È morto Carlo Lucchina, per tanti anni manager della Sanità lombarda

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Si è spento nella notte tra lunedì 23 e martedì 24 dicembre Carlo Lucchina, 75 anni. Noto manager nella sanità lombarda, classe 1949, ha maturato esperienze di gestione e management nel privato (dall’ottobre 1968 al febbraio 1970 è Capo dell’Ufficio Finanza presso un’impresa metalmeccanica), dal febbraio 1970 è stato dipendente della Provincia di Varese. Recentemente era stato ricoverato in ospedale.

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Ha poi assunto incarichi inerenti all’attività di coordinatore di tutte le attività finanziarie e informatiche, e degli studi e programmazione della Provincia. Dal 1 luglio è stato poi nominato vice segretario generale aggiunto. Da gennaio del 1998 a novembre del 1999 è Direttore Generale della Provincia di Varese.

Dal 1 dicembre 1999 al 31 dicembre 2002 è Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera “Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi”.

Dal 1 gennaio 2003 al 28 marzo 2013 è Direttore Generale della Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia e componente di numerosi tavoli ministeriali ( Comitato LEA, Agenas ecc.)

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Dal marzo 2013 è stato relatore di numerosi corsi e seminari sull’organizzazione del servizio sanitario nazionale e regione. È stato anche componente del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Sacra Famiglia e presidente dell’associazione Varese per l’oncologia.

I RICORDI

«La scomparsa dell’ex direttore generale della Sanità, Carlo Lucchina, rappresenta una grande perdita per la nostra Regione e per il sistema sanitario lombardo. La sua vitalità, il suo dinamismo, la sua visione lungimirante, la sua determinazione e la sua autorevolezza lo hanno reso un esempio unico e ispiratore per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di lavorare con lui.
Grazie al suo contributo il nostro sistema sanitario regionale ha raggiunto livelli di eccellenza riconosciuti a livello nazionale e internazionale. La sua dedizione e il suo impegno instancabile per il bene comune resteranno un punto di riferimento per tutti noi. Ci mancherà enormemente. A nome di tutta la Regione Lombardia, desideriamo esprimere le nostre più sentite condoglianze alla famiglia e ai suoi cari in questo momento di dolore», commentano il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Guido Bertolaso, commentando la notizia della scomparsa di Carlo Lucchina.

“Per anni e sino agli ultimi suoi giorni ho avuto la fortuna di essere amico di Carlo Lucchina: un’amicizia schietta, che in alcune circostanze ci ha permesso di superare, grazie alla sua intelligenza, inevitabili contrasti che, talora e di necessità, ci hanno visto su versanti diversi. Come pochi altri, anche a livello nazionale, si è distinto nell’organizzare, proporre e attivare progetti nuovi che hanno sempre contribuito al miglioramento di vari aspetti della Sanità. Le maniere semplici, l’umiltà, la determinazione e la dedizione al lavoro, hanno reso unico il suo stile. Proprio in questi ultimi giorni, abbiamo con convinzione condiviso un progetto in ambito oncologico, che, sempre seguendo i suoi suggerimenti, sarà un dovere promuovere e perseguire: Carlo Lucchina è sempre stato dalla parte di chi soffre. Grazie Carlo, per la tua amicizia.
Renzo Dionigi, primo rettore Università dell’Insubria.

