Droga, assalti a portavalori, furto e riciclaggio di auto: nel bilancio del 2024 Cerignola in testa ai blitz

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Il 2024 anno record per i blitz contro clan (una trentina quelli mappati dalla Dia) e criminalità comune: ben 37 operazioni con l’arresto di 354 persone su ordinanze dei gip: 240 in carcere, 114 ai domiciliari, e ulteriori 43 provvedimenti tra obblighi/divieti di dimora, obblighi di firma, sospensioni dal lavoro. I blitz furono 30 con 302 arresti nel 2023; e 29 con 232 arresti nel 2022.

Tutta la provincia, tranne Lucera e il Subappennino dove si sono registrate tuttavia casi gravissimi di corruzione, sono state contrassegnate dalle operazioni: 27 eseguite su ordinanze dei gip di Foggia, un paio per frodi fiscali su richiesta della Procura europea; 5 di Bari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia; 5 di magistrati fuori regione tra Milano, l’Aquila, Trani, Livorno, Larino.

Lo spaccio si conferma l’affare più “gettonato” con 15 operazioni; segue con 5 blitz il business dei furti d’auto/riciclaggio per smontarle e rivendere le singole componenti; 3 contro rapinatori per assalti a portavalori/caveau e rapine in negozi, uffici postali e sale scommesse; 2 per assalti ai bancomat; 1 antimafia che abbraccia i reati principali dei clan: traffico di stupefacenti e estorsioni; 2 nel settore falsi diplomi e/o attestati taroccati per docenti; 2 per contrastare frodi fiscali; 1 per reati essenzialmente contro la pubblica istruzione; 1 contro il traffico di rifiuti provenienti dalla Campania e sversati nel Foggiano; 1 per un omicidio di mafia legato alla guerra tra clan garganici che spadroneggiano sul promontorio tra Manfredonia, Monte Sant’Angelo, Vieste e Mattinata.

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Nella terra della quarta mafia dopo Cosa nostra, camorra e ‘ndrangheta è Cerignola la città teatro del maggior numero di operazioni, 11, che spaziano dai traffici di droga al furto/riciclaggio di auto, dagli assalti ai portavalori a quelli a bancomat e bancoposta messi a segno in tutta Italia, dalle truffe all’Inps simulando l’assunzione di braccianti per riscuotere i sussidi al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Una conferma della capacità della criminalità cerignolana di diversificare affari e business.

Segue Foggia con 8 blitz tra droga (2), furti (2), rapine, furti, frode, truffa e frode fiscale. Due di queste operazioni hanno avuto epicentro la casa circondariale: il 13 marzo con 16 arresti per droga introdotta nelle celle da un’infermiera al soldo di alcuni detenuti che la rivendevano ad altri carcerati; il 18 marzo con 10 poliziotti penitenziari posti ai domiciliari per il presunto pestaggio/tortura di 2 detenuti.

L’operazione più importante nel capoluogo è quella denominata “Sed” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari con 21 arresti tra fine settembre/inizio ottobre per un traffico di cocaina gestito da persone vicine ai clan che trattavano 20 chili di stupefacente.

L’indagine più imponente per numeri e peso è “Mari e monti” contro il potente clan Li Bergolis coinvolto nella guerra di mafia garganica contro gli ex soci del clan Romito (ora denominato Lobardi/Ricucci/La Torre), che dal 2008 a oggi ha contato 35 fatti di sangue. All’alba del 15 ottobre eseguite 39 ordinanze del gip di Bari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia per mafia, traffico di droga, estorsioni, favoreggiamento, intestazione fittizia di beni: poggia su intercettazioni e le rivelazioni di 18 pentiti.

Quanto a numero di blitz effettuati dalle forze dell’ordine coordinate dalla magistratura, dopo Cerignola e Foggia ci sono Orta Nova e San Severo con 4 blitz ciascuno, soprattutto nel settore spaccio; Vieste con 3, tra cui 4 arresti per un omicidio di mafia grazie alle rivelazioni dei pentiti sfornati in seguito alle indagini della Direzione distrettuale antimafia di Bari; e Manfredonia con 3 operazioni. Tra cui l’unica delle 37 del 2024 nel settore dei reati contro la pubblica amministrazione: si tratta di “Giù le mani” del 9 marzo con 5 arresti e