Agenda G7, gli impegni del Gender Equality Advisory Council

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Le raccomandazioni contenute nel Rapporto presentato alla Camera dei deputati

Pubblicato:20-12-2024 13:24

Ultimo aggiornamento:20-12-2024 13:24


ROMA – In un mondo che quotidianamente deve confrontarsi con numerose crisi e trasformazioni sociali, tra cui quelle legate alla salute, all’istruzione, alla transizione demografica, alle dinamiche geopolitiche e ai cambiamenti climatici, è necessario riconoscere che l’incertezza e le minacce globali hanno un impatto negativo e sproporzionato principalmente sulle donne e sulle ragazze. Sotto la presidenza italiana del G7, il Gender Equality Advisory Council (Geac) riafferma quindi il suo impegno a ‘porre l’empowerment delle donne in primo piano nell’agenda del G7, che ricopre un ruolo fondamentale nell’affrontare le più importanti sfide globali, promuovendo una pace sostenibile, la crescita economica e un progresso sociale inclusivo’.

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Per raggiungere questi obiettivi è necessario agire ‘attraverso un approccio globale e lungimirante, fondato sulla consapevolezza che la promozione delle pari opportunità e l’accettazione delle specificità e delle differenze delle donne sono elementi essenziali, e richiedono l’attivazione di uno sforzo trasversale e multidimensionale’. È quanto emerge dal Rapporto del G7 Geac 2024, presentato in settimana alla Camera dei deputati, presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto. Presenti alla conferenza stampa, tra gli altri, la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, e la presidente del Geac, Marina Terragni.

Il Geac è l’organo consultivo indipendente del G7 sulle tematiche della parità di genere e dell’empowerment femminile, istituito per la prima volta nel 2018 con l’obiettivo di fornire raccomandazioni specifiche ai leader del G7. Il Geac 2024, sotto la guida della presidente Terragni, ha presentato le sue Raccomandazioni ai Leader del G7 in occasione del Vertice di Borgo Egnazia del 13-15 giugno 2024. I temi al centro delle Raccomandazioni sono stati: conflitti, cura, Generazione Z e istruzione. Il Rapporto Geac 2024, che rappresenta il culmine del lavoro del Geac, approfondisce ulteriormente tali tematiche, proponendosi come una guida strategica per la promozione dell’empowerment femminile e la tutela dei diritti delle donne per i G7 a livello globale. ‘L’approfondimento delle quattro aree prioritarie è necessario per rendere evidenti quali siano oggi i concreti bisogni femminili- hanno fatto sapere gli esperti- e di quanto donne e ragazze siano potenziali agenti del cambiamento nel panorama globale in evoluzione’. Il Rapporto Geac 2024 si presenta, quindi, come un documento strategico a guida dell’azione politica ed una call to action per tutto il sistema G7 per la promozione dell’empowerment delle donne e il rafforzamento della loro tutela. Ecco, nello specifico, i quattro punti:

CONFLITTI – ‘Stiamo assistendo ad un sempre più evidente arretramento dei diritti delle donne- sottolineano gli esperti nel documento- L’instabilità economica, sociale e politica globale ha avuto un impatto decisivo sugli sforzi per il raggiungimento dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile n. 5 delle Nazioni Unite, che mira all’uguaglianza di genere e all’empowerment di tutte le donne e le ragazze. Oggi, più di 614 milioni di donne e ragazze vivono in Paesi colpiti da conflitti, con un aumento del 50% rispetto al 2017. In queste regioni, le donne diventano troppo spesso bersaglio di violenza, mentre dovrebbe essere maggiormente valorizzato il loro ruolo come promotrici di una pace duratura. La sotto rappresentazione delle donne nei negoziati di pace non è solo un problema di squilibrio di genere, ma diventa anche un’opportunità mancata per arrivare a trovare soluzioni di pace sostenibili, durature e più giuste’. Nonostante la storica adozione della Risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, avvenuta oltre vent’anni fa, in cui si sottolineava l’importanza della partecipazione delle donne ai processi di risoluzione dei conflitti, rileva che nel 2023 le donne costituivano solo il 9,6% dei negoziatori di pace a livello globale.

‘Questo dato- dicono gli esperti del Geac- sottolinea l’urgente necessità di rafforzare meccanismi che consentano alle donne di esercitare la propria influenza nei processi di costruzione della pace, eliminando le barriere che ostacolano la loro partecipazione. Il G7 ha un ruolo centrale nel sostenere l’adozione di approcci inclusivi alla sicurezza internazionale, riconoscendo che la pace è reale e duratura quando sono rappresentate le voci di tutti i soggetti interessati, a partire dalle donne’.

CURA – Sebbene sia fondamentale per la società e l’economia globale, e nonostante la crescente domanda di assistenza, il lavoro di cura rimane sistematicamente sottovalutato. ‘Le donne continuano ad avere sulle proprie spalle una quota sproporzionata di responsabilità per le attività di assistenza (che rimangono invisibili perché svolte nelle mura domestiche)- fanno sapere nel Rapporto Geac 2024- quasi sempre senza ricevere una retribuzione. Questa mancanza di riconoscimento alimenta anche forme di lavoro non regolamentato, ostacola il progresso economico e rafforza le disuguaglianze in termini di reddito’.

