Coffee table book di architettura e design da regalare a Natale

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Mancano pochi giorni alle feste natalizie e non abbiamo più idee per gli ultimi doni da mettere sotto l’albero? Possiamo puntare su un coffee table book come regalo da fare a Natale: sono perfetti, nel loro formato XXL, per stupire con la forza delle immagini anche i più scettici e ostili alla magia delle festività. Ma ovviamente c’è molto di più. Bellissimi e, spesso con copertine patinate o di grande effetto visivo, una volta aperti – su un coffee table come il nome esige – quei maxi-volumi presentano scenari e punti di vista insoliti e originali. La selezione dei libri illustrati di elledecor.it da regalare a Natalesi concentra su architettura e interior design, arte, moda e fotografia, a volte anche con incursioni che intrecciano tra loro le discipline. Ma ci sono anche proposte curiose, come il coffee table book che è un racconto visivo del Natale oppure il volume sulle avventure di viaggio in stile Wes Anderson. Si possono attingere suggerimenti per i doni da fare a professionisti, appassionati e cultori di queste tematiche, oppure, perché no, fare un regalo a noi stessi. Buon Natale!

Marsilio Arte – The Christmas Book

The Christmas book. Ediz. italiana

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Che Natale sarebbe senza un libro che celebra, in tutti i suoi più diversi aspetti, quella che è una delle festività religiose e culturali più diffuse al mondo? “The Christmas Book”, ideato da Phaidon e pubblicato in Italia da Marsilio Arte, è un racconto visivo del Natale e delle sue tradizioni che si compone attraverso le riproduzioni di dipinti, libri, stampe, sculture, tessuti, ceramiche, fotografie, pubblicità (come quella creata dall’artista statunitense Haddon Sundblom per Coca-Cola che corrisponde all’immagine che comunemente le persone associano a Babbo Natale), selezionate da un gruppo internazionale di esperti. È un filo che si srotola, pagina dopo pagina, per legare storie, usanze, costumi e curiosità sul Natale accostando coppie di immagini, che giocano su contrasti e analogie, in modo da sorprendere o invitare alla riflessione: non importa se viviamo le feste appassionatamente o da Grinch. “The Christmas Book” è anche un viaggio che attraversa i continenti ed epoche diverse, toccando tappe molto diverse che includono l’Avvento e la Nascita di Gesù, l’albero di Natale e le sue decorazioni a tema, le tradizioni religiose, e culinarie di tutto il mondo, la cultura pop, i doni, oltre ai film classici sul Natale, le canzoni, i giocattoli, le riviste e le opere d’arte antiche e moderne. Dall’immagine di un vangelo del X secolo, che apre il libro, alla Natività di Sandro Botticelli, ai disegni natalizi degli anni Cinquanta di Andy Warhol, fino ai mitici anni ’80 e ’90 con i contributi di Keith Haring e Alexander McQueen, sono solo alcune degli esempi proposti. Completano il volume tre brevi saggi: lo storico dell’arte David Trigg esplora le origini religiose del Natale e della Natività; Sam Bilton, autrice e storica dell’alimentazione, si focalizza sulla tradizione dei cibi delle feste natalizie; Dolph Gotelli, professore di design ed esperto internazionale di Natale, approfondisce lo sviluppo della tradizione di San Nicola dal terzo secolo ai giorni nostri.

www.marsilioarte.it

Assouline – Street Art Icons: the story of Wynwood Walls, a cura di Jessica Goldman Srebnick

