CONFARTIGIANATO SARDEGNA-C.STAMPA-14-12-24-Giovani, lavoro e demografia- Per Sardegna in arrivo glaciazione demografica

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(AGENPARL) – Roma, 14 Dicembre 2024

(AGENPARL) – sab 14 dicembre 2024 Prot. n.______ Federico Marini
GIOVANI LAVORO DEMOGRAFIA – Per la Sardegna in arrivo una
“glaciazione demografica”: nei prossimi 20 anni si perderanno 277mila
cittadini in età lavorativa e quasi 80mila under 35. Presentato il dossier sul
calo della popolazione e la perdita di produzione ed economia. Riccardo Porta
(Presidente Nazionale Confartigianato Giovani Imprenditori): “Dati
allarmanti ma non accettabili. Puntare sui giovani e sul loro potenziale è l’unico
modo per evitare che la Sardegna si trasformi in una terra di opportunità
perdute e una regione senza più abitanti”.
Associazioni Sulla Sardegna è in arrivo una impetuosa “glaciazione demografica” che colpirà la
Territoriali popolazione lavorativa e, soprattutto, i giovani. Nei prossimi 20 anni, infatti, i cittadini
Sud Sardegna
in età lavorativa tra 20 e 64 anni passeranno dai 922.209 di quest’anno ai 645.152 del
Cagliari 2044, con un calo di 277.057 unità, equivalente ad una diminuzione del 30,0%. Inoltre, il
Via Riva Villasanta 241
208.110, per una perdita netta di 79.860.
Oristano
Via Campanelli, 41 E’ questo ciò che è emerso dall’analisi “Giovani, imprese e lavoro. Le evidenze per
Nuoro fonte Istat, Eurostat, Unioncamere e Ministero del Lavoro, presentata questa mattina a
Via Brig.Sassari, 37 Cagliari, durante i lavori dell’Assemblea Generale di Confartigianato Sardegna
svoltasi al THotel.
Sassari I dati sono stati presentati dal Presidente Nazionale dei Giovani Imprenditori di
Via Alghero, 30
di Confartigianato Imprese, Fabio Mereu, e con il Presidente Regionale di
Gallura Olbia
Via Sangallo 67 Confartigianato Sardegna, Giacomo Meloni, di fronte a un’ampia platea di
E’ un futuro demograficamente plumbeo quello che incombe sull’Isola secondo
l’analisi che rileva come nei prossimi vent’anni, nello scenario mediano, e quindi nella
variante ritenuta più probabile nel processo di stima, la popolazione in età lavorativa tra
20 e 64 anni passerà da 922.209 residenti del 2024 a 645.152 del 2044, con un calo di
277.057 unità, equivalente ad una diminuzione del 30,0%. Come termine di raffronto, in
valore assoluto il calo di popolazione del prossimo ventennio è pari all’85,6% dell’attuale
occupazione in tutte le imprese attive in Sardegna (323.694 addetti nel 2022) ed è
addirittura superiore all’attuale intera occupazione delle micro e piccole imprese sarde
(264.265 addetti). Secondo i dati, l’Isola è la regione italiana che registrerà il calo
demografico più intenso della popolazione in età lavorativa nei prossimi vent’anni,
superando di circa cinque punti il calo del 25,1% del Mezzogiorno e risultando di
intensità quasi doppia della riduzione del 16,1% della media nazionale.
L’analisi del trend demografico sui giovani (13-35 anni) dice che nel 2004 questi
erano 455.769 contro i 287.970 di oggi con un calo registrato di 167.799 (-36,8%) che
Confartigianato Imprese Sardegna
pone l’Isola all’ultimo posto nazionale per popolazione giovane. Facendo la proiezione
sul 2044, i giovani fra 20 anni saranno solo 208mila con una perdita netta sul 2024 di
quasi 80mila e di 247mila rispetto al 2004 (-54,3%) che pone la Sardegna all’ultimo
posto in Italia. A livello territoriale Cagliari è passata dai 199mila del 2004 ai 76mila di
oggi, equivalente a -43mila e un calo del 36,3%; Nuoro passa da 61 ai 28mila (calo di
22mila ovvero -36,8); Oristano da 44mila a 18mila (-18mila e -40,9%); Sassari-Gallura
da 128mila a 89mila (-39mila e -30,8%).
Il dibattito è servito anche a tracciare un quadro delle imprese giovanili nell’Isola
dove ogni anno, nascono circa 1.000 imprese giovanili.
