In legge di Bilancio ripartono gli investimenti per completare la carta geologica d’Italia

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Le inondazioni sono disastri naturali, che purtroppo stanno diventando sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico.  Gli effetti devastanti sono ormai noti, con vite umane a rischio, territorio soggetto a rilascio di inquinanti immagazzinati in zone di suolo specifiche che possono quindi diffondersi ampiamente, per non contare della distruzione di zone umide con conseguente riduzione della biodiversità. Ma non è solo l’ambiente o la salute dei cittadini ad essere a rischio, dobbiamo mettere in conto anche l’economia e il costo da pagare per recuperare il danno causato sia all’ecosistema che alle attività antropiche.

Si prevede che nei prossimi decenni il rischio di inondazioni sarà più elevato sia in Italia che in Europa, urge allora prevenire con giuste misure e ridurre e limitare l’impatto sulla popolazione. La gestione integrata del rischio di inondazioni deve concentrarsi sulla messa in sicurezza del territorio, sulla gestione sostenibile delle acque, su misure che rafforzino la resilienza della natura e della società agli eventi meteorologici estremi. Tutelare e ripristinare l’ecosistema apporta benefici alle persone, all’ambiente e al modello economico.  

Quando in 24 ore, su un’area ad alto rischio idrogeologico, cadono piogge pari a quelle di diversi mesi ecco che si scatena un disastro senza precedenti, soprattutto se le caratteristiche delle aree prossime ai fiumi e i livelli di interferenza umana sono tali da aggravare la situazione. La quantità massima di acqua piovana che può essere contenuta in un certo lasso di tempo varia per ogni bacino fluviale. Un’intera giornata di forti piogge può non essere un problema ad esempio vicino alla foce del fiume Po, ma può causare inondazioni in bacini più piccoli come è accaduto in Emilia, dove ci sono diversi bacini di dimensioni simili che sono stati posti sotto stress contemporaneamente e quando l’acqua dei fiumi in piena ha raggiunto la pianura, ha intasato la rete di drenaggio, straripando o rompendo gli argini.

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Allora cosa fare? Le azioni sono molte e sono state indicate anche dalla direttiva sulle alluvioni  (direttiva 2007/60/CE), che richiede di valutare tutte le aree in cui potrebbero verificarsi inondazioni significative, il che significa avere chiarezza sullo stato idrogeologico del territorio italiano;  poi  mappare l’estensione delle inondazioni e i beni e gli esseri umani a rischio in queste aree, adottare misure adeguate e coordinate per ridurre il rischio di inondazione, quindi piani di evacuazioni che attualmente sono pressappoco inesistenti nei comuni Italiani. Importante anche il diritto del pubblico ad essere coinvolto ad accedere a tutte le informazioni utili, quando si intraprende il processo di pianificazione.

Tornando all’importanza delle mappature, nella manovra del Governo in via di approvazione, è stato approvato un emendamento a mia prima firma, sul completamento della carta geologica ufficiale d’Italia.  Vediamo nello specifico di cosa si tratta: il progetto è di importanza strategica, e proviene dalla collaborazione con il professor Ruggiero Quarto, senatore nella scorsa legislatura, utile ad una gestione ecoefficiente dell’ambiente e della georisorse. Consiste in un attento e aggiornato check-up del territorio, al pari di un check-up medico per il corpo umano, indispensabile per identificare aree critiche su cui concentrare ulteriori indagini e investire con interventi mirati e corretti. Senza una mappatura di questo tipo, la prevenzione dei rischi sul fronte geologico e quindi anche alluvionale può fallire, con danni per l’intera collettività e costi elevati per il ripristino del danno.

La misura è un investimento ad altissimo moltiplicatore economico, oltre al valore incalcolabile delle vite umane che possono essere salvate con dati chiari delle criticità del territorio italiano.  Come tutti i check-up, anche la carta geologica ha necessità di un continuo aggiornamento, e ricordiamo che circa la metà del nostro Paese ha una cartografia geologica molto vecchia: alcuni dati risalgono ad un secolo fa, dunque sono dati superati e praticamente inutilizzabile per una attenta valutazione di rischio.

Procedere al completamento e aggiornamento della Cartografia geologica e geotematica d’Italia alla scala 1:50.000 è necessario, creando anche le relative banche dati digitali nell’ambito del “Progetto Carg”, coordinato dall’Ispra (dipartimento per il Servizio geologico d’Italia dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e realizzato con la collaborazione delle Regioni, Province Autonome, Università, Cnr e Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale. 

La conoscenza prodotta da tali carte è essenziale per supportare la produzione di carte geotematiche di maggiore dettaglio, nonché carte e modelli geologici tridimensionali del sottosuolo; tutti strumenti necessari a enti nazionali e locali, professionisti e imprese nella pianificazione, progettazione e nella gestione territoriale.

In particolare, la disponibilità di dati informatizzati in ambiente Gis pubblicamente disponibili è funzionale alla corretta programmazione degli interventi per la mitigazione, riduzione e prevenzione dei georischi (sismico, idrogeologico, vulcanico, geochimico, da incendio, da maremoto, da valanga), per un uso sostenibile delle georisorse (idriche, minerarie, geotermiche ed energetiche), per lo stoccaggio di rifiuti radioattivi,  di gas metano e di CO2, per la tutela della geo-biodiversità, per la tutela e valorizzazione del capitale naturale, nonché per la protezione della salute dei cittadini (siti inquinati e contaminazione delle falde acquifere).

Nel nostro Paese, il Progetto Carg è stato finanziato con la Legge di Bilancio dell’anno 2020, 2021, 2022 per un totale di 83 milioni di euro; purtroppo nel 2023 non ci sono stati finanziamenti, creando così una pericolosa discontinuità che potrebbe nuocere gravemente al proseguo del Progetto. Quest’anno si sono aggiunti 3 milioni di euro, poca cosa ma meglio di niente, confidiamo di procedere. La cartografia geologica e geotematica è un prodotto di alto valore scientifico e allo stesso tempo pratico, al servizio di decisori politici e pianificatori territoriali per la tutela della salute dei cittadini, delle loro case e delle loro attività.   



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