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«La tranquillità che tanto mi aveva spaventato, quella da cui ero scappata, ora mi richiamava. Avevo bisogno di famiglia, degli amici di sempre, delle serate al solito bar e la pizza al solito posto. Avevo bisogno del pranzo della domenica in famiglia. Avevo bisogno di casa. Mi faccio coraggio, comunico la decisione ai miei soci e in contemporanea con questa decisione mi innamoro e questo rafforza tutto. E allora penso: devo lasciare casa per tornare a casa!»
Chiara Scanu, hair-stylist classe ’86, è fuori da quasi vent’anni, a Torino per la precisione, quando sente forte più che mai il richiamo dell’Isola. Saranno i profumi, i cibi o, più semplicemente, la famiglia: ecco, dopo quasi due decenni di tranquillità – la grande città piemontese è ormai casa per lei –, comprende una cosa: l’essere sardi è un marchio, un bollino, un filo impossibile da spezzare. E, pur avendo un’azienda con due soci, prepara tutto e torna. Con il sorriso in viso e sul cuore, senza mai dimenticare le immense sensazioni che la città le ha donato.
Ma torniamo un po’ indietro per comprendere meglio.
Chiara cresce a Mogoro e sin da piccola sente dentro di sé una voglia bruciante: viaggiare è il suo sogno, non può stare ferma in un posto. Nel 2005 quindi fa le valigie e parte, direzione Torino. Lì, prova a iscriversi all’università.
«I primi anni a Torino sono stati davvero delle montagne russe, un lunapark. D’altronde, partivo da un paese di 4000 abitanti per approdare in una città meravigliosa. In quegli anni Torino iniziava a vivere con le olimpiadi, spogliandosi dalle vesti di città operaia. Quindi per me era una festa continua, con tante attività ed eventi. Era una città da vivere al massimo, così me ne sono follemente innamorata.»
Ben presto si rende conto che la carriera che fa per lei è un’altra: sente che deve cambiare, fare qualcos’altro. Si iscrive quindi all’Accademia Internazionale di Acconciatura e diventa un’hair-stylist.
«Questa scelta si rivela giusta, amo questo lavoro e inizio ad avere grandi soddisfazioni. Grazie alla mia passione, divento docente Habia in accademia e in più lavoro in diversi centri. Fino a quando nel 2019 apro il mio primo salone, con altri due soci. Questo mi permette di farmi bastare tornare a casa a Natale e d’estate.»
La nostalgia di casa, come spiega, c’è sempre ma è gestibile… fino a tre anni fa quando, dopo alcune cose che non vanno benissimo nella sua vita, la sicurezza che Torino sia “il suo posto” inizia a vacillare. Tutto le pesa. Il clima, così diverso da quello che profuma di ginepro, mirto e salsedine dell’Isola, ma anche il lavoro. Insomma, il filo tira e la Sardegna è una mamma affettuosa che ti aspetta e ti coccola quando ci sei.
«Avendo un negozio, sono andata avanti: d’altronde ho una sicurezza lavorativa. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata al ritorno dalle ferie a settembre 2023. Ho sofferto questa distanza: andarmene dalla mia terra, dalla mia famiglia, dal mio mare mi sembrava una sofferenza troppo grande. Non riuscivo a stare a Torino, a stare bene. Sentivo che questa città, che tanto amo, mi avesse dato tutto quello che poteva, come se l’avessi spremuta al massimo! Tutto quello che facevo di solito non mi soddisfava più… e ho iniziato a tornare in terra sarda tutti i weekend. Partivo il sabato e tornavo il lunedì, a volte facendo dei giri assurdi (come Torino-Roma, Roma-Cagliari), non essendoci voli diretti.
Tutti i sacrifici Chiara li fa con piacere, del resto anche solo una passeggiata al mare è capace di rigenerarla.
«Alla fine ho capito che questo stare male a Torino era il voler tornare a casa… La tranquillità che tanto mi aveva spaventato, quella da cui ero scappata, ora mi richiamava. Avevo bisogno di famiglia, degli amici di sempre, delle serate al solito bar e la pizza al solito posto. Avevo bisogno del pranzo della domenica in famiglia. Avevo bisogno di casa.»
Quindi, coraggio, tenacia e un pizzico di giovinezza et voilà: valigia pronta e ritorno compiuto.
Ad agosto Chiara è nella sua Isola del cuore, a dicembre dà il via alla sua nuova attività, la prima Hair-SPA a Oristano. Sì, ci sono cose a cui si deve abituare – tra cui la mancanza di trasporti – ma tutto le urla a gran voce che ha fatto benissimo, che questo ritorno alle origini era necessario. Cuore e mente uniti da questa bellissima avventura che odora di mare e di sogni che necessitano di essere sviluppati.
«Respiro a pieni polmoni l’aria che mi mancava, vedo colori che mi riempiono il cuore, rido con le persone che amo e tutto questo mi rende felice! Ho paura? Sì. Ho investito tanto? Sì, non solo a livello economico, ma soprattutto a livello emotivo… ma sono felice! È quello che mi mancava e quello che ho scelto e voluto fortemente di rivivere. Credere in questa terra, tornare a viverla e godermi tutto ciò che ci offre!»
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