L’analisi racconta di 13.700 attività, l’8% di tutte le aziende registrate nell’Isola;
4mila sono quelle giovanili femminili (il 29.3% sul totale delle giovanili) e 1.320 quelle
giovanili straniere (il 9,6% sul totale delle giovanili). Nell’artigianato 2.600 sono quelle
giovanili artigiane (il 7,5% sul totale iscritte all’albo artigiani); di queste 696 sono
imprese giovanili femminili artigiane. Il passaggio generazionale ha interessato, tra il
2016 e 2022, solo il 7,7% delle attività: di questo il 95% è avvenuto tra familiari. Gli
occupati under 35 nell’Isola sono 112mila: tra il 2019 e 2023, la variazione è stata di –
4mila unità, equivalente a -3,8% (ultimi in Italia). Il tasso di occupazione under35 tra il
2019 e il 2023 è cresciuto dell’1,7%, passano dal 37,4% al 39,1%. Rimane ancora la
difficoltà nel reperire addetti giovani. Infatti nell’Isola su 40mila under35 da assumere,
17mila sono difficili da trovare, il 42,3%. Tra il 2022 e 2023 la difficoltà nel reperire
giovani è aumentata del 3,9%. Il mismatch, ovvero il danno causato alle imprese tra la
ricerca e la difficoltà di reperimento, per le aziende sarde è calcolato in 223milioni di
euro: 109 su Cagliari, 18 su Nuoro, 12 su Oristano e 84 su Sassari-Gallura.
Secondo Riccardo Porta, Presidente Nazionale dei Giovani Imprenditori di
Confartigianato, “questi dati ci pongono di fronte a un bivio: accettare un futuro
ineluttabile, e quindi una catastrofe demografica, oppure non accettare questo destino e
invertire la tendenza puntando sulle imprese artigiane che, soprattutto nelle comunità
locali più deboli e disagiate, svolgono un ruolo non solo di “motori economici” ma di
veri e propri baluardi di identità culturale e coesione sociale: queste sanno farlo e lo
hanno sempre dimostrato cambiando le situazioni negative. Per contrastare l’emorragia
di giovani e il declino demografico, le piccole realtà devono essere parte di una strategia
integrata che favorisca la loro continuità e, soprattutto, la transizione generazionale. In
primo luogo, è necessario rendere l’artigianato attrattivo per i più giovani, mostrando
come questa professione possa offrire non solo stabilità economica, ma anche
soddisfazione personale e creatività. Programmi di formazione mirati, tirocini e
apprendistato possono essere strumenti chiave per trasferire competenze e avvicinare le
nuove generazioni al mestiere. In questo contesto, collaborazioni tra scuole, centri di
formazione e imprese artigiane possono diventare piattaforme efficaci per alimentare il
ricambio generazionale. Inoltre, l’innovazione è cruciale. Integrare tecnologie moderne,
come l’intelligenza artificiale e il digitale, nelle attività artigiane, e quindi
nell’intelligenza artigiana, non solo migliorerebbe la produttività, ma potrebbe anche
attrarre le giovani generazioni che vedono in queste innovazioni un ponte tra tradizione e
futuro. Le start-up artigiane, incentivate da finanziamenti pubblici e privati, potrebbero
Confartigianato Imprese Sardegna
diventare un veicolo per trasformare la creatività giovanile in nuove opportunità
imprenditoriali. Infine, serve continuare a puntare sul sostegno istituzionale per favorire
il passaggio generazionale, tramite politiche fiscali agevolate e strumenti che facilitino
l’accesso al credito per i giovani che desiderano subentrare o avviare nuove attività.
Inoltre, rafforzare il ruolo delle imprese artigiane significa preservare la cultura e il
tessuto economico della Sardegna, creando un futuro più stabile per le comunità locali.
Puntare sui giovani e sul loro potenziale è l’unico modo per evitare che la Sardegna si
trasformi in una terra di opportunità perdute e una regione senza più abitanti”.
Si è parlato anche di Intelligenza Artigiana e di Intelligenza Artificiale.
In Italia, gli imprenditori e lavoratori autonomi pesano per il 21,4% del totale degli
occupati a fronte del 78,6% dei dipendenti, ma nelle professioni dove vi è una
esposizione all’IA medio-alta con attivazione di processi di collaborazione la presenza
degli imprenditori sale al 29,8%, oltre otto punti superiore alla media.
