Chi guida la classifica del turismo enogastronomico in Italia: la top 3

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 


Il legame tra gli italiani e il viaggio alla ricerca di cibo, vino, olio e di tutte le altre tipicità agroalimentari del nostro territorio è sempre più forte. La regione preferita tra gli italiani sia per i viaggi già fatti (39,3%) che per quelli futuri (33,9%), è la Toscana. Seguono l’Emilia-Romagna e la Puglia, che s’invertono nell’ordine se consideriamo le intenzioni di viaggio. È quanto è emerso dal settimo Rapporto sul turismo enogastronomico italiano appena presentato a Parma.

I dati del rapporto sul turismo enogastronomico italiano 2024

Il 70% degli intervistati dichiara di aver fatto almeno una vacanza negli ultimi tre anni con questa motivazione primaria: le risposte evidenziano un +12% sul 2023 e +49% sul 2016. E, mentre il turismo domestico generalista ha segnato un calo nel corso dell’ultima stagione estiva, quello enogastronomico non ha deluso, anzi: c’è un ampio bacino di domanda, stimato in 14,5 milioni di potenziali turisti del gusto, che opta prevalentemente per mete domestiche (64%).

Numeri che riflettono la crescita delle ricerche sul web di informazioni e suggerimenti sui viaggi enogastronomici., basti pensare che rispetto al 2023, le ricerche online dei “cooking tourism” da parte degli inglesi sono aumentate del 250%, mentre per “best cities for food in the world” del 143%.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

A questo si aggiunge il potere dei social, pubblicati soprattutto su Instagram e TikTok, che hanno reso virali immagini e racconti legati al cibo, spingendo le persone ad appassionarsi e a desiderare di conoscere le culture enogastronomiche del mondo, sperimentandole anche nel corso dei propri viaggi. Basti pensare che l’hashtag #food si trova in circa 250 milioni di post pubblicati su Instagram, il 38% degli utenti della piattaforma guarda contenuti legati al cibo e il 27% li condivide.

Dal rapporto emergono cinque nuove tribù enogastronomiche:
• i Ricercatori (42,1%), che viaggiano per provare nuove esperienze enogastronomiche, entrare in contatto con la comunità locale ed immergersi nella cultura della meta visitata;
• i Festaioli (23%), turisti che si avvicinano con una certa “leggerezza” all’enogastronomia, vista come una scusa per stare in compagnia e divertirsi;
• gli Intellettuali (19%), il cui motto è “viaggiare per arricchire il proprio bagaglio culturale”;
• i Figli dei Fiori (11,5%), che vedono nel viaggio enogastronomico un’occasione per pensare al proprio benessere psico-fisico e volersi bene;
• gli Edonisti (4,3%), che decidono di compiere un viaggio enogastronomico per concedersi un lusso.

Il vino (con il 38,1% delle preferenze) è considerato il prodotto più rappresentativo dell’Italia in ambito agroalimentare. Seguono nell’immaginario collettivo nazionale delle icone enogastronomiche del Belpaese l’olio extravergine di oliva (24%), la pizza (22%), la pasta (15%) e i formaggi (11%). A questa ricchezza si unisce la percezione diffusa di un patrimonio unico, genuino, diffuso sull’intero territorio e di qualità.

Lo studio è stato realizzato da Aite-Associazione italiana turismo enogastronomico e ideato da Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e presidente dell’Associazione italiana turismo enogastronomico, con il supporto di Visit Emilia e Valdichiana Living, il patrocinio di Federturismo, Fondazione Qualivita, Iter Vitis Les Chemins de la vigne en Europe e la collaborazione dell’Università degli studi di Bergamo, Economics Living Lab e TheFork.

Turismo enogastronomico nelle mete estere

L’enogastronomia si conferma fra le esperienze più desiderate anche per i turisti europei: il 15,3% della popolazione del Vecchio Continente (circa 20,6 milioni di potenziali turisti) ha intenzione di affrontarle nei viaggi in programma per questa stagione invernale, a prescindere dalla tipologia di viaggio (mare, city break, culturali e outdoor). Ed è alto anche l’interesse per le mete e le attrazioni a tema cibo delle mete a lungo raggio: in particolare svettano le destinazioni del Far East (Giappone, Corea del Sud, Cina) e il Brasile.

Quanto vale il turismo enogastronomico in Italia

Grazie alla collaborazione con Economics Living Lab, spin-off dell’Università di Verona, il rapporto annuale fornisce per la prima volta una risposta riguardo l’impatto economico e sociale del turismo enogastronomico che è alquanto significativo. Ha contribuito, infatti, a oltre 40 miliardi di euro sull’economia italiana nel 2023 – di cui 9,2 diretti, 17,2 indiretti e 13,7 di indotto –, con un rapporto benefici/costi pari a 6,9, confermandosi importante per l’economia italiana, con un forte potenziale di crescita e un ruolo non secondario nell’occupazione e nella distribuzione del reddito.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Progetti futuri

Per sviluppare ulteriormente il turismo enogastronomico servono però alcune iniziative. Il rapporto ne ha individuate alcune, di natura burocratica e normativa, ma anche concrete come la creazione di musei nazionali del cibo, dedicati alle eccellenze italiane come il vino, l’olio e la pizza, ma anche migliorare l’accessibilità e i collegamenti verso le aree rurali e interne, con soluzioni innovative e sostenibili per quei luoghi non accessibili con mezzi pubblici, sfruttare le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale per la gestione turistica dei piccoli produttori e, infine, sviluppare un sito nazionale dedicato al turismo enogastronomico.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *