Pd, in coma tesserato a sua insaputa in Campania. Misiani: “Vergogna”

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Un uomo è ricoverato in ospedale, in coma per due mesi: ma si ritrova iscritto al Pd. Succede a San Martino Valle Caudina, in provincia di Avellino. La moglie chiede spiegazioni al circolo locale del partito per capire chi ha firmato e pagato quella tessera. E la donna invia una lettera al Corriere dell’Irpinia. Scoppia il caso. Interviene il commissario del Pd in Campania, Antonio Misiani: “Quello che è successo, è una vergogna: verificheremo”. E annuncia il pugno duro del partito. Che di recente a Caserta ha cancellato 9 iscritti: addirittura il presidente del consiglio regionale Gennaro Oliverio, reo di aver sostenuto alle elezioni partiti e liste avversarie del Pd. Mentre in queste ore si inseguono voci su boom di tessere anomale a Salerno. Intanto tiene banco la vicenda irpina. Il malcapitato iscritto ai dem si chiama Giovanni Mista.

“Mio marito – racconta la moglie – non ha potuto firmare la tessera Pd, perché era ricoverato in ospedale. È stato ben due mesi in coma per un attacco celebrale, poi trasferito in una clinica riabilitativa. Non so chi ha firmato e pagato la quota della tessera, ma qualcuno a nostra insaputa, per proprio tornaconto politico”. La donna svela i retroscena dell’iscrizione fantasma: “Ho chiesto delucidazioni al segretario del circolo Pd, che dopo avermi confermato che mio marito era tesserato, mi ha detto prima che il nome era stato fatto dal sindaco, salvo poi ritrattare dopo pochi minuti sostenendo che i nomi erano stati prelevati dalle liste degli anni precedenti, seppur senza alcuna espressione di volontà o adesione”. Dal Comune irpino filtra che potrebbe esserci un caso di omonimia nel tesseramento. Ma la donna insiste: “Quello di mio marito non è un caso isolato. Anche una mia amica è stata iscritta assieme ai suoi due fratelli, a sua insaputa. Mi è stato chiesto di chiudere in modo amichevole la vicenda con una telefonata di scuse per quanto avvenuto. Ma io non so che farmene delle scuse”.

Duro Misiani, commissario Pd in Campania voluto dalla segretaria Elly Schlein: “Ho intenzione di verificare fino in fondo quello che è successo che è una vergogna. Noi i ‘signori delle tessere li abbiamo mandati via. Abbiamo contrastato e contrasteremo fino in fondo qualunque forma di abusi e di irregolarità. I provvedimenti li prenderemo verso chi ha fatto una tessera falsa ad una persona che non aveva la minima intenzione. Il diretto interessato ha la mia solidarietà così come i familiari che hanno denunciato. Non hanno e non avranno la mia solidarietà i cretini che hanno fatto questa cosa”.

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E in serata la precisazione della segreteria provinciale del Partito Democratico di Avellino. “Abbiamo appreso dalla stampa della vicenda di una presunta iscrizione al Pd da parte di un cittadino di San Martino Valle Caudina che sarebbe stato impossibilitato a sottoscrivere la tessera per gravi ragioni di salute. Dalle verifiche che abbiamo effettuato in queste ore G.M, queste le iniziali del presunto tesserato, è stato iscritto al nostro partito fino al 31 dicembre 2022. Non c’è adesione per il 2023 e non c’è nemmeno per il 2024. C’è, al contrario, un tesserato con adesione valida per il 2023 le cui iniziali sono G.N.. Per un refuso G.M, il quale, ribadiamo, non ha sottoscritto alcuna adesione, è stato riportato nell’elenco generale. Ma non essendoci adesione, non può essere considerato un tesserato. Una sola lettera di differenza tra i cognomi che ha sollevato, nostro malgrado, un polverone che volentieri avremmo evitato”.

“Detto questo – continua la nota – abbiamo comunque attivato tutti gli organismi competenti, in primis la commissione provinciale per il tesseramento e la commissione provinciale di garanzia per tutte le verifiche del caso. Ne va della onorabilità di questa federazione che da sempre, con impegno e dedizione, porta avanti un’azione politica indirizzata all’interesse dei nostri territori e improntata alla più totale trasparenza. A tal riguardo la nostra federazione si riserva di intraprendere tutte le azioni legali del caso a tutela della propria rispettabilità e contro chi ha diffuso notizie infondate che rischiano di ledere fortemente la nostra immagine a livello locale, regionale e nazionale”, così si conclude il documento.



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