Street Art Icons: The Story of Wynwood Walls

La street art in un museo. Era il 2009 quando Tony Goldman fondava Wynwood Walls a Miami. Con un progetto di rigenerazione urbana esemplare, l’imprenditore immobiliare trasformava una distesa di magazzini fatiscenti, nel quartiere Wynwood della città della Florida, in un centro espositivo per la street art internazionale di primissimo piano, Wynwood Walls, paragonato da un artista come RISK, protagonista di quel mondo, “alle Olimpiadi della street art. Una vetrina annuale della migliore arte di strada del mondo”, per lo standard ai massimi livelli. Il volume pubblicato da Assouline ripercorre, anno dopo anno, la storia dell’istituzione americana, lunga quindici anni, e lo sviluppo seguito della street art anche attraverso fotografie inedite e contributi di alcune delle figure più rappresentative di quella forma artistica come Shepard Fairey, Maya Hayuk, Kenny Scharf, Ron English, che commentano il fenomeno di Wynwood Wall e il ruolo avuto nel mettere in luce e rendere protagonisti artisti affermati o ancora sconosciuti. Gli oltre 150 murales creati negli ultimi quindici anni, definiti “vivide immagini verbali” da Jeffrey Deitch, primo curatore di Wynwood Wall che firma anche l’introduzione, sono immortalati nelle pagine del volume negli scatti intensi di Martha Cooper. Per Jessica Goldman Srebnick, curatrice capo di Wynwood Walls e figlia del fondatore Tony Goldman, l’eredità è il segno che si lascia nel mondo e può nascere da un’idea audace: “mio padre immaginava un quartiere diverso da qualsiasi altro sul pianeta, che assomigliasse a un dipinto magistrale”.

www.assouline.com

Phaidon – Great Women Sculptors

PHAIDON Great women sculptors

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Great women sculptors

Da un nocciolo di ciliegio finemente intarsiato da Properzia de’ Rossi all’inizio del XVI secolo in Italia, un’epoca in cui si riteneva che solo gli artisti maschi fossero capaci di scolpire, passando per figure celebri come Louise Bourgeois, Agnes Denes, Gego e Ruth Asawa, fino a pioniere contemporanee quali Wangechi Mutu, Sarah Sze e Lee Bul, autrici delle opere più recenti. “Great Women sculptors”, pubblicato da Phaidon, invita a scoprire oltre 300 scultrici, tra le più significative e rivoluzionarie della scena artistica, che, originarie di 64 Paesi, ripercorrono 500 anni di ricerca e creatività. Il libro, che sottolinea la scultura al femminile e la sua evoluzione nella storia dell’arte, legge anche i cambiamenti degli ultimi tempi, che vedono aumentare i lavori di grande importanze assegnati a donne artiste così come le mostre a loro dedicate, per stilare i profili delle scultrici contemporanee. Seguendo l’ordine alfabetico, le artiste sono presentate da un breve testo che descrive la loro pratica, accompagnato dall’immagine di una loro scultura rappresentativa. Completano il volume un glossario di movimenti artistici, stili, materiali e tecniche. “La scultura è particolare: la sua storia persiste nel non vedere le donne. Piuttosto che espandere il canone, questo libro è un indice che rompe la visione tradizionale della scultura. Ripensa le strutture linguistiche di ciò che potrebbe essere la scultura e, così facendo, ripensa le strutture che formulano i presupposti della scultura e delle donne”, scrive nell’introduzione Lisa Le Feuvre.

www.phaidon.com

Gestalten – THE NORDIC HOME. Scandinavian living, interiors and design

Gestalten The Nordic Home: Scandinavian Living, Interiors and Design

Qual è l’essenza del design nordico? Ci guida a comprenderla e a riconoscerla il libro pubblicato da Gestalten, che ci conduce nelle nazioni nordiche all’estremità d’Europa, portandoci da Copenaghen a Oslo e da Stoccolma a Helsinki. “The Nordic Home” ci fa entrare in case, sia di campagna che di città, con interni sia di metà secolo che più recenti per cogliere tutte le diversità e le sfumature del design nordico nella sua identità progettuale, tra contraddizioni inaspettate, che si tratti di colori vivaci, contorni sorprendenti o materiali robusti. “Pur essendo poliedrica e aperta a molte interpretazioni, la casa nordica è un perfetto esempio di come la storia, il paesaggio naturale e le condizioni sociali di una regione possano plasmare i suoi edifici e interni, anche adesso, si legge, infatti, nell’introduzione. Si tratta di un design caratterizzato dal desiderio di semplicità, dall’attenzione per la natura riflesso in materiali onesti e naturali. Una delle ragioni del suo successo globale, evidenzia il testo introduttivo, consiste nel fatto che il design nordico è soprattutto funzionale oltre a combinare tutto questo con l’alta qualità e l’ambiente. L’obiettivo della riduzione nel processo di progettazione resta comunque l’aspetto che la maggior parte del design e dell’architettura nordica condividono. E questa eliminazione mirata degli elementi decorativi, non necessari per far eccellere l’essenza e la funzione di un oggetto o di un edificio, è una caratteristica che accomuna i paesi nordici e l’Asia, sebbene abbiano sviluppato questa etica in modo del tutto indipendente. Si tratta di una ricerca di essenzialità motivata non solo da una scelta estetica quanto funzionale, così come di una semplicità solo apparente, in quanto, invece, risultato di una progettazione complessa e articolata. Non resta, dunque, che aprire le porte di queste case: “la Nordic Home è un capolavoro di semplicità ingannevole e funzionalità elegante”.

