Ai Pin, la spilla che doveva rottamare il cellulare, è stata un flop

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Humane era arrivata a sfiorare 1 miliardo di dollari: anche Sam Altman ci aveva scommesso. Ma tutto quello che poteva andare storto su Ai Pin (la spilla che avrebbe dovuto soppiantare gli smartphone) è accaduto. La startup, però, ci riprova.

Nessuno ha ancora visto un Ai Pin in giro, ma tutti ormai lo conoscono. E non certo perché ha mantenuto le promesse originarie, ovvero rottamare gli smartphone. Quanto piuttosto perché è considerato come il più grande flop del 2024.

COS’E’ HUMANE, LA STARTUP DI AI PIN

Humane, la promettente startup di Imran Chaudhri – noto in tutto il mondo per aver creato l’interfaccia utente e interazione che hanno permesso a iPhone di imporsi sul mercato – e la co-founder (in foto) Bethany Bongiorno, anch’essa una vita spesa programmando e progettando i cellulari di Cupertino, arrivata ad avere più sedi tra New York e San Francisco e a contare circa 200 dipendenti, era riuscita a incuriosire un po’ tutti, persino chi di tecnologia se ne intende davvero.

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QUANTO AVEVA RACCOLTO E DA CHI

Secondo quanto riportato da Bloomberg, con la promessa di commercializzare un futuristico cellulare olografico avrebbe raccolto circa 230 milioni di dollari di finanziamenti da un gruppo di investitori che comprendeva anche Sam Altman di OpenAI.

Tra gli investitori pure SK Networks, Microsoft, LG Technology Ventures, Volvo Cars Tech Fund, Top Tier Capital, Hudson Bay Capital e Socium Ventures, Tiger Global, Qualcomm Ventures, Valia Ventures, Forerunner Ventures e Lachy Groom. A seguito di tre round, nel 2023 il valore della società aveva sfiorato il miliardo di dollari.

CRONACA DI UN FALLIMENTO ANNUNCIATO

Poi però all’inizio di quest’anno è giunto il fatidico momento di tradurre le promesse in pratica, rinchiudendole nel piccolo dispositivo da circa 699 dollari a cui si doveva aggiungere pure un abbonamento mensile per le funzioni IA di 24 dollari. Il dispositivo che, appunto, avrebbe dovuto far dimenticare a tutti dell’esistenza degli smartphone.

Non è stato così perché, a dispetto di quanto sostenuto da Milano Finanza Gentleman in un articolo dai toni entusiastici che si discostava parecchio dalle recensioni viste fino ad allora, il consumatore medio a quanto pare ha ancora bisogno di un device dotato di schermo, possibilmente touch e, come se già non bastassero l’intuizione completamente sbagliata e gli alti costi del prodotto, sono arrivati i problemi legati a una batteria che rischiava di prendere fuoco. Secondo The Verge, tra maggio e agosto 2024 il numero di unità restituite ha superato quello delle vendite.

CHI SE NE E’ ANDATO E CHI E’ STATO CACCIATO

E se già a gennaio, Humane aveva licenziato il 4% dei dipendenti come misura di riduzione dei costi in vista del lancio di AI Pin, con il passare dei mesi ad andarsene alla svelta sono state figure chiave del progetto che la startup avrebbe voluto tenere a bordo.

Secondo le fonti di stampa, nel giro di poche settimane se ne sono andati Jeremy Werner, il vicepresidente dell’ingegneria che si era unito a Humane quando la società era ancora in fase di costruzione segreta, Patrick Gates, l’ex CTO, e Ken Kocienda, il responsabile dell’ingegneria del prodotto.

CAMBI NEL BUSINESS DI HUMANE

A ogni modo la startup, data anche in serie difficoltà economiche, ha tenuto botta e nelle ultime ore si è ripresentata al mondo mediante un video in cui presenta il suo nuovo prodotto: CosmOS, un sistema operativo pensato per svolgere una pluralità di compiti per i quali serve l’Intelligenza artificiale e, soprattutto, per animare una pluralità di device.

Le premesse sono ancora una volta fantascientifiche, ma il filmato in questione è poco di più di una vetrina che illustra un prodotto ancora tutto da testare, su cui non si sa nulla sulle sue reali potenzialità. Per questo è inutile soffermarsi sul prodotto in sé.

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NIENTE HARDWARE, SOLO SOFTWARE?

Ciò che invece è più importante sottolineare, anche perché costituisce il messaggio sottinteso che Humane sembra aver voluto veicolare soprattutto agli investitori, è che la realtà dei due ex membri di Apple ha capito la lezione: niente più costruzione di dispositivi fisici. Niente più hardware, insomma, solo software.

Il mondo dei sistemi operativi non è esattamente quello che offre i maggiori spazi alla concorrenza, ma muoversi in tale ambito almeno permette alla giovane realtà di risparmiare nella progettazione e nella costruzione di device. Che come si è visto talvolta prendono persino fuoco.

 



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