Da Giolitti a Mussolini e poi Einaudi: le norme che ‘salvano’ Enel dal pagamento di 7 milioni per lo sfruttamento delle centrali idroelettriche

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Tutto da rifare: sulla annosa controversia giudiziaria che vede opposti Regione Molise e Enel (in quanto produttore di energia derivata dalle centrali idroelettriche della provincia di Isernia, compresa quella di Pizzone al centro di un altro progetto e caso ambientale/politico) si torna al punto di partenza.

Il Tribunale delle Acque pubbliche ha dichiarato la propria incompetenza e quindi la Regione – con delibera di giunta 595 del 19 dicembre 2024 – ha dato mandato all’Avvocatura regionale “l’incarico di proseguire o avviare nuovamente, nelle forme ritenute più opportune ed utili, l’azione finalizzata all’accertamento dei diritti di credito della Regione Molise ed al recupero di tutti quelli già maturati nei confronti di Enel S.p.A., con ogni e più ampia facoltà di legge”.

La Regione ritiene di “avanzare” oltre 7 milioni di euro da Enel e lo ha anche ‘recriminato’ quando la multinazionale ha avviato l’iter per la realizzazione di una nuova centrale idroelettrica, la “Pizzone II” finita al centro di un durissimo braccio di ferro che ha costretto l’azienda a sospendere ogni percorso autorizzativo e a ripresentare (qualche mese fa) un nuovo progetto.

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L’esito è stato identico: il muro del no che si è alzato, nella fase delle osservazioni, ha coinvolto anche la Regione Molise. Quella centrale non s’ha da fare. Anche perché, si potrebbe sintetizzare, non solo l’ambiente e l’ecosistema verrebbero compromessi irrimediabilmente, non solo le acque del lago di Castel San Vincenzo sarebbero utilizzate per il ripompaggio (e quindi perderebbero il loro fascino e utilizzo a fini turistici) ma ci dovete pure parecchi milioni di euro per concessioni mai onorate.

Ad oggi, sette milioni 342 mila 73 euro e 52 centesimi per essere precisi. Nel 2018, è stato avviato l’iter giudiziario dinanzi al Tribunale regionale delle Acque Pubbliche presso la Corte di appello di Napoli.

La sintesi del ragionamento portato avanti dalla Regione Molise è presto detta: secondo l’ente, la società Enel deve corrispondere i canoni di concessione a partire dal 2003. L’esenzione della quale ha goduto Enel risulta fondata su un impianto normativo datato e superato dall’incastrarsi di alcune condizioni.

La prima legge di riferimento è datata 1904, ai tempi di Giolitti: l’articolo 18 della legge 351 – reca i provvedimenti per il risorgimento economico di Napoli – autorizzava il Governo a concedere “a perpetuità e gratuitamente al Municipio di Napoli la facoltà di derivare tutta la forza idraulica, di presso a 16,000 cavalli, ricavabile dalle sorgenti del Volturno, situate alla quota di 548 metri sul livello del mare, in territorio di Rocchetta, provincia di Campobasso, allo scopo di condurre la forza predetta, trasformata in energia elettrica, nel territorio del Comune di Napoli in base a progetto tecnico da compilarsi e approvarsi a norma del regolamento 26 novembre 1893 n. 710, per le derivazioni di acque pubbliche”.

A questa norma di inizio Novecento, si aggiunge poi la legge 375 del 1921 (l’anno prima dell’ufficiale inizio del fascismo con Mussolini), che reca i provvedimenti per l’Ente Autonomo Volturno che aveva la facoltà di derivare gratuitamente l’acqua a scopo idroelettrico dalle sorgenti del Volturno per produrre energia da destinare alla città di Napoli (Ente sostituito poi da Enel spa nel 1962, società subentrata nella titolarità delle concessioni di derivazione idroelettrica).

Si arriva al 1953, al decreto del Presidente della Repubblica (Luigi Einaudi) numero 5221, controfirmato dal Ministero dei lavori Pubblici e dall’Ufficio del Genio Civile, in base al quale la concessione è “assentita in perpetuo e gratuitamente” ed è subordinata all’osservanza delle condizioni già contenute nel disciplinare numero 719 del 18 maggio 1951 del Ministero dei Lavori Pubblici e nel disciplinare suppletivo numero 1048 del 1953 del Ministero dei Lavori Pubblici, a cui è poi seguito il disciplinare aggiuntivo numero 8680 del 5 marzo 1959.

La Regione Molise ritiene che non abbia più fondamento giuridico la gratuità della concessione di derivazione dal fiume Volturno visto il Dpr 327 entrato in vigore nel 2003 ha abrogato la norma del 1904 e, a cascata, il resto.
Quindi la Regione Molise ha diritto a percepire i canoni di derivazione a far data dal 2003. In provincia di Isernia, Enel Spa produce energia elettrica principalmente attraverso gli impianti di grande derivazione ubicati sull’asta del Volturno e cioè I Salto Rio Torto, II Salto Rio Torto (Pizzone), III Salto Rio Torto (Rocchetta), I Salto Volturno (Rocchetta) e II Salto Volturno (Ponte Rotto).

Nel 2018 la Regione prende in mano la questione e comincia la sua battaglia giudiziaria per il riconoscimento di questo indennizzo, a valere dal 2003. L’Enel rileva l’inammissibilità e l’infondatezza del ricorso perché, a suo dire, “l’autorità giudiziaria non può sostituirsi alla pubblica Amministrazione nel modificare un provvedimento amministrativo” e che “manca il presupposto per la disapplicazione degli atti amministrativi, sostenendo, quindi, che la previsione di gratuità della concessione si fonda su provvedimenti amministrativi legittimi ed efficaci”.
In più, Enel – evidenzia la Regione Molise – chiede la liquidazione di una somma corrispondente all’ammontare dei canoni di derivazione nonché il riconoscimento di un per un periodo in cui la pretesa sarebbe prescritta, contestando altresì la quantificazione degli importi con riferimento alla “Centrale I Salto Rio Torto”, mai pervenuta alla sua attenzione.

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“Alla fine della fiera” come si suol dire, il Tribunale delle Acque Pubbliche ha sentenziato qualche settimana fa di non essere competente, dichiarando il difetto di giurisdizione e ha condannato la Regione Molise a rifondere “ad ognuna delle convenute costituite Enel produzione e Enel spa” oltre 10mila euro più le spese accessorie.

Cornuti e mazziati? Nemmeno per sogno: la Regione Molise cerca la strada per andare avanti e reclamare il rispetto dei suoi diritti mentre Enel si prepara ad un nuovo assalto, a gratis. Con la nuova centrale idroelettrica di Pizzone II, nel cuore del Molise più autentico e del Pnalm.

 





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