www.gestalten.com

5 Continents Editions – Costume Balls: Dressing Up History, 1870–1927, a cura di Cynthia Cooper

Five Continents Editions Costume balls. Dressing up history 1870–1927. Ediz. a colori

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I balli in maschera sono stati per lungo tempo oggetto di interesse, avvolti da un’aura di fascino e mistero. I partecipanti potevano vestire abiti originali per trasformarsi in personaggi d’altri tempi, storici, esotici o di fantasia, eroi o eroine, vivendo in modo scenografico ed effimero altre identità e vite. Il libro pubblicato da 5 Continents Editions, a corredo della mostra omonima al McCord Stewart Museum di Montréal, esplora il fenomeno che un secolo e mezzo fa rappresentava il clou dell’intrattenimento sociale, esponendo le ricerche più recenti sviluppate in campo accademico e approfondendo i principali eventi in Canada e le loro radici coloniali, a comporre un ritratto dettagliato della storia del costume e della cultura dell’epoca. I balli, infatti, ampiamente raccontati dalla stampa, immortalati da importanti studi fotografici e descritti da autori famosi, tra cui osservatori diretti come Edith Wharton e Marcel Proust, si rivelano, più che eventi mondani, una ricca fonte di informazioni sui costumi e sulle aspirazioni dei contemporanei, come si legge nella prefazione di Anne Eschapasse, e allo stesso tempo esprimono messaggi più profondi, legati alle radici coloniali e al futuro imperiale dell’epoca. Non solo, il libro, nell’approccio multidisciplinare della curatrice, getta nuova luce su come questi balli su larga scala furono preparati, organizzati e catturati in immagini e stampe (e quindi nei ricordi), oltre che sulle modalità con cui hanno contribuito a costruire una storia nazionale. Dietro i costumi brillanti e colorati si nascondevano le ambizioni di una società d’élite desiderosa di essere al centro della scena per affermare i propri privilegi. “Costume Balls” contiene anche altri saggi che indagano come questi balli sono rappresentati nell’arte, nella fotografia e nei libri, mostrando una prospettiva decolonizzante sulla rappresentazione degli indigeni e di altre popolazioni emarginate. Una sezione è dedicata agli abiti straordinari indossati nel corso dei balli, presentati con immagini che ne mostrano particolari unici: la costruzione interna, le etichette, dettagli ravvicinati di tessuti e materiali, e confronti con fotografie d’archivio degli invitati agli eventi in maschera.

fivecontinentseditions.com

Phaidon – Design: The Leading Hotels of the World, di Spencer Bailey

Phaidon Design. The leading hotels of the world

Progetti dove l’eccellenza dell’ospitalità è in stretta connessione con architettura e design, che ne plasmano l’essenza. Il volume edito da Phaidon è un viaggio all’interno di 70 hotel selezionati nella collezione The Leading Hotels of the World, che riunisce strutture di lusso indipendenti ed esclusive in tutto il mondo. Molti hotel del volume nascono da ristrutturazioni o reinterpretazioni di posti storici o del passato, come il Bairro Alto Hotel di Lisbona i cui interni sono stati ridisegnati da Eduardo Souto de Moura, L’oscar London un tempo chiesa battista e ora reinterpretato dal design di Jacques Garcia. Ma confermano la loro vocazione all’accoglienza anche i lussureggianti giardini e le grandi sale al Chedi Muscat in Oman, realizzate da Jean-Michel Gathy o il Greenwich Hotel, di ispirazione zen, di Axel Vervoordt a New York City. E ancora il design è protagonista nel suo ruolo chiave, come testimoniano ulteriormente i tre hotel progettati da Norman Foster, vincitore del Pritzker Prize, il Capella a Singapore, The Dolder Grand a Zurigo e il Kulm Hotel a St. Moritz. Ogni hotel, come è scritto nelle pagine introduttive, è un progetto a se stante che si distingue per le sue caratteristiche architettoniche e di design. Organizzate secondo la collocazione geografica, le strutture dell’ospitalità sono illustrate da molteplici immagini, che mostrano lo sviluppo delle architetture e del design degli interni, mentre i testi ne descrivono le peculiarità, anche in merito alle esperienze proposte. Il volume, completato da contributi di vari esperti del settore, critici d’architettura, giornalisti di viaggio, design e cultura, è il primo di una serie.

