call center cha a Matera impiega oltre 400 persone e fornisce servizi di customer care alla TIM, preoccupa il Presidente della Provincia di Matera, Francesco Mancini, che già nelle scorse settimane aveva ricevuto nella sede dell’Ente che presiede una delegazione di lavoratori e i sindacati, partecipando poi anche al summit svoltosi in Regione Basilicata alla presenza dell’assessore Cupparo: “Sono molto preoccupato – ha spiegato Mancini – perché è ormai noto che l’azienda ha avviato le procedure di licenziamento collettivo per 252 lavoratori. Non possiamo rimanere inerti dinanzi a questa drammatica prospettiva e, preso atto che le sigle sindacali, per il tramite dei segretari di categoria e della RSU aziendale, ha chiesto di riconvocare il tavolo precedentemente aperto non posso che condividere tale richiesta e confermare la mia disponibilità a parteciparvi. Il tutto nell’ottica di sposare, condividere, supportare e sostenere le istanze dei dipendenti affinché le loro prospettive occupazionali non vengano miseramente soffocate”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

«La Giunta Regionale di Basilicata si adoperi tempestivamente per scongiurare questo preoccupante scenario, coinvolgendo anche il Ministero delle Imprese affinché si attivi un serio tavolo di confronto nazionale con Tim, Callmat e le organizzazioni sindacali, che risulti più fruttuoso dell’inconcludente incontro svoltosi nello scorso mese di Novembre presso l’Assessorato alle Attività Produttive, conclusosi con l’impegno assunto dalla Regione Basilicata di intervenire per chiedere a Tim di ripristinare i volumi di committenza alla Callmat e verificare le possibili soluzioni della vertenza. Non sappiamo se l’assessore Cupparo o chi per lui ha chiesto e ricevuto risposte da Tim, la quale unilateralmente ha deciso di tagliare i volumi, né tantomeno l’azienda Callmat può esclusivamente trincerarsi dietro le incomprensibili logiche di abbattimento dei costi di Tim, senza assumersi la sua parte di responsabilità ed attivare immediatamente gli ammortizzatori sociali per garantire una minimale forma di protezione a quanti rischiano di essere espulsi dal mondo del lavoro. Le Istituzioni, dalla Giunta Regionale al Governo nazionale, si assumano le loro responsabilità ed intervengano con decisione per salvaguardare tutti i posti di lavoro attualmente in organico alla Callmat, richiamando sia questa azienda che la Tim a non effettuare il perverso gioco dello scaricabarile né a far pagare esclusivamente alle maestranze i costi di una riconversione e razionalizzazione industriale», aggiunge il consigliere regionale del Pd, Marrese.



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