Carlo Lucchina è stato un grande direttore generale dei nostri ospedali, certamente quello che a mio avviso maggiormente ha unito visione strategica, passione, ascolto e slancio su proposte innovative, ovvero con ragione e sentimento. Prima di approdare a dirigere la sanità lombarda è stato un profondo conoscitore della realtà territoriale varesina e varesotta, realtà che lui amava e che ha sempre difeso, sostenuto e promosso. Certo con Carlo ci si confrontava, si discuteva, si condividevano -o meno- le proposte ma sempre si aveva la sensazione di rapportarsi con una persona che “ci teneva” e che teneva in grande considerazione il lavoro di noi tecnici. Instancabile lavoratore, talvolta ruvido, ma sempre leale e corretto, mi ricordo che sin da subito -eravamo nei primissimi anni di questo millennio- apprezzò la Neonatologia e guardò con ammirazione i progressi in Terapia Intensiva Neonatale, branca superspecialistica che allora muoveva i primi passi qui a Varese, ne intuì le potenzialità, credette nel nostro gruppo medico e infermieristico e nel sottoscritto. Di fatto fu uno dei principali artefici della craezione dell’ospedale Del Ponte a vocazione materno-infantile, sviluppammo insieme il primo vero reparto di Terapia intensiva neonatale, diede grande impulso all’idea di creare un grande ospedale pediatrico a Varese, ma non solo perché fu anche attento a diversificare la mission di Punti Nascita come quello di Cittiglio, in cui -ascoltando noi tecnici- sostenne il pensiero della Stanza della Cicogna, antesignana ai tempi modalità di rispettare il contatto precoce e la vicinanza poi di mamma e neonato per favorire la conoscenza reciproca e l’allattamento al seno. Contribuì insomma in modo determinante a creare entusiasmo e fiducia nello sviluppo delle cure neonatologiche e pediatriche,dando il “la” al Del Ponte ha permesso che tanti promettenti professionisti di allora non lasciassero Varese (ritornando magari a Milano o in altre sedi, come anche a me venne proposto) perché si aveva la netta sensazione che qui si stava facendo un pezzo “bello” di storia. Ed anche negli anni successivi in Regione Lombardia, avendo avuto modo di confrontarmi con lui su vari argomenti neonatologici in vari tavoli di lavoro, ne ho sempre apprezzato la visione positiva e lucida, pragmaticamente positiva.
Grande lottatore, ha superato sempre con onore scogli e difficoltà… i nostri piccoli pazienti e noi che li curiamo ne sentiremo la mancanza.
Massimo Agosti, Professore Ordinario di Pediatria, Direttore del Dipartimento Materno Infantile, Direttore della Neonatologia, Presidente della Società Italiana di Neonatologia.

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Grazie Carlo, la rete che tanto hai contribuito a creare ti ricorda con un dolce gesto.

Questa mattina, Vigilia di Natale ci ha lasciati Carlo Lucchina, ex direttore generale della sanità lombarda e presidente di Varese per l’Oncologia, ma i suoi valori sono vivi più che mai, ecco perché la rete che ha tanto contribuito a creare lo ricorda con un dolce gesto nel reparto di Medicina di ASST Sette laghi.

Dopo la triste notizia di questa mattina, si era tentati di soprassedere, ma la “rete” di Lucchina si è stretta in un abbraccio ed è andata avanti proprio come avrebbe voluto lui, trasformando una giornata natalizia nella giornata del dolce ricordo di Carlo.

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La rete composta da Varese per l’Oncologia, Fondazione Felicita Morandi, CAOS e FAVO Lombardia, questa mattina è tornata in ASST Sette laghi, per la consegna del panettone solidare al personale sanitario, un piccolo gesto che sottolinea quanto sia importante il loro lavoro per tutte quelle persone che ogni giorno incontrano il loro sorriso e la loro professionalità nella lotta al cancro, Carlo lo ha sempre saputo e lo ha sempre sostenuto.

Non un panettone qualsiasi, dunque, ma un gesto in sua memoria, un Natale dove lui è nei valori, nelle azioni e nei sorridi di tutti i professionisti che come lui, non si fermano mai mettendo al primo posto il donarsi per i fragili.