La carica delle tremila imprese sarde pioniere dell’IA. Una analisi dei dati
dell’ultimo censimento permanente alle imprese dell’Istat consente di valutare che in
Sardegna sono 3.059 le imprese con almeno 3 addetti che nel biennio 2021-2022 hanno
utilizzato soluzioni di intelligenza artificiale, pari al 12,5%, delle oltre 24 mila imprese
con 3 addetti e oltre presenti nel territorio. Le stime di Confartigianato indicano
una maggiore esposizione all’IA di poco più di un terzo (36,2%) degli occupati in Italia,
di oltre tre punti percentuali inferiore al 39,5% della media UE a 27. Un impatto dei
sistemi di IA di circa un terzo degli occupati emerge anche dalle più recenti
valutazioni dei ricercatori dell’Inapp e di Banca d’Italia che
indicano una elevata esposizione all’IA per il 32,1% degli occupati. Nell’ipotesi
controfattuale che utilizza quest’ultimo grado di esposizione, in Sardegna nel secondo
trimestre 2024 si conta una maggiore esposizione all’IA per 188mila occupati.
Stretta monetaria penalizza gli investimenti per la doppia transizione, digitale
e green. L’Ufficio Studi di Confartigianato ha stimato, tra le conseguenze economiche
delle guerre, maggiori oneri finanziari sulle imprese per 44,3 miliardi di euro nel biennio
2023-2024. L’impatto è misurato dalla differenza tra il costo del credito effettivo rispetto
a quello che si sarebbe ottenuto applicando i tassi di interesse vigenti a giugno 2022. Una
stima su scala territoriale della Sardegna, che considera l’aumento di 309 punti base del
costo del credito alle imprese sarde nel corso della stretta monetaria tra giugno 2022 e
giugno 2024, indica che nel biennio 2023-2024 il totale delle imprese della Sardegna ha
sostenuto maggiori oneri finanziari per 483 milioni di euro. Un elevato costo del denaro
penalizza gli investimenti: si stima che nel 2023, nel settore privato non agricolo, gli
investimenti fissi lordi in Sardegna valgano 6.233 milioni di euro.
IA per la produttività e per accompagnare le imprese nella crisi demografica.
L’utilizzo dei sistemi di IA favorisce la crescita della produttività in un contesto
caratterizzato da una generalizzata carenza di manodopera specializzata e da una
profonda crisi demografica. A novembre 2024 risulta di difficile reperimento il 47,7% dei
lavoratori richiesti dalle imprese della Sardegna, in linea con il 47,9% della media
nazionale.
Domanda di competenze per implementare l’IA.
Confartigianato Imprese Sardegna
La difficoltà di reperimento del personale con competenze digitali avanzate
penalizza la transizione digitale delle imprese e può ostacolare l’adozione di sistemi di
IA. In Sardegna è del 47,7% la difficoltà di reperimento di lavoratori con le elevate
competenze digitali avanzate 4.0, necessarie per gestire tecnologie di intelligenza
artificiale, cloud computing, Industrial Internet of Things (IIoT), data analytics e big data,
realtà virtuale e aumentata e blockchain, a fronte del 51,8% della media nazionale. Nel
dettaglio, a fronte di 17.380 lavoratori con elevata richiesta di competenza digitali
specializzate per l’IA previste dalle imprese sarde, sono 8.290 le entrate di difficile
reperimento.
Per Fabio Mereu, VicePresidente Nazionale di Confartigianato, “la situazione
demografica e lavorativa della Sardegna pone in luce problematiche di portata
straordinaria. La drastica riduzione della popolazione in età lavorativa e del numero di
giovani nell’arco dei prossimi vent’anni rappresenta una sfida non solo per il mercato
del lavoro, ma per l’intero sistema socioeconomico dell’isola. Un calo del 30% della
popolazione attiva e una diminuzione del 54% dei giovani rispetto al 2004 non sono
semplici dati, ma segnali di un futuro che rischia di compromettere la vitalità
dell’economia sarda. Le difficoltà di reperire personale qualificato, soprattutto giovane,
e l’aumento del mismatch tra domanda e offerta di lavoro amplificano le problematiche
delle imprese locali. Il danno economico calcolato, pari a centinaia di milioni di euro,
sottolinea come la mancanza di competenze stia diventando un fattore limitante per lo
sviluppo”.
Secondo Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna,
“la crisi demografica non è solo un problema numerico, ma incide direttamente sulla
capacità di innovare, crescere e mantenere un tessuto economico dinamico. È essenziale
che le istituzioni e le imprese lavorino insieme per invertire il trend, incentivando i
giovani a rimanere o tornare sull’isola, migliorando le condizioni lavorative e investendo
in formazione avanzata. Parallelamente, politiche che favoriscano il passaggio
generazionale nelle imprese e che sostengano la nascita di nuove attività, specialmente
giovanili e artigiane, potrebbero rappresentare un passo cruciale verso un futuro più
sostenibile per la Sardegna”.
http://WWW.CONFARTIGIANATOSARDEGNA.IT

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