In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) L’efficienza energetica è la strada per la decarbonizzazione; 2) Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato; 3) Aeroporti, lo sviluppo sostenibile entra in una nuova fase; 4) Smog, migliora la qualità dell’aria in Europa
In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress:
1) L’efficienza energetica è la strada per la decarbonizzazione: L’Italia ha progressivamente perso il primato continentale dell’efficientamento energetico che le apparteneva nei primi anni del 2000; in più, l’industria è sotto pressione per tutte le normative europee, mentre la Pubblica amministrazione, negli ultimi tre anni, si è fermata sotto l’1% a livello di obiettivi di efficientamento. Accelerare la decarbonizzazione e sfruttare le potenzialità delle nuove tecnologie, su tutte l’Intelligenza artificiale, diventa perciò fondamentale per rilanciare il Paese. Questi i temi al centro dello studio “Ottimizzazione e autonomia energetica nell’era dell’intelligenza artificiale generativa”, presentato a Roma da Siram Veolia e The European House Ambrosetti.
2) Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato: Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, superando anche il record del 2023. Lo conferma il nuovo bollettino climatico mensile dell’Osservatorio europeo Copernicus. Con una temperatura media di 1,62 gradi sopra i livelli pre-industriali, lo scorso mese di novembre è stato il secondo novembre più caldo della storia, dopo quello del 2023. L’anomalia della temperatura media globale da inizio anno (gennaio-novembre 2024) è di 0,72°C superiore alla media del periodo 1991-2020, che è la più alta mai registrata per questo periodo e 0,14°C più calda rispetto allo stesso periodo del 2023. A preoccupare di più i climatologi però è un altro. Il 2024 è il primo anno in cui viene superata la soglia di 1,5° C di riscaldamento globale sopra i livelli pre-industriali, il limite di temperatura più ambizioso fissato dall’Accordo sul clima di Parigi del 2015 e raccomandato dagli scienziati per evitare le conseguenze più estreme della crisi climatica. “Questo – afferma Samantha Burgess, vicedirettore del Copernicus Climate Change Service (C3S) – non significa che l’Accordo di Parigi sia stato violato, ma che un’azione ambiziosa per il clima è più urgente che mai”. Le temperature sono state superiori alla media nella Russia settentrionale, nel Canada orientale e negli Stati Uniti centrali e orientali, in gran parte del Messico, Marocco, Africa nordoccidentale, Cina, Pakistan, gran parte della Siberia e Australia.
3) Aeroporti, lo sviluppo sostenibile entra in una nuova fase: Il continuo miglioramento della qualità dei servizi, l’utilizzo efficiente della capacità dei cieli europei e delle infrastrutture di terra, le strategie per il perseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione sono stati i temi centrali del convegno sull’Innovazione e la sostenibilità negli aeroporti, che si è tenuto al centro congressi dell’aeroporto di Bari.
4) Smog, migliora la qualità dell’aria in Europa: Nonostante le difficoltà nel ridurre l’esposizione agli inquinanti atmosferici, i dati confermano una tendenza secondo cui l’impatto stimato sulla salute causato dall’esposizione a lungo termine a tre inquinanti atmosferici chiave (particolato fine, biossido di azoto e ozono) sta migliorando. Lo afferma lo studio dell’Agenzia Europea per l’Ambiente “Danni alla salute umana causati dall’inquinamento atmosferico in Europa: stato del carico di malattia nel 2024“. Tra il 2005 e il 2022, il numero di decessi nell’UE attribuibili al particolato fine o PM 2,5 è diminuito del 45%, rimanendo sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di riduzione del 55% delineato nel piano d’azione dell’UE per l’inquinamento zero entro il 2030. Secondo le ultime stime dell’EEA, nel 2022 almeno 239.000 decessi nell’UE sono stati attribuiti all’esposizione a inquinamento da particolato fine (PM 2,5 ) al di sopra della concentrazione raccomandata dall’OMS, 70.000 decessi sono attribuibili all’esposizione a inquinamento da ozono (O 3 ) e 48.000 decessi all’esposizione a inquinamento da biossido di azoto (NO 2 ). Ma l’inquinamento atmosferico ha anche un impatto negativo sulla nostra natura. Secondo l’Agenzia l’azoto nell’aria, che si deposita sugli ecosistemi, aumenta il carico di nutrienti (eutrofizzazione) portando a cambiamenti nella struttura e nella funzione dell’ecosistema. Inoltre, circa un terzo dei terreni agricoli europei è stato esposto a concentrazioni di ozono a livello del suolo superiori al valore soglia stabilito per la protezione della vegetazione dalle norme dell’UE. Per raggiungere l’obiettivo di ridurre i decessi del 55% entro il 2030, però, saranno necessari nuove azioni. L’Italia, dal canto suo, deve accelerare nell’adozione di misure che riducano le emissioni, investendo su fonti rinnovabili, sistemi di trasporto sostenibile e una gestione più efficiente del riscaldamento domestico.
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