“Donare attenzione al personale sanitario con un gesto dolce, in una giornata come oggi che ha visto svegliare Varese più povera negli affetti, ma di sovrabbondante fecondità di valori, per noi che siamo direttori del sistema sanitario, ma anche per noi che siamo operatori del volontariato è stato una manifestazione di stima e riconoscenza nei confronti di Lucchina. Seppure abbiamo perso un maestro, abbiamo acquisito la consapevolezza d’impegno a portare avanti il testimone di una grande persona, motore propulsivo, energia vitalizzante del terzo settore come lo è stato Carlo. Avere compiuto anche oggi questo gesto e non avervi rinunciato, vuole trasformarlo in un continuum presente, proprio come sarebbe piaciuto al nostro mentore. La distribuzione dei panettoni non è un atto dovuto ma è un gesto che dice per l’ennesima volta come l’organizzazione sindacale e gli enti del terzo settore a Varese con ASST Sette laghi, siano una presenza di sussidiarietà vissuta, di come ci sia la capacità di fare sistema di fare integrazione, ed oggi più che mai si vuole professare tutto ciò.”

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Dr. Giuseppe Calicchio, Direttore sociosanitario ASST sette laghi

“Questa iniziativa di vicinanza ai professionisti sanitari di ASST Sette Laghi, ci rende entusiasti e ci colma di orgoglio. Un segno di dolcezza concreta, una cura per chi ogni giorno si occupa di chi ha bisogno di cure. Un panettone solidale ricco di significato quanto di attenzione per chi si occupa dei fragili con professionalità ed impegno, soprattutto oggi è un gesto che scalda il cuore con l’impegno di tutti”.

Dr.ssa Adelina Salzillo, Direttore Sanitario ASST dei Sette Laghi

“Questo gesto di concreta collaborazione tra associazioni e di sincera manifestazione di calore umano verso il personale sanitario sottolinea come la comunicazione sia un elemento essenziale per trasmettere messaggi, sentimenti e valori fondamentali, quali la centralità della persona e la dimensione umana della cura. La comunicazione non solo è uno strumento imprescindibile per prendersi cura degli altri e gli uni degli altri, ma rappresenta anche il mezzo che unisce, costruisce ponti e rafforza le relazioni. Oggi, in particolare, sento il dovere di sottolineare l’importanza di questi aspetti, nei quali credo profondamente e che erano tanto cari al Dott. Lucchina”

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Prof.ssa Alessandra Grossi, Ricercatore presso l’Università dell’Insubria e specialista in comunicazione medico-sanitaria ed etica medica.

“Anche questa mattina, se pur con il cuore pesante abbiamo deciso di condividere i panettoni della solidarietà come segno di riconoscenza al personale sanitario, nella profonda convinzione che questa “condivisione” si inserisca in un progetto di grande valore che rappresenta la promozione della rete come principio ispiratore del mondo del volontariato, condizione imprescindibile per ottimizzare l’offerta del Terzo Settore che, soprattutto in ambito sanitario e sociosanitario fa la differenza, valori professati anche dall’Associazione della Breast Unit ASST Sette Laghi diretta dalla Prof. ssa Francesca Rovera, che si stringe a noi in questo giorno cosi significativo per Varese.”

Dr.ssa Adele Patrini, Delegato Delegata FAVO Lombardia e Presidente CAOS odv.

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“Noi crediamo fortemente nell’importanza istituzionale e sociale di tutti coloro che si occupano dei fragili e della loro accoglienza e sostegno ecco perché oggi abbiamo deciso di ricordare Carlo Lucchina con questo gesto concreto, dolce quanto significativo. In questo periodo storico dove tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo, bisogna riconosce e supportare i diritti delle persone: bambini, disabili, ammalati, vittima di violenza o in stato di povertà economica e culturale. Bisogna occuparsi dei fragili ed opporsi ad ogni forma di discriminazione, per costruire una società più equa e consapevole. Siamo grati al grande lavoro del personale sanitario esempio giornaliero di lavoro di squadra, noi crediamo nella rete. Fondazione Felicita Morandi continuerà a perseguire la strada tracciata da Carlo: insieme si fa di più, si fa meglio. Un paziente è innanzitutto una persona fragile e come tale va accolto. Solo facendo rete si può costruire un futuro migliore.”

