Tredicesima 2024: tra incertezze economiche e speranze di un Natale più sereno

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L’arrivo di dicembre porta con sé, per molti italiani, l’attesa della tredicesima mensilità, un bonus che, seppur non sempre copra le spese extra del periodo natalizio, rappresenta un’iniezione di liquidità spesso fondamentale per le economie familiari.

Ma come si presenta la tredicesima del 2024, in un contesto economico ancora segnato dagli effetti della pandemia, dalla crisi energetica e da un’inflazione che erode il potere d’acquisto?

Una breve storia e un presente complesso

La tredicesima, istituita in Italia nel secondo dopoguerra, rappresenta un elemento caratteristico del nostro sistema retributivo. Originariamente concepita come un modo per sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori di fronte all’aumento dei consumi tipico del periodo natalizio, si è nel tempo consolidata come un diritto acquisito. Tuttavia, il suo valore reale e il suo impatto sull’economia familiare sono destinati a variare di anno in anno, in base alla congiuntura economica e alle scelte politiche.

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Il 2024 si presenta come un anno di transizione. L’economia italiana sembra aver ripreso a crescere, ma l’inflazione rimane ancora non sufficientemente bassa (e in netta risalita a novembre 2024), erodendo il potere d’acquisto dei salari. La guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica hanno ulteriormente complicato il quadro, mettendo sotto pressione le famiglie e le imprese, e la stessa cosa stanno facendo le crisi mediorientali. In questo contesto, la tredicesima assume un’importanza ancora maggiore, ma al tempo stesso solleva interrogativi sulla sua capacità di far fronte alle nuove sfide.

Normativa e contrattazione collettiva: un quadro in evoluzione

Il diritto alla tredicesima è sancito dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), che ne definiscono l’importo e le modalità di calcolo. In generale, la tredicesima corrisponde a una mensilità aggiuntiva, calcolata sulla base della retribuzione lorda percepita nel corso dell’anno. Tuttavia, esistono delle differenze tra i vari settori e le diverse categorie di lavoratori.

Negli ultimi anni, la normativa sulla tredicesima è rimasta sostanzialmente stabile, ma la contrattazione collettiva ha introdotto alcune novità, soprattutto per quanto riguarda i lavoratori atipici e i giovani. È importante sottolineare che la tredicesima è soggetta a tassazione, così come lo stipendio mensile, e che l’importo netto percepito varia in base alla fascia di reddito e alle detrazioni fiscali.

Impatto sull’economia familiare e disuguaglianze

La tredicesima rappresenta una boccata d’ossigeno per molte famiglie, soprattutto quelle con figli a carico o con spese impreviste. Tuttavia, il suo impatto varia notevolmente a seconda del reddito e della composizione del nucleo familiare. Per le famiglie a basso reddito, la tredicesima può fare la differenza tra riuscire a sostenere le spese natalizie e dover rinunciare a qualcosa. Al contrario, per le famiglie benestanti, la tredicesima rappresenta una voce di spesa aggiuntiva, ma non incide in modo significativo sul bilancio familiare.

La tredicesima, inoltre, contribuisce ad accentuare le disuguaglianze esistenti. I lavoratori dipendenti del settore privato, in media, percepiscono tredicesime più basse rispetto ai dipendenti pubblici e ai lavoratori del settore privato con contratti collettivi più favorevoli. Anche i lavoratori atipici e i giovani sono penalizzati, in quanto spesso percepiscono tredicesime proporzionali alla durata del loro contratto o a un numero ridotto di mensilità lavorate.

Alternative alla tredicesima: un dibattito aperto

Negli ultimi anni, si è aperto un dibattito sulla sostenibilità della tredicesima nel lungo periodo e sull’opportunità di introdurre forme alternative di retribuzione. Alcuni sostengono che la tredicesima sia un costo fisso per le imprese, che potrebbe essere meglio utilizzato per aumentare i salari mensili o per finanziare investimenti. Altri, invece, sottolineano l’importanza della tredicesima come strumento di sostegno al potere d’acquisto e di incentivazione al consumo.