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Considerando l’avanzamento dell’invecchiamento della popolazione e dell’evoluzione dei bisogni sociali, il lavoro di cura è destinato a diventare un motore economico ‘sempre più centrale nei prossimi decenni’ (creando potenzialmente quasi 300 milioni di posti di lavoro entro il 2035), e mettendo ‘ulteriormente a dura prova la capacità delle donne di conciliare carriera, vita personale e obblighi familiari’. Riconoscere il valore della cura non solo come bene sociale, ma anche nella sua dimensione economica, potrebbe allora trasformare il lavoro di cura in una componente rispettata e vitale della forza lavoro, contribuendo all’uguaglianza tra uomini e donne e sostenendo la stabilità della società. Il G7 può supportare la visione di quella che può essere definita una ‘CaRevolution’, trasformando la cura da onere invisibile a strumento economico che merita investimenti e sostegno pubblico, ponendola al centro delle relazioni umane e valorizzando le competenze acquisite attraverso questa esperienza.

GENERAZIONE Z – Come prima generazione completamente digitale, la Generazione Z si trova ad affrontare pressioni di natura sociale, economica e psicologica senza precedenti, aggravate dalla realtà di un mondo in rapida evoluzione. ‘I social media, che rappresentano una componente centrale della vita quotidiana della Generazione Z, offrono numerose opportunità, ma comportano anche la presenza di numerose sfide, soprattutto per le giovani donne. Se da un lato le piattaforme digitali offrono spazi di connessione e di espressione di sé- sottolineano gli esperti del Geac- dall’altro espongono le giovani donne a stereotipi dannosi, cyberbullismo e sessualizzazione precoce; tali fattori sono collegati ad un aumento dello stato di ansia, di fenomeni depressivi e problemi relativi all’immagine del proprio corpo. I problemi di salute mentale delle giovani donne hanno raggiunto oggi i massimi storici e i social media contribuiscono in modo significativo ad alimentare il senso di isolamento e inadeguatezza’.

Mentre questa generazione naviga nel complesso panorama dell’era digitale in un contesto di incertezza, è ‘essenziale promuovere politiche che salvaguardino il loro benessere, limitino i contenuti dannosi e aumentino l’alfabetizzazione digitale. Investire nel sostegno alla salute mentale per la Generazione Z non significa solo rispondere ai bisogni immediati: è un impegno a lungo termine per costruire generazioni future resilienti e prospere. Il G7 si trova in una posizione privilegiata per sostenere tali priorità in maniera efficace, promuovendo misure per rendere gli spazi digitali sicuri, solidali e promotori di uno sviluppo positivo’.

ISTRUZIONE – L’istruzione è da tempo riconosciuta come l’elemento alla base dell’empowerment di donne e le ragazze. ‘L’accesso a un’istruzione di qualità, infatti, è uno degli strumenti più potenti per interrompere il ciclo della povertà, della disuguaglianza e della violenza, permettendo di poter contare su competenze e conoscenze necessarie per plasmare il proprio futuro. Le barriere di accesso e permanenza nei sistemi di istruzione rimangono però radicate in molte parti del mondo, spesso alimentate da norme culturali, vincoli economici e instabilità politica. Le ragazze che vivono in aree caratterizzate da una condizione di conflittualità, come l’Afghanistan, continuano a subire gravi restrizioni nell’accesso all’istruzione, rendendo necessario un impegno internazionale per sostenere e proteggere questo diritto umano fondamentale’.

L’istruzione non rappresenta solo un percorso di empowerment individuale, ma diventa un ‘elemento cruciale per la costruzione di società resilienti alle crisi future. Le ragazze istruite- evidenzia il Rapporto- hanno maggiori probabilità di contribuire allo sviluppo sostenibile e alla capacità di ripresa nelle regioni colpite dai cambiamenti climatici, rendendo l’equità educativa un investimento essenziale per un futuro segnato dalle sfide ambientali’. Inoltre, in un mondo sempre più tecnologico, la promozione dell’alfabetizzazione digitale per le ragazze dovrebbe essere un ‘investimento essenziale, finalizzato a colmare i divari presenti nei settori delle discipline Stem, nonché nel campo dell’intelligenza artificiale. Impegnandosi a supportare un’istruzione inclusiva e di qualità a livello globale, il G7 può creare le condizioni per dare forma ad un futuro sicuro, equo, pronto all’innovazione, e preparato ad affrontare le complesse sfide degli anni che verranno’.

L’impegno del Geac 2024 sui temi dei conflitti, della cura, della Generazione Z e dell’istruzione riflette l’urgenza di dare ‘potere alle donne e alle ragazze in ogni ambito della vita, rendendo evidente la natura interconnessa delle sfide da affrontare e delle relative soluzioni globali necessarie’. Nel Rapporto vengono raccolti numerosi spunti di attualità, come l’adozione della recente legge in Australia per limitare l’uso dei social media ai ragazzi e alle ragazze di giovane età, e la necessità di riconoscere lo sport come un importante elemento di empowerment, garantendo alle donne e alle ragazze una pratica e competizioni sportive sicure, eque, e rispettose della loro dignità. Nel Rapporto, il Geac ricorda anche che l’uguaglianza tra donne e uomini ‘non sarà raggiunta senza l’eliminazione di tutti i tipi di violenza contro le donne e le ragazze’.

Affrontare ed eliminare la violenza in tutte le sue forme è infatti un prerequisito fondamentale per l’empowerment femminile e la realizzazione del pieno potenziale delle donne. Il Rapporto Geac 2024 invita infine i Leader del G7 a dedicare la ‘massima attenzione alle quattro priorità tematiche scelte, come parte di un impegno più ampio e più incisivo. Il G7, nella sua configurazione di piattaforma globale, ha la grande responsabilità di guidare i progressi in queste aree, promuovendo un mondo in cui l’uguaglianza e il significato politico delle differenze tra donne e uomini non siano solo obiettivi ma principi guida per tutti, in cui le donne e le ragazze non siano semplici partecipanti, ma leader al fianco degli uomini nella costruzione di un futuro più giusto e sostenibile’, concludono gli esperti.

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