Il giovane calciatore della Juve Stabia, ma di proprietà della Lazio, alla sua prima rete tra i professionisti: «Le questioni legate al mio cognome non mi interessano»
Negli spogliatoi per i compagni e l’allenatore è semplicemente “Musso”. Al primo gol fra i professionisti della sua giovane carriera Romano Benito Floriani Mussolini non avrebbe certo immaginato il clamore che si sarebbe scatenato dopo che lo speaker dello stadio, come abitualmente fa ad ogni rete segnata dalla Juve Stabia, ha celebrato il suo gol urlando il nome di battesimo ai tifosi. Ma alle polemiche per il cognome pesante che porta il buon Romano dovrebbe aver fatto l’abitudine dopo che, la passata stagione, è saltato in extremis il trasferimento in prestito dalla Lazio, società proprietaria del suo cartellino, alla Feralpi Salò, comune un tempo base della Repubblica Sociale. L’anno scorso è poi andato a farsi le ossa, come si diceva nel calcio di una volta, a Pescara per poi arrivare in questa stagione a Castellammare di Stabia grazie al fiuto del direttore sportivo gialloblù Matteo Lovisa.
Floriani Mussolini si è conquistato subito una casacca da titolare da esterno offensivo di destra sfiorando già in un paio di occasioni il primo gol tra i “grandi”. E dopo i legni colpiti contro il Palermo e la Sampdoria è arrivato ieri pomeriggio il primo gol in serie B che ha permesso alla Juve Stabia di conquistare la terza vittoria consecutiva ed un sorprendente quarto posto in classifica, tanta roba per una neopromossa che ha uno dei budget più bassi della categoria. «Sono felicissimo, abbiamo attuato al meglio uno schema provato più volte in allenamento che prevede un cambio del fronte di gioco con inserimento dell’esterno opposto – ha dichiarato Romano Floriani Mussolini a fine partita – in varie occasioni ero andato vicino alla mia prima rete fra i professionisti ed ora finalmente è arrivata. Lo dedico alla mia famiglia che mi segue sempre».
E a seguirlo spesso in tutti gli stadi d’Italia sono la mamma Alessandra Mussolini (che a Carrara fu contestata per la sua militanza politica da qualche tifoso locale) ed il padre Mauro Floriani. Dopo la rete che ha deciso nel primo tempo la sfida con il Cesena, “Musso” è andato a festeggiare con i compagni proprio sotto lo spicchio di tribuna dove si trovavano mamma e papà. «Non voglio dire nulla ma se osservate il mio viso potrete benissimo capire il mio stato d’animo. Per la gioia ho perso il mio cappellino di lana ma poi per fortuna l’ho ritrovato», le poche parole pronunciate dall’ex eurodeputata a commento della prodezza del figlio.
Floriani Mussolini è stato ingaggiato dalla Juve Stabia con la formula del prestito con diritto di riscatto e contro-riscatto, in pratica il vecchio premio di valorizzazione, e tornerà sicuramente a fine stagione alla Lazio considerato il livello delle sue attuali prestazioni. «Per adesso non ci penso e mi concentro solo sulla Juve Stabia, tutte le questioni legate al mio cognome non mi interessano – ha dichiarato in passato Romano – da piccolo mi hanno fatto frequentare una scuola inglese per evitare tutta l’attenzione che avrei avuto in una italiana. Il nome di F. Mussolini sulla maglia? L’anno scorso a Pescara ho usato Floriani M. e quest’anno ho voluto cambiare in omaggio al mio doppio cognome visto che entrambi non entrano sulla maglia. Mia madre mi dice sempre di fregarmene di quello che la gente dice di me e andare avanti per la mia strada».
E non poteva mancare anche un ricordo dei suoi parenti più cari: «Di nonno Romano ho nella mia stanza un pupazzetto di neve che suona che mi ha regalato quando ero piccolo, da lui ho ereditato la passione per il jazz. Sophia Loren? La sorella di nonna la incontriamo sempre quando viene a Roma, da piccolo a casa sua a Ginevra mi sono messo a giocare con il suo Oscar e mamma mi sgridò».
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