Al Premio Letterario Città di Sarzana, “Vergogna Partigiana” dell’ANPI Liguria

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Conto e carta

difficile da pignorare

 


Il motivo di tanta demenziale sciocchezza partigiana ? Innanzitutto, il fatto che detto avvocato abbia partecipato con il saggio Anche i Fascisti hanno diritti. Settant’anni di processi al Saluto Romano”, già noto best seller, al Concorso Letterario Internazionale Città di Sarzana, vedendosi premiato, come da foto sottostante, dal giudizio unanime della giuria per “gli spunti di analisi e dialettica” sviluppati.
Poi, il fatto che, al momento della premiazione a Sarzana, l’avvocato Minutillo abbia voluto dedicare il riconoscimento attribuitogli alla memoria dei caduti fascisti negli scontri a Sarzana del luglio 1921 contro i cosiddetti Arditi del Popolo, variegata formazione antifascista, dagli anarchici ai repubblicani, dai socialisti ai comunisti. Infine, il fatto che l’indomito Francesco Minutillo abbia pronunciato la sua dedica davanti al gonfalone del Comune di Sarzana, oltraggiandone, di proposito – questo sempre a detta degli sconsiderati eredi dell’anacronistico partigianato ANPI –  la medaglia d’argento alla Resistenza, quindi, per estensione, offendendo la democrazia e la nostra stessa Costituzione.                                                                     

                                                               

Sicuramente, è facile capire quanto agli attuali, patetici partigiani liguri siano girate o sia bruciato chissà mai cosa, lascio la scelta al lettore: non può che rosicare chi da tempo digiuno di un palese, reale nemico fascista; di più, non può che rosicare chi riottoso ad accettare che la nazione sia governata con ampio consenso democratico dagli eredi dello stesso avversario, combattuto, vinto e, ancora dopo, massacrato, ma, comunque, sopravvissuto in tanti suoi valori perché indenne dai vani trasformismi che hanno, invece, mandato gambe all’aria tanta prosopopea politica della sinistra italiana.
Altrettanto, non può che rosicare il coriaceo partigianato ANPI, costretto a fare i conti con il giovane avvocato forlivese Minutillo e il suo articolato saggio che sul filo di un’attenta analisi giuridica discute, difende il diritto di chi fascista, per idealità e principi, a manifestare in ambito commemorativo, e solo in tale frangente, con la ritualità gestuale, simbolica ed acclamante della tradizione celebrativa del Ventennio: tutto questo prendendo spunto da una recente, favorevole sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite, sollecitata da ben settant’anni di processi al saluto romano, all’appello del “Presente!” ed altra ritualità, ricorrente in momenti celebrativi della memoria fascista.
In questo caso, giudici di Cassazione in errore oppure semplicemente liberi dalla prevalente, ordinaria, usuale soggezione della magistratura alla sinistra?

Conto e carta

difficile da pignorare

 

                                                                   

Un saggio, quello dell’avvocato Minutillo, che muove da una solida conoscenza del diritto, soprattutto da una vasta esperienza professionale, per questo meritatamente rivelatosi un best seller. Ammesso, ma ne dubito, che i partigiani dell’ANPI ligure abbiano la dote riflessiva dell’obiettività, spero che perlomeno leggano le pagine del legale forlivese prima di parlarne ancora a vanvera, facendola fuori dal vaso e, cosa peggiore, falsificando la storia e manipolando la Carta Costituzionale.
La Costituzione vale per tutti senza esclusione di alcuno perché di ogni cittadino assicura, tutela la manifestazione del pensiero e la professione della propria fede, religiosa o politica che sia; la Costituzione proibisce nelle sue disposizioni transitorie solo la ricostituzione del disciolto PNF (Partito Nazionale Fascista), il che non significa affatto la proibizione di nutrire e manifestare idealità, principi fascisti, compresa la loro ritualità celebrativa in un contesto commemorativo.
Studino, dunque, imparino e riflettano i partigiani liguri, anziché blaterare “a bischero sciolto”; non si lascino più infinocchiare da “cattivi maestri”, magari eredi, questi sì pericolosi, di chi, in passato, anche riguardo ai fascisti voleva colpirne uno per educarne cento; abbiano dignità e coraggio come Francesco Minutillo.
Francesco Minutillo ha partecipato al concorso letterario sarzanese con un’opera, già ampiamente nota per il suo esplicito contenuto a difesa di taluni diritti dei cittadini fascisti; lo ha fatto con la dignità e il coraggio del vinto, anch’egli erede di un tragico passato, quello de Il sangue dei vinti” di Giampaolo Pansa; legittimamente ha esercitato il diritto di ciascuno a celebrare la memoria dei propri morti; soprattutto, anche provocatoriamente, ha sollecitato a spalancare del tutto l’armadio con tanti scheletri della Resistenza e dei suoi partigiani, trascorsi e attuali.
Con coerenza Francesco Minutillo si è rivelato fedele alle sue idee di sempre, a sostegno di una destra sociale e radicale, insomma si è confermato indisponibile a restare in ombra come reietto della storia.
Molto mi divide dall’avvocato forlivese, ma il possibile contrasto con gli altri non ha mai incrinato la mia inclinazione al confronto, al dialogo con chiunque da me diverso, ideologicamente e politicamente. I partigiani dell’ANPI della Liguria hanno ora la pretesa che la Giuria del Premio Letterario di Sarzana ritiri il riconoscimento all’avvocato Minutillo; quindi, pretendono che detta Giuria e le istituzioni sarzanesi, promotrici del concorso letterario, prendano la distanza dall’avvocato forlivese e dal suo saggio.

                                           

Certo, sorprende questa giuria letteraria, fragile e imbelle vaso di coccio, così prona alla politica e all’ANPI, in barba ai valori della cultura della quale si proclama alfiere.
Questa è piena censura, è spregevole attacco alla libertà di pensiero, ma, sotto sotto, credetemi, è pure conferma della fine, da tempo segnata, della falsa epica resistenziale, da decenni imposta dalla logica del vincitore, anche a carico del contribuente italiano, considerato il finanziamento pubblico dell’ANPI, associazione partigiana solo divisiva e nemmeno pienamente identitaria dell’intera comunità nazionale.
Comprendo l’imbarazzo dell’ANPI ligure, triste sodalizio militante tra la dimensione geriatrica di pochi partigiani, nostalgici della caccia senza pietà al fascista, e la pulsione farneticante di esaltati studentelli, perlopiù figli di papà, uniti a fancazzisti ecologisti e dei centri sociali. Non è più tempo, basta con l’ANPI che insiste a perpetuare un clima da guerra civile!

___________________FRANCO D’EMILIO 

 



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