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www.phaidon.com

L’Ippocampo – SENZA TEMPO. Gli essenziali della moda, di Hayley Edwards-Dujardin

L’ippocampo Senza tempo. Gli essenziali della moda

Quali sono i capi essenziali che non possono assolutamente mancare nel nostro guardaroba? E quali sono gli outfit che hanno fatto la storia della moda? Ci viene in aiuto il volume pubblicato da L’Ippocampo, che ripercorre la storia dell’abbigliamento contemporaneo attraverso i suoi pezzi, gli accessori e gli stili intramontabili, quelli che hanno lasciato la loro impronta per sempre nell’universo del fashion. “Certi vestiti sono icone che trascendono il tempo, ma hanno una storia fatta di uomini e donne, genio e cultura popolare, profondità e frivolezza. In un’epoca che tende a liquidare tutto all’istante, questo volume onora i loro creatori e chi ha trasformato quei capi in leggenda”, scrive l’autrice. La T-shirt bianca, definita da Giorgio Armani “l’alfa e l’omega del vocabolario della moda”, le ballerine, la polo, gli stivali, la salopette, il bikini, il tubino nero, il cardigan, le sneakers, il basco, i jeans sono solo alcuni dei 78 capi essenziali presentati nel libro attraverso informazioni, curiosità, citazioni e fotografie che ne raccontano l’origine e il ruolo culturale assunto. Dopo il guardaroba è la volta delle creazioni di alta moda, create da stilisti e maison della moda, che si possono oggi considerare icone di stile, senza tempo. Il volume ne illustra 60, come il tailleur Chanel, la décolleté Pigalle, il trompe-l’oeil di Schiaparelli, il carré Hermès, la stampa psichedelica di Emilio Pucci, il bustier di Issey Miyake, il ‘rosso’ di Valentino. Le pagine finali sono dedicate allo sviluppo degli stili, sono 22 le silhouette approfondite, tra cui mod, garçonne, dandy, punk, grunge. Chiudono “Senza Tempo” i ritratti di 52 stilisti, come Giorgio Armani, Gabrielle Chanel, Christian Dior, Karl Lagerfeld, Miuccia Prada, Vivienne Westwood, Martin Margiela, Kenzo Takada.

www.ippocampoedizioni.it

Little, Brown and Company / Voracious – ACCIDENTALLY WES ANDERSON: Adventures, di Wally and Amanda Koval

Accidentally Wes Anderson: Adventures: Includes an Exclusive Foreword by Wes Anderson

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Accidentally Wes Anderson: Adventures: Includes an Exclusive Foreword by Wes Anderson

Nuove avventure in stile Wes Anderson. È uscito il nuovo libro, edito da Little, Brown and Company / Voracious, in cui è presentata una inedita collezione di luoghi del mondo reale, che sembrano tratti dai film, sospesi tra finzione e realtà e riconoscibili per il loro rigoroso codice estetico, del regista texano; una selezione proposta insieme alle storie umane che animano ciascuno di quei posti. Autore del progetto è Accidentally Wes Anderson (AWA), fondata nel 2017 da Wally and Amanda Koval su Instagram: “Un piccolo team con una grande community che condivide luoghi e storie di vita reale, che sembrano presi dal mondo di Wes Anderson”, partita come una personale lista dei desideri di viaggio e che oggi conta quasi due milioni di follower. Ognuno ha la propria idea di avventura e molte hanno trovato posto nel libro, 200 nuove destinazioni per la precisione, selezionate tra più di 50.000 proposte della community. Si possono trovare tutti le tipologie: avventure grandi e piccole, quotidiane e straordinarie, qui e là. “Ti avventurerai in Antartide attraverso l’insidioso Passaggio di Drake, farai una sosta nella meno conosciuta Jincumbilly, in Australia (dove gli ornitorinchi sono più numerosi delle persone), scoprirai un ponte nel Wisconsin che non porta da nessuna parte ed entrerai nel negozio di ombrelli più originale di Londra”, scrivono i coniugi Koval nell’introduzione. L’avventura però non è nulla senza le persone che la rendono memorabile; per questo nel volume le storie di comunità e personaggi, in ogni continente e in più di 50 Paesi del mondo, prendono vita in modo vivido come le foto stesse, offrendo incontri assolutamente singolari. “Incontrerai il padre del paracadutismo americano, che ha creato il centro ufficiale del mondo sancito dalle Nazioni Unite, una città della California con una popolazione di due persone. Visiterai ‘l’ufficio postale alla fine del mondo’ e incontrerai il postino baffuto, che nel tempo libero gestisce una micro-nazione insulare anarchica chiamata Redonda. E viaggerai in una città nel Circolo Polare Artico dove i gatti sono vietati, gli esseri umani non possono essere sepolti e ci sono casseforti che contengono il necessario per sopravvivere alla fine del mondo, inclusa la ricetta segreta per il biscotto Oreo”, spiegano Wally e Amanda. Autorizzato da Wes Anderson che firma la prefazione dedicata alla “community di fotografi avventurieri”.

