Gli agricoltori del Friuli Venezia Giulia si associano alla protesta contro gli accordi col Mercosur

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Strasburgo – Ci sono anche gli agricoltori del Friuli Venezia Giulia accanto a quelli europei che stanno protestando contro l’accordo commerciale tra l’Unione Europea e il Mercosur, che comprende Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay. Temono che l’aumento delle importazioni di prodotti agricoli sudamericani, spesso prodotti con standard meno rigorosi, possa danneggiare il settore agroalimentare europeo.

L’accordo prevede, tra l’altro, un aumento delle quote di importazione di carne bovina dal Mercosur del 50%, pari a 99.000 tonnellate, suscitando preoccupazioni tra gli allevatori europei per la concorrenza che ne deriverebbe.

Le proteste

A Strasburgo, un centinaio di trattori di agricoltori francesi, tedeschi e belgi hanno bloccato la strada che porta al Parlamento europeo, esprimendo in questo modo la loro opposizione all’accordo.
(Nella foto, l’europarlamentare del FVG Anna Maria Cisint solidarizza con gli agricoltori).

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Le proteste si sono estese in tutta Europa, con manifestazioni in Francia, Germania, Polonia e Romania. Gli agricoltori criticano anche le politiche del Green Deal europeo, ritenendo che le nuove normative ambientali possano penalizzare ulteriormente il settore agricolo.

Coldiretti e Filiera Italia contro il Mercosur

Ferma anche l’opposizione di Coldiretti e Filiera Italia. L’organizzazione degli agricoltori e il consorzio industriale chiedono un ripensamento dell’intesa, giudicata squilibrata e penalizzante per l’agroalimentare europeo, soprattutto per il Made in Italy.

Un settore sacrificato

Nonostante l’agroalimentare rappresenti un pilastro crescente dell’economia europea – con esportazioni in aumento – Coldiretti denuncia che il settore continua a essere trattato come una merce di scambio, sacrificato in nome di interessi commerciali più ampi. Un esempio citato riguarda lo stanziamento di 1,8 miliardi di euro da parte dell’UE per favorire la transizione verde e digitale degli agricoltori sudamericani, contro il miliardo riservato alle aziende agricole europee per mitigare i danni che deriverebbero dall’accordo. “Di fatto – osserva Coldiretti – si investe nell’agricoltura del Mercosur mentre si abbandonano le imprese agricole europee, con un bonus che somiglia a una rottamazione”.

Concorrenza sleale e rischi per i consumatori

La principale critica avanzata da Coldiretti e Filiera Italia riguarda l’apertura a una concorrenza sleale. Nei Paesi del Mercosur, pratiche come l’uso intensivo di antibiotici e pesticidi vietati in Europa rappresentano una minaccia non solo per gli agricoltori europei, ma anche per la sicurezza dei consumatori. A ciò si aggiungono le carenze nell’applicazione delle denominazioni di origine protetta, che favoriscono le contraffazioni alimentari, danneggiando il Made in Italy e compromettendo la qualità dei prodotti in commercio.

Sul piano etico, l’accordo non affronta adeguatamente le violazioni dei diritti dei lavoratori nei Paesi sudamericani, che Coldiretti definisce “gravi e sistemiche”.

La necessità di rinegoziare l’accordo

Per Coldiretti e Filiera Italia, l’attuale versione dell’accordo non risponde ai requisiti di reciprocità e sostenibilità richiesti. Le due organizzazioni chiedono una rinegoziazione che garantisca regole paritarie per tutti gli attori coinvolti, un maggiore controllo sui prodotti importati e un aumento degli aiuti diretti della Politica Agricola Comune (PAC), destinandoli esclusivamente ai veri agricoltori.

“Questo accordo, nella sua forma attuale, minaccia l’agricoltura europea e non tiene conto dello sviluppo sostenibile globale”, ribadiscono. Il governo italiano è chiamato a un ruolo cruciale, per far valere le ragioni di un settore che rappresenta non solo un’eccellenza economica, ma anche culturale e sociale.

La risposta delle istituzioni

Il tema è stato affrontato anche dalla premier Giorgia Meloni, che ha sottolineato come l’accordo debba offrire garanzie reali e opportunità di crescita per il settore agricolo europeo. In caso contrario, ha avvertito, l’Italia non sosterrà la firma.

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Da parte sua, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha avviato un “dialogo strategico” sul futuro dell’agricoltura nell’UE, riconoscendo la crescente polarizzazione e divisione sui temi agricoli e sottolineando l’importanza del dialogo per superare queste sfide.



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