Dr.ssa Giovanna Scienza, Presidente Fondazione Felicita Morandi.

Marco Reguzzoni, ex presidente della Provincia e parlamentare della Lega ricorda così Lucchina: «Mi piace ricordarti così, combattivo e determinato, sempre disponibile a utilizzare la tua straordinaria intelligenza per il nostro territorio. Addio Carlo, amico mio. Riposa in pace».

«Questa notte sei venuto a mancare, all’improvviso. Sei stato un grande amico, un grande manager della sanità pubblica del nostro paese e certamente hai segnato un’epoca come pochi sono riusciti a fare. Buon viaggio Carlo Lucchina, come tanti varesini e Lombardi ti vogliamo bene e ti siamo grati. Riposa in pace» scrive Emanuele Monti, consigliere regionale della Lega.

«Rimpiango il maestro che è stato per tutti Carlo Lucchina. Lui è stato il più grande tra i manager della sanità pubblica di Regione Lombardia. Un vero leader e mentore», commenta Giuseppe Micale, direttore generale della Asst Sette Laghi.

Marco Magrini, presidente della Provincia di Varese: «Quando tristemente ci si accinge a commentare la scomparsa di figure così importanti, centrali per molti anni nella vita amministrativa del nostro territorio, si rischi a di cadere nelle retorica, nelle esagerazioni. Atteggiamenti che non piacevano a Carlo Lucchina, a lui che proprio da Villa Recalcati, da Provincia di Varese iniziò il suo percorso, la sua lunga carriera. Il suo lavoro qui come Segretario generale e poi Direttore generale è spesso rammentato, anche perchè da lui partì un input importante verso l’innovazione ed il coordinamento di un Ente che andava via via prendendo forza. I dipendenti che lo hanno conosciuto da vicino avevano pure imparato a vedere oltre quello che poteva apparire ad una prima lettura un carattere burbero. In realtà si trattava di rigore e professionalità, oltre che passione per quello che faceva, doti che lo hanno portato poi più in là da Villa Recalcati fino a diventare Direttore generale di quello che fu l’Ospedale di Circolo, Direttore generale della Direzione Generale Sanità di Regione Lombardia per circa 10 anni. Anche in questi ambiti portò la sua grande professionalità verso un settore che lui aveva già percepito essere in costante cambiamento, con sfide all’orizzonte, come quelle della mancanza di professionisti. Sua fu la proposta lungimirante, allora non accolta dalla politica purtroppo, di creare un ospedale di valle unico che riunisse i presidi di Cittiglio e Luino, non disperdendo forze e risorse sanitarie nel nord della provincia di Varese. Mi legano anche ricordi personali, a Carlo, che in pieno periodo Covid dimostrò fiducia nella mia presenza all’interno dell’unità di crisi regionale di cui ho fatto parte assieme all’Assessore Guido Berolaso. Capitava di sentirci il mattino molto presto, in quei giorni difficili e saturi di preoccupazione. Una sorta di gara a chi svegliava prima l’altro ma lui, lo ammetto, mai si è fatto trovare con la testa sul cuscino. Era sempre operativo, prodigo di consigli che, sono certo, mancheranno a tutti noi. Qualche volta era di poche parole ma solo perchè le idde chiare semplificano le parole usate e lui, un suo dono, di idee chiare ne aveva sempre. Lascia un vuoto amministrativo, pur se non ricopriva ufficialmente più cariche pubbliche, davvero importante. Ci sentiamo più soli ma abbiamo, come accade sempre quando vanno via persone di questa fattura, un percorso tracciato da seguire che è la tensione verso “il bene comune” in qualità di amministratori, politici, semplici cittadini. Alla sua famiglia giunga l’abbraccio ed il cordoglio di Provincia di Varese. Addio caro Carlo».

La direzione strategica di ATS Insubria formula le più sentite condoglianze alla famiglia di Carlo Lucchina nel giorno della sua scomparsa: «Ci ha lasciato un uomo che ha dato un significativo contributo per raggiungere risultati esemplari nel nostro sistema sanitario regionale. Continueremo a lavorare con impegno facendo tesoro dei suoi insegnamenti che lo renderanno sempre presente nel nostro agire quotidiano” dichiara Salvatore Gioia direttore generale di ATS Insubria».

Raffaele Cattaneo: «La notizia della morte di Carlo Lucchina mi é giunta improvvisa questa mattina. Ero in Chiesa, in attesa di confessarmi per Natale, e in quel momento di calma tra i tanti impegni prenatalizi, guardando finalmente alcuni messaggi nel mio cellulare che avevo trascurato, ho trovato quelli che mi comunicavano la sua scomparsa questa notte.
Carlo, per almeno tre decenni, é stato un amico, un concittadino orgoglioso della sua varesinita, un compagno di strada e un collega di tanto lavoro comune. Prima in Provincia di Varese, fino a diventarne direttore generale, poi alla direzione dell’Azienda Ospedaliera di Varese: ho davanti agli occhi il momento in cui, bevendo un caffè in un bar di Varese, gli chiesi se fosse interessato a quella proposta e lui mi confidò che per l”ospedale di Varese avrebbe accettato, come se fosse per lui una sincera aspirazione. Poi ancora per dieci anni alla direzione generale della sanità lombarda. Un lavoro animato da uno scopo e da una visione: rendere la Lombardia, in particolare per lui la sanità lombarda, il meglio possibile, un modello originale di collaborazione pubblico privato basato sul principio di sussidiarietà e un sistema di eccellenza non solo italiano, ma europeo e mondiale, che effettivamente, con il suo insostituibile contributo, allora siamo riusciti a creare.
Carlo aveva un carattere deciso e una visione chiara. Le declinava in giornate di lavoro che cominciavano la mattina molto presto e finivano la sera tardi, intervallate da decine di sigarette, dal suo sorriso e talvolta dalle sue urlate. Giornate che producevano idee nuove e soluzioni tecniche in quantità e qualità straordinaria. Sono quelle che hanno plasmato e governato il sistema sanitario e sociosanitario lombardo, come dopo di lui nessuno é più riuscito a fare con analoga intensità.
Non posso infine tacere la dignità e la discrezione con cui Carlo ha vissuto il tempo della grande sofferenza e della umiliazione che ha dovuto subire quando venne ingiustamente indagato e accusato per fatti, come il caso Luana Englaro, in cui egli si comportò da grande professionista e galantuomo, attuando gli indirizzi politici ricevuti nella massima correttezza. Il proscioglimento da ogni ipotesi di reato, giunto tardivamente, e la ingiustificabile condanna della Corte dei Conti a risarcire il padre di Eluana, ricevuta ancora solo lo scorso giugno, hanno certamente contribuito a minare la sua salute, ma hanno anche fatto scattare una gara di solidarietà fra tanti amici e colleghi che sono solo l’ultima inequivocabile testimonianza dell’affetto e della stima sincera di cui era circondato da chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e lavorare con lui e sapeva che ci sarebbe stato bisogno di un altro Carlo Lucchina.
Sono gli uomini come te Carlo che rendono possibile attuare una visione politica e culturale e sanno trasformarla da una idea in realizzazioni concrete, nell’interesse di tutti. Lo fanno perché ci credono, anche sopportando fatiche, critiche, contumelie e pagando prezzi personali e familiari altissimi al posto del tributo di onore e considerazione che meriterebbero. Per questo io oggi ti voglio rendere onore e ringraziare con tutto il cuore per quello che hai fatto e per l’amico che sei stato e sono certo continuerai ad essere anche nella nuova vita dal cielo.
A Dio Carlo!».

 

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