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Il grande teatro nel paese più piccolo: da venerdì 27 a domenica 29 dicembre torna il Festival Cantiere di lavoro teatrale, una delle più longeve esperienze culturali in Sardegna, che – nelle sue ultime edizioni, ha trovato a casa a Baradili, il più piccolo tra i comuni isolani.
L’iniziativa è firmata come sempre da Progetti Carpe Diem e taglia quest’anno il traguardo della ventinovesima edizione. Sotto la direzione artistica e organizzativa di Aurora Aru e Franco Marzocchi, sin dal 1996 il festival si sviluppa come un progetto non convenzionale, un contenitore di pratiche di ricerca, sperimentazione e produzione creativa originale e in residenza. In quasi trent’anni il Festival Cantiere ha preso vita negli spazi abbandonati e nei luoghi remoti, prima quelli del compendio minerario di Montevecchio, poi le campagne di Soleminis, quindi il borgo abbandonato di Tratalias e il comune meno popolato della Sardegna, Baradili.
L’obiettivo è sempre quello di abitare i luoghi più periferici, valorizzandoli attraverso il lavoro creativo e la cultura. “Atti di resistenza” è il tema di questa edizione, a sottolineare ancora una volta la sfida di un progetto che va oltre il mero cartellone di appuntamenti, ma si sviluppa attraverso una profonda connessione tra le comunità ospitanti e i gruppi di artisti, impegnati a vivere il territorio per un periodo che va ben oltre la presentazione al pubblico degli spettacoli.
Si comincia venerdì 27 dicembre, alle 18 in Aula Consiliare, con un viaggio nella grande letteratura. Per il ciclo “Incursioni nei classici”, Mario Pietramala porta in scena “Iliade – La guerra non ha vincitori”, un percorso attraverso l’epica omerica che evoca immagini e sentimenti senza tempo. Pietramala, formatosi come attore al Teatro Stabile di Genova, ha calcato i principali palcoscenici d’Italia e lavorato con i più autorevoli registi, da Gabriele Lavia a Daniele Pecci. La sua voce sarà uno strumento capace di andare direttamente al cuore del poema.
La serata prosegue con un tuffo nelle atmosfere musicali contemporanee: alle 19, sempre in Aula Consiliare, Irene Salis (voce e tastiera), Stefano Casti (contrabbasso) e Maurizio Vizilio (batteria) si esibiranno in “SYncopated City”, un progetto musicale che esplora le mille sfumature del ritmo e dell’improvvisazione, offrendo un’esperienza sonora intensa e coinvolgente.
Sabato 28 dicembre sarà un’altra giornata di grande musica e teatro. Alle 18, Kronoteatro e Gli Scarti portano in scena “Sergio”, un monologo scritto e interpretato da Francesca Sarteanesi, che per questo spettacolo ha ricevuto una candidatura al premio Ubu come migliore attrice. “Sergio” racconta, con delicatezza e ironia, la vita quotidiana di un personaggio fragile e autentico. Una riflessione intima sul tempo, le relazioni e il senso dell’esistenza, resa unica dalla scrittura e dall’interpretazione dell’autrice.
A seguire Francesco Morittu e Stefano Colombelli, rispettivamente alla chitarra e al contrabbasso, presentano “Dantzas e Contus de Aterúe”. Un concerto di musiche originali che esplora un universo immaginario fatto di danze e racconti. Il desiderio di raccontare storie universali attraverso la musica rievoca atmosfere lontane, ispirate alla sottile metrica dei balli sardi.
La giornata si conclude alle 20 con il concerto del Bebo Ferra Trio e il progetto “My Songbook”. Bebo Ferra, uno dei più apprezzati chitarristi del panorama jazz internazionale, sarà accompagnato da Francesca Corrias (voce) e Salvatore Maiore (contrabbasso) per un viaggio musicale ricco di suggestioni, tra brani originali e improvvisazioni raffinate.
Domenica 29 dicembre si riparte al mattino, con un focus sul teatro d’avanguardia al Monte Granatico. Alle 10 appuntamento con un’attrice che da molti anni ha legato al Festival Cantiere le sue più interessanti esperienze di ricerca: Giusi Merli, già nota al grande pubblico per le sue interpretazioni ne “La grande bellezza”, nel ruolo della santa, e in “Dune – parte 2”, nel ruolo della reverenda madre. Merli sarà protagonista di un’opera intensa e poetica di Samuel Beckett, “Non io”, che esplora i temi della solitudine e del dialogo interiore attraverso una straordinaria performance recitativa.
Alle 10:30 sarà la volta di “Parole (in)Cantate”, un cabaret intellettuale che unisce musica e teatro. Elena Pau, con la sua voce, e Alessandro Nidi al pianoforte propongono un percorso tra canzoni celebri e testi letterari che mescolano ironia e nostalgia, dando vita a uno spettacolo brillante e raffinato.
Nel corso di tutta la mattinata si potrà assistere inoltre a “E qualcosa rimane”, una produzione del Teatro del Segno e del Teatro Tages. Rita Xaxa, con la sua delicata maestria di burattinaia, condurrà il pubblico in un’emozionante esperienza attraverso i legami invisibili che ci uniscono alle persone amate, raccontati con poesia e sensibilità grazie a uno spettacolo visibile, uno spettatore per volta, attraverso un oblò in una scatola ottica.
Alle 11 una nuova incursione tra i classici con Mario Pietramala, questa volta in un viaggio nel mondo di Giacomo Leopardi con “Dialogo nella natura e di un islandese”. Mentre il gran finale è affidato al trio Corrias-Carboni-Mundula, che alle 12:15 chiuderà il festival con “The Shape of My Harp”. Francesca Corrias (voce e flauto), Marcella Carboni (arpa elettroacustica) e Filippo Mundula(contrabbasso) si esibiscono in un repertorio variegato che spazia dal jazz tradizionale alla musica brasiliana, passando per brani originali e sperimentazioni contemporanee.
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