www.hachettebookgroup.com

Assouline – Chanel The Legend of an Icon

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Ph. Courtesy Assouline

A Gabrielle Chanel si deve l’interpretazione di nuova idea di femminilità che ha rivoluzionato il mondo della moda. “Chanel The Legend of an Icon” pubblicato da Assouline è una rivisitazione del volume dedicato alla storia della maison Chanel. Sotto la sua fondatrice, fu inventato lo stile della donna moderna, attraverso l’immagine della stessa Gabrielle Chanel. A “Coco”, come veniva chiamata da tutti, è riconducibile ogni segno e significante dell’abito femminile contemporaneo: le nozioni di facilità, movimento senza vincoli, pragmatismo e praticità. Che non sono più nemmeno rappresentative di uno stile particolare; si sono fuse nel significato stesso dell’abbigliamento oggi, si legge nel testo introduttivo. La moda, diceva la stilista, deve essere logica, secondo un’idea che non era mai stata considerata prima nell’universo decorativo dell’abito femminile. Chanel vestiva le donne in modo che fossero libere, i suoi abiti emancipati riflettevano il paesaggio mutevole della società e si può dire, che i suoi modelli e le sue scelte stilistiche abbiano influenzato fondamentalmente ciò che indossiamo oggi e come lo indossiamo. Le pagine di “Chanel The Legend of an Icon” mostrano una selezione di cento pezzi, cento progetti individuali che insieme delineano l’attività collettiva Chanel”, sottolinea il testo. In questa sorta di “museo in stampa” le immagini degli abiti, d’archivio o contemporanee, diventano preziosi testimoni della storia sia della moda che della cultura. L’evoluzione degli abiti Chanel esprime anche i mutamenti della femminilità e degli atteggiamenti sociali nei confronti delle donne. Testo di Alexander Fury.