Tra le alternative alla tredicesima, si possono citare:

  • Il salario accessorio: una parte della retribuzione variabile, legata al raggiungimento di obiettivi individuali o aziendali.
  • La partecipazione agli utili: un sistema che prevede la distribuzione di una parte degli utili aziendali ai lavoratori.
  • Il welfare aziendale: una serie di servizi e benefit offerti dall’azienda ai dipendenti (es. assicurazioni, buoni pasto, flessibilità oraria).

Impatto della tredicesima sui consumi e sull’economia nazionale

L’impatto della tredicesima sull’economia italiana è indubbiamente significativo, soprattutto nel periodo natalizio. Questa mensilità aggiuntiva funge da volano per i consumi, alimentando settori cruciali come il commercio al dettaglio, l’abbigliamento, l’elettronica e il turismo. Quando i lavoratori ricevono la tredicesima, sono più propensi a fare acquisti, iniettando liquidità nell’economia e sostenendo l’attività delle imprese. Tuttavia, l’entità di questo impatto varia di anno in anno, influenzata da fattori come la fiducia dei consumatori, il livello di inflazione e le politiche economiche governative. Un’inflazione elevata, ad esempio, erode il potere d’acquisto della tredicesima, limitando la sua capacità di stimolare i consumi.

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Differenze tra la tredicesima in Italia e in altri Paesi europei

Se confrontiamo la situazione italiana con quella di altri Paesi europei, notiamo delle differenze sostanziali nel modo in cui viene trattata la tredicesima. In alcuni Paesi, questa mensilità aggiuntiva è meno diffusa o ha caratteristiche diverse. Le modalità di calcolo, l’importo e persino la finalità della tredicesima possono variare significativamente da un Paese all’altro. In Italia, la tredicesima è profondamente radicata nel nostro sistema retributivo e rappresenta un diritto acquisito per molti lavoratori; in altri Paesi non è così.

Prospettive future della tredicesima alla luce della digitalizzazione del lavoro e dell’economia gig

Guardando al futuro, la tredicesima si trova a dover affrontare sfide inedite legate alla digitalizzazione del lavoro e all’emergere dell’economia gig. La crescente diffusione del lavoro autonomo e atipico, così come l’introduzione di nuove forme di retribuzione, mette in discussione i modelli tradizionali di calcolo della tredicesima, basati sul contratto di lavoro subordinato. È probabile che, in futuro, la tredicesima si evolva verso forme più flessibili e personalizzate, legate al raggiungimento di obiettivi individuali o aziendali, piuttosto che a una semplice proporzione della retribuzione annuale.

L’erogazione nel 2024

La tredicesima del 2024 rappresenta una boccata d’ossigeno per l’economia italiana. Con un aumento del 7,8% rispetto all’anno precedente (quindi circa 4 miliardi in più), si tratta di una somma considerevole che verrà destinata principalmente ai consumi, in particolare nel periodo natalizio (come sempre, d’altronde). Questa iniezione di liquidità stimolerà l’economia, sostenendo le imprese, soprattutto quelle del commercio al dettaglio.

Ma la tredicesima non servirà solo per i regali di Natale. Molte persone utilizzeranno questa somma aggiuntiva per pagare debiti pregressi, come mutui o bollette, o per mettere da parte dei risparmi. Questo atteggiamento più prudente è comprensibile, dato il periodo di incertezza economica che stiamo attraversando.

L’impatto della tredicesima si farà sentire su diversi fronti: dalle vendite natalizie, che dovrebbero ricevere una spinta significativa, ai saldi invernali, che potrebbero beneficiare di un maggiore potere d’acquisto da parte dei consumatori.

Conclusioni e prospettive future

La tredicesima del 2024 si inserisce in un contesto economico complesso e incerto. Da un lato, rappresenta un’importante fonte di reddito per molte famiglie, dall’altro solleva interrogativi sulla sua sostenibilità e sulla sua capacità di rispondere alle nuove sfide del mercato del lavoro.

In futuro, è probabile che il dibattito sulla tredicesima si intensifichi, con la richiesta di una riforma che renda questo istituto più equo e più efficace. Al tempo stesso, sarà necessario trovare un equilibrio tra le esigenze dei lavoratori, delle imprese e dello Stato, tenendo conto delle specificità del contesto economico e sociale italiano.

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