Venerdì 13 dicembre sera si è svolto un corteo di estrema destra per chiedere maggiore sicurezza nella zona della stazione di Brescia. Il fronte progressista ha reagito: «Indegno»
Nella serata di ieri (venerdì 13 dicembre) circa 500 militanti di estrema destra hanno attraversato le vie intorno alla stazione per rivendicare maggior sicurezza. L’evento politico intitolato «Difendi Brescia, manifestazione contro degrado e criminalità» si è snodata dal parco Gallo alla stazione e ha suscitato l’indignazione delle forze politiche democratiche.
Le reazioni del fronte progressista sono state forti. Il senatore del Partito democratico Alfredo Bazoli ha attaccato: «Ieri sera un corteo di qualche centinaio di neofascisti, di tante sigle diverse riunitesi per l’occasione, ha sfilato per alcune vie di Brescia contro “la società multirazziale, il degrado e l’insicurezza”. Una vera e propria provocazione per una città civile e
democratica, ferita da una strage neofascista 50 anni fa. È intollerabile e
preoccupante che questi gruppuscoli di estremisti rialzino la testa, sfidando a viso aperto le forze democratiche del paese, forse approfittando di un clima che sentono meno ostile di un tempo».
Sinistra Italiana stigmatizza il corteo: «Una indegna passeggiata neo fascista. Non accettiamo sfilate falangiste di rigurgiti del passato che possono esibire solo il loro odio» dice il segretario provinciale Luca Trentini.
Anche i sindacati hanno espresso la propria preoccupazione: «Brescia nel cinquantesimo anniversario della strage di piazza loggia deve affrontare lo sfregio di un corteo che richiama esplicitamente ideali fascisti e razzisti. Brescia è una città e una provincia antifascista e antirazzista» commenta il segretario generale della CGIL di Brescia Francesco Bertoli.
«Il corteo di neofascisti che ha veicolato messaggi di odio per le vie di Brescia non ha fortunatamente raccolto i proseliti auspicati dagli organizzatori». Così la sindaca di Brescia, Laura Castelletti. Che continua: «Resta comunque grave, in una città medaglia d’argento alla Resistenza, che ancora ha impressa la ferita della strage neofascista di piazza Loggia, che questi estremisti decidano di organizzare una manifestazione contro una società multirazziale, urlando slogan terribili e usando impropriamente, senza aver chiesto alcuna autorizzazione che mai sarebbe stata data, lo stemma del Comune, cosa per la quale ho già chiesto l’intervento della civica avvocatura». Brescia, dice, «ha dimostrato di avere poco da spartire con queste persone. Lavoriamo da anni per una comunità inclusiva, che sappia accogliere e condividere nel rispetto delle regole.
Non ci fermeremo, la città appartiene alle tante persone che la abitano e la vivono nel rispetto reciproco, il razzismo e l’odio resteranno corpi estranei in una comunità che sta dimostrando quotidianamente che è possibile la convivenza anche nelle differenze».
Venerdì 13 dicembre «a Brescia abbiamo assistito a una inaccettabile sfilata di neofascisti per le vie della città: una lugubre marcia di nostalgici al coro di “Brescia è nostra e ci appartiene!”. No, Brescia è di tutti coloro che la abitano, che la vivono, che ci lavorano, che la visitano, qualunque sia la provenienza, la cultura, la fede, la condizione economica e sociale.
Brescia è Città medaglia d’argento per la lotta partigiana». Così il segretario cittadino del Pd, Roberto Cammarata. «Brescia è la città che cinquant’anni fa ha subito l’insanabile ferita della strage neofascista di Piazza della Loggia.
Brescia non è vostra e non lo sarà mai!. Venerdì «erano in pochi, e tra loro in diversi venivano da altre città, ma anche in pochi erano comunque di troppo. Un mese fa la provocazione a Bologna, nei pressi della stazione, ieri a Brescia nel giorno che segue il 55° anniversario della strage di Piazza Fontana a Milano. Ero vicino al sindaco Sala giovedì a rappresentare la nostra città nella manifestazione in ricordo delle vittime milanesi e di tutte le stragi neofasciste che hanno colpito le nostre città. È insopportabile il giorno dopo vedere che sigle neofasciste si permettano un simile affronto. A chi sostiene che a tutti vada riconosciuto il diritto di manifestare pacificamente, è forse il caso di ricordare, richiamando Karl Popper, che “se estendiamo un’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi”». Ancora: proprio venerdì «è stata prorogata fino al 27 giugno 2025 l’apertura della mostra promossa dalla Casa della memoria di Brescia in occasione del cinquantesimo anniversario della strage di Piazza della Loggia, mostra che porta il titolo “Siamo testimoni non perché c’eravamo, ma perché non abbiamo mai smesso di esserci”. Ecco, noi continuiamo a esserci, e per questo chiediamo a tutte le forze democratiche e antifasciste della nostra città di unirsi al nostro: “Fuori i neofascisti dalle città delle stragi! Fuori i neofascisti dal nostro Paese!”».
A poche ore dal corteo arriva anche la presa di posizione della Casa della Memoria, per voce del suo fondatore, Manlio Milani, che nella strage di piazza Loggia, di matrice neofascista, perse la moglie Livia (con lei morirono altre sette persone, oltre cento rimasero ferite): «Dopo il corteo neofascista vicino alla stazione di Bologna – luogo della strage, all’indomani della ricorrenza della strage di piazza Fontana, Milano 12 dicembre, e alla vigilia di quella di piazzale Arnaldo, lunedì 16 dicembre – un altro sfregio neofascista viene portato alla nostra città che ha fatto dell’antifascismo, del rifiuto del razzismo, dell’accoglienza e della convivenza civile il suo modo di essere. In questa provocazione non c’è solo lo sfregio alla memoria del 50esimo della strage neofascista di piazza Loggia e alla ferita ancora aperta. Con quel corteo neofascista c’è anche lo sfregio al perché avvenne quella strage e alla grande risposta che democraticamente seppero allora dare i bresciani, le varie forze politiche e sindacali e le istituzioni. Nel respingere tale provocazione è opportuno ribadire che la nostra città è di tutti e che sa vivere nel rispetto delle regole democratiche sancite dalla Costituzione antifascista». Ancora, «mi auguro che anche oggi le istituzioni, unitamente a tutte le forze politiche e sociali, facciano sentire la loro voce invitando i cittadini a isolare questi rigurgiti di un passato che ha colpito la nostra città e il paese. Non possiamo accettarlo».
Anche Italia Viva Brescia risponde in modo netto al corteo «Difendi Brescia» che si è svolto venerdì sera.
«Italia Viva Brescia: Brescia, città antifascista sempre! La città di Brescia e i bresciani sono profondamente antifascisti e non è tollerabile che poche centinaia di persone possano mettere in dubbio l’animo solidale e democratico della nostra città. Siamo convinti che nessuna forza politica possa giustificare in alcun modo questa manifestazione di chiaro stampo neofascista. Sicurezza e voglia di migliorare la città sono valori trasversali a tutte le forze politiche e non possono essere considerate come slogan di una sola parte. Italia Viva Brescia sarà sempre schierata dalla parte degli antifascisti e a fianco delle forze riformiste e democratiche della nostra città».
In giornata arriva anche la reazione di Dario Balotta, commissario di Europa Verde Brescia: «Il corteo fascista inquadrato militarmente, (forse una falange inviata da Atreju) non è stata solo una provocazione, bensì la conseguenza della loro “riabilitazione” politica da parte del Governo con Fratelli d’Italia e la Lega in prima fila. Contro i migranti che avrebbero occupato anche la “nostra Brescia”, i rigurgiti fascisti sono dettati dal sovranismo, dall’antisemitismo e dalla volontà di cancellare le loro responsabilità della strage di Brescia di 50 anni fa. Richiedere più sicurezza è solo un pretesto per riprendersi uno spazio politico annullato dalla Resistenza antifascista dell’Italia democratica».
«A giugno Brescia Attiva insieme ad altre giovanili di partito ha messo insieme il cinema antifascista, per rispondere alle inquinanti scoperte delle inchieste di fanpage sulle giovanili di fratelli d’italia, che pullulano di militanti neofascisti», si legge in una nota. «Oggi (sabato 14 dicembre, ndr), dopo la manifestazione fascista a Brescia, quella necessità di riempire le piazze e non restare indifferenti sembra un imperativo categorico: dobbiamo scendere in piazza, partecipare alla vita politica della città, non voltarci dall’altra parte se qualcuno fa discorsi d’odio, unirsi a chi costruisce comunità anziché distruggere. Non possiamo restare indifferenti perché è nella nostra indifferenza che i fascismi si insinuano».
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