www.assouline.com

Quodlibet – Viaggio in Italia, a cura di Luigi Ghirri, Gianni Leone, Enzo Velati

viaggio in italiapinterest

Ph. Courtesy Quodlibet

Una riedizione fedele, e per questo imperdibile, di un progetto che ha rivoluzionato lo sguardo sul paesaggio italiano puntando l’obiettivo su spazi e luoghi ignorati, un’Italia dei margini, sostanzialmente esclusa, ma reale. Quodlibet ripubblica, a distanza di quarant’anni, Viaggio in Italia di Luigi Ghirri, pietra miliare della storia della fotografia contemporanea, uscito per la prima e unica volta nel 1984, per le edizioni Il Quadrante di Alessandria, considerato, per le idee espresse, il manifesto della Scuola italiana di paesaggio. Siamo agli inizi degli anni Ottanta quando Ghirri raccoglie intorno a sé una ventina tra i migliori fotografi italiani: Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Gianantonio Battistella, Vincenzo Castella, Andrea Cavazzuti, Giovanni Chiaramonte, Mario Cresci, Vittore Fossati, Carlo Garzia, Guido Guidi, Shelley Hill, Mimmo Jodice, Gianni Leone, Claude Nori, Umberto Sartorello, Mario Tinelli, Ernesto Tuliozi, Fulvio Ventura e Cuchi White. Quello che accomuna i fotografi è un approccio non convenzionale, nei confronti della rappresentazione della realtà italiana e dei cambiamenti sociali in atto, oggetto delle loro sperimentazioni nell’ambito delle ricerche visive già dalla fine degli anni Settanta. Nel progetto di “Viaggio in Italia”, i fotografi si misurano con un paesaggio italiano denso di rappresentazioni e carico di iconografia sviando il terreno scivoloso dei cliché, della Belle Italie e del Grand Tour attraverso le zone d’ombra, esplorando i non visti, percorrendone i margini, si legge nella nota della nuova edizione. Visioni che confluiscono nella collettiva ‘Viaggio in Italia’, inaugurata il 15 gennaio del 1984 alla Pinacoteca Provinciale di Bari, completata dall’omonimo volume contenente una selezione di 86 fotografie delle oltre 300 presenti in mostra, disegnato da Ghirri e dalla moglie Paola Borgonzoni, a cui si aggiungono gli ‘Appunti’ di Arturo Carlo Quintavalle e il ‘Reportage’ di Gianni Celati. “Quindi un libro che potrà servire a cominciare storie diverse: niente più universi dipinti, niente più spazi rappresentati senza realtà alle spalle; puntiamo sui vuoti, sulle assenze, puntiamo sul non-esistente, in apparenza, delle periferie, puntiamo sul bordo, sul margine, sul limite che sono le campagne e le strutture della nostra realtà che sono, almeno dalla rappresentazione fotografica, emarginate”, commenta Quintavalle nel saggio scritto nel 1983. La riedizione di Quodlibet con la cartina ‘scolastica’ dell’Italia in copertina, che riproduce in facsimile la prima, mantiene tutti i dettagli del volume del 1984, adottando il design, l’impaginazione del testo e la sequenza delle immagini originali. Accompagnano il nuovo volume un fascicolo, che include un saggio sulla genesi e la fortuna critica di ‘Viaggio in Italia’ a cura di Matteo Balduzzi, Fabio De Chirico, Gabriella Guerci, Matteo Piccioni, le traduzioni in francese e in inglese dei testi originali di Arturo Carlo Quintavalle e di Gianni Celati e una nota di Adele Ghirri.

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Rizzoli New York – Inside the Homes of Artists: For Art’s Sake, di Tiqui Atencio Demirdjian

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Ph. Courtesy

Entrare nelle case degli artisti, dove vivono e lavorano, è sicuramente un’esperienza unica e affascinante. E possibile, grazie al libro pubblicato da Rizzoli New York. L’autore ci conduce da New York a Buenos Aires e Rio, da Parigi a Londra, da Nuova Delhi a Johannesburg, per scoprire in tutto il mondo gli interni, spesso inaccessibili e sicuramente misteriosi, delle residenze private di artisti della scena internazionale. Con quale arte vivono, cosa collezionano e cosa vedono ogni giorno nelle loro case? L’autore ci invita a entrare nei mondi privati ​​domestici di venticinque tra i principali interpreti dell’arte contemporanea per vedere le opere d’arte da cui sono circondati, gli oggetti e gli spazi interni che danno loro conforto e ispirazione, cogliendo anche informazioni sulla vita degli artisti e su cosa pensino, scrive Hans Ulrich Obrist nell’introduzione al volume. Miquel Barceló, Glenn Brown, David Rodríguez Caballero, Maurizio Cattelan, Tracey Emin, Carlos Garaicoa, Subodh Gupta e Bharti Kher, Cristina Iglesias, Rashid Johnson e Sheree Hovsepian, William Kentridge, Guillermo Kuitca, Jac Leirner, Julie Mehretu, Ernesto Neto, Jean-Michel Othoniel e Johan Creten, Yan Pei-Ming, David Salle, Raqib Shaw, Claire Tabouret, Bernar Venet, Francesco Vezzoli, Not Vital, sono i ‘padroni di casa’. Il reportage fotografico di ciascuna dimora è accompagnato da un ritratto dell’artista, così da potere conoscere entrambi gli ambienti che compongono la sua vita quotidiana. Nei testi, che accompagnano il racconto visivo, l’autore rivela come gli artisti abbiano trovato la loro casa e il legame tra quegli spazi e le loro pratiche.

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