Fevoss, due nuovi pulmini ma è il Natale dello sfratto: «Noi vorremmo restare qui»

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Montagnoli: «Da 15 anni gestiamo Centro di comunità e mensa, gratis. Confidiamo quindi nel Comune per un’alternativa»

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I nuovi pulmini Fevoss: da sinistra Zangiacomi, Montagnoli e don Avesani

Inaugurazione mezzi Fevoss (Marchiori)

Dolce-amaro. È il Natale 2024 della Fevoss, la Federazione dei servizi di volontariato socio-sanitario. Dolce, e con commozione, per i due nuovi pulmini per il trasporto di persone con difficoltà motoria, benedetti a Veronetta dal rettore di Santa Toscana don Adriano Avesani, in piazza. Vicino alla sede dell’associazione, l’ex caserma Principe Eugenio.

Su un furgone il ricordo di Maurizio Marogna, «amico per sempre», autista, morto in un incidente stradale in scooter, in agosto. Con i dirigenti dell’associazione e una trentina di volontari, presenti esponenti del Gruppo Storico VI Alpini Battaglione Verona, di cui Marogna faceva parte.

Natale anche amaro. «Malinconico», dice il presidente della Federazione Fevoss Giancarlo Montagnoli, alludendo allo sfratto ricevuto da Fevoss dalla sede all’ex caserma Principe Eugenio. Dove gestisce un Centro di comunità del Comune, per anziani soli, tutti i giorni, e una mensa da cento pasti. Fevoss era in comodato gratuito da 15 anni concesso dal proprietario Fondazione Cariverona – che intende ricavare uno studentato, all’ex caserma che acquistò dal Comune nel 2009 per 5,4 milioni con vincoli di destinazione sociale – come al Club alpino italiano, pure gratis. E altre realtà come il Telefono Rosa e la Fondazione Pia Opera Ciccarelli e altri enti invece in affitto che gestiscono alloggi di housing sociale. Tutti dovranno lasciare l’edificio entro giugno 2025. A margine della cerimonia Montagnoli per la prima volta si esprime sulla vicenda.

«Comprendiamo la posizione di Cariverona», dice, «e non va dimenticato che siamo da 15 anni in comodato gratuito. Quindi la Fondazione ha fatto la propria parte e noi intendiamo ovviamente rispettare quanto ci è stato detto. Aggiungiamo che per questo investimento della Fondazione», precisa, «in cambio ci sono state decine di migliaia di ore di volontariato in 15 anni al servizio della comunità».

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Montagnoli puntualizza però alcuni aspetti, vista la polemica del centrodestra e anche di forze di centrosinistra, sugli sfratti. «È inutile discutere se l’housing sociale si fa solo per famiglie in difficoltà o anche con lo studentato», sottolinea. «Il problema vero è che esso è diverso dal mettere a disposizione ad affitti calmierati dei locali. È di più. Tanto che anche Agec qui vicino, in via Mazza, sta attuando un progetto di questo tipo, che prevede di ospitare persone in temporanea o definitiva difficoltà da far accompagnare da associazioni che hanno la sede nello stesso stabile». Quindi «siccome l’housing sociale, come dice il contratto del 2009 per l’ex caserma, va attuato da Comune e Cariverona, se ci sarà un progetto credo che anche noi potremo concorrere per essere presenti, senza favoritismi né agevolazioni».

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Se questo non fosse però, precisa, «chiarisco che non stiamo cercando sede per Fevoss, perché abbiamo uffici al Porto San Pancrazio, per il trasporto. Ma a Santa Toscana gestiamo progetti del Comune, come il Centro di comunità e la mensa, e riceviamo preoccupazioni da cittadini e altre mense. Perché se dovessimo disgraziatamente interrompere l’attività, più di cento persone che consumano da noi i pasti andranno altrove. E le altre mense non hanno grande capienza».

L’incontro

Montagnoli ricorda il recente incontro con il sindaco Tommasi, la vicesindaca e assessora al patrimonio Bissoli e quella al sociale Luisa Ceni, auspicando che il Comune «trovi una soluzione», cioè un’altra sede, «e non perché chiediamo assistenzialismo, ma perché gestiamo anche progetti del Comune. L’unica aspirazione è che la si trovi a Veronetta, perché potremo spendere le nostre capacità qui». Conclude: «Ho letto che ci sarebbe già un’alternativa, per noi, ma non ne sappiamo niente».

Ma Sandra Zangiacomi, presidente dell’Associazione Fevoss Santa Toscana, alza il tiro: «Io e tutti volontari speriamo di cuore di poter rimanere in questa sede. La nostra presenza è consolidata, per le persone che giungono qui, per i senzatetto, per il condominio. Gli studenti hanno sicuramente bisogno di posti letto, ma non a scapito nostro».





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