La storia di Aldo Fezzi, dalla magistrale all’allevamento in alta quota – Cronaca

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PELLIZZANO. La storia del giovane che raccontiamo oggi, grazie alla segnalazione del segretario di Giovani Impresa, Elio Gabardi, è quella di un giovane che, dopo essersi diplomato come perito agrario a San Michele, si è iscritto alla Facoltà di Agraria di Padova. Pur senza mai frequentare le lezioni e continuando a lavorare nell’azienda agricola di famiglia, si è laureato in Scienze e Tecnologie Agrarie dopo cinque anni di università: tre per la laurea triennale e due per la magistrale.
 

La cosa eccezionale è che l’azienda famigliare nella quale si è inserito è situata interamente sopra i 1000 metri s.l.m., con i conseguenti limiti climatici. Nei giorni scorsi sono caduti 30 cm di neve, ma, nonostante ciò, il giovane laureato racconta che le vacche vengono lasciate libere sulla neve, che, sottolinea, fa molto bene a loro. Questo avviene innanzitutto per la pulizia delle unghie grazie alla neve e anche per il rafforzamento dell’apparato respiratorio, dovuto alla fatica di camminare in queste condizioni.
 

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Parliamo di Aldo Fezzi, 29 anni, figlio d’arte: il padre è da anni leader indiscusso degli allevatori della zona e presidente del Caseificio Sociale Presanella. Ad oggi, Aldo non è né titolare dell’azienda né socio di una società agricola semplice, ma è un semplice collaboratore in attesa di capire cosa faranno il fratello, ancora universitario, e la sorella, che frequenta le superiori.
 

Ma perché una scelta così radicale di fare l’allevatore sopra i 1000 metri di altitudine con tutti i limiti del territorio e una laurea magistrale in tasca?

«Innanzi tutto per passione, tramandata da mia nonna, da mio zio e dalla grande dedizione di mio papà,» racconta Aldo. «E poi per dare continuità a un’azienda che ha visto generazioni della mia famiglia fare gli allevatori. In pratica sono impegnato in azienda da quando, a 18 anni, ho completato l’Istituto agrario di San Michele a/Adige. Durante gli anni dell’Università, ho sempre fatto lo studente-lavoratore.»
 

L’azienda e la sua organizzazione

Siamo di fronte a un’azienda di vacche da latte particolare, che punta sull’alta qualità. «Nella nostra azienda da sempre si punta più sulla qualità che sulla quantità,» precisa Aldo. «Pur avendo vacche di alta genealogia, abbiamo una media di produzione latte per capo di circa 70 quintali a lattazione.» L’unica razza presente in stalla è la Bruna Alpina, come da tradizione famigliare. A riprova dell’alta qualità, Aldo cita alcuni dati: grasso al 4,2% e caseina, fondamentale per fare il formaggio e che ha sostituito la proteina come indicatore, al 3% tondo.
 

La mandria è piuttosto contenuta: 27 vacche da latte e 15 capi giovani da rimonta. La superficie dei prati che vengono tagliati 2-3 volte all’anno, a seconda dell’altitudine e della piovosità, è di 28 ettari, ovvero circa un ettaro per vacca. Questo nonostante le vacche passino molto tempo all’aperto: dai primi giorni di maggio al primo novembre sono sempre al pascolo, ma vengono lasciate libere anche in inverno, quando c’è un po’ di sole, nonostante i 30 cm di neve fresca.
 

Nei progetti futuri, Aldo vede la costruzione di una struttura per il ricovero di macchine e attrezzi agricoli, di cui attualmente l’azienda è priva. Tuttavia, si presta grande attenzione ai costi. «Siamo una delle poche stalle di giovani allevatori che abbiamo intervistato ad avere una stalla a stabulazione fissa. Abbiamo valutato anche la possibilità di trasformarla in stabulazione libera, ma i costi sono proibitivi: siamo nell’ordine dei 43.000 euro a posto vacca, contro i 6.000 euro della pianura. Inoltre, abbiamo un piano regolatore molto rigido.»
 

C’è anche un sogno nel cassetto?
«Quello di poter rimanere fra la mia gente per tutta la vita, ottenendo dalla mia attività di allevatore un reddito dignitoso.»
 

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Si è mai pentito della scelta fatta?
«Assolutamente no! A volte, però, mi sento amareggiato vedendo certe situazioni, come quella molto grave di questi giorni a livello di Consorzio di secondo grado, il Concast-Trentingrana. La cosa che mi sconforta è la mancanza di un’alternativa valida che il nostro management non sembra in grado di trovare.»
 

Il rapporto con l’ambiente

Ed i suoi rapporti con l’ambiente?
«Sicuramente di grande attenzione e rispetto. Se l’ambiente sta male, stiamo male anche noi,» afferma con idee molto chiare. «Abbiamo anche pensato di trasformare l’azienda in un’azienda biologica. Credo che quello zootecnico sarebbe l’unico settore in cui la cosa è fattibile.»
 

Il latte prodotto viene conferito al Caseificio Presanella, del quale è presidente il padre. «Siamo soddisfatti del prezzo, che parte da 0,78 euro/kg e raggiunge anche 0,90 euro per chi, come noi, ha molti punti qualità. Ogni 3 punti valgono un centesimo, e noi siamo arrivati anche a 30 punti qualità. La media del caseificio, invece, è di circa 13 punti. Un prezzo così alto non lo ricordo in nessun altro caseificio.»
 

Aldo è molto impegnato nel sociale: fa parte di Giovani Impresa di Coldiretti, del Consiglio pastorale, ed è volontario AVIS nel comune di Vermiglio. Inoltre, è componente del coro sociale.

E gli amici cosa pensano?
«Sono ammirati, ma tutto ciò è stato possibile grazie al supporto della famiglia.»
 

Aldo è fidanzato con Aurora e ha in progetto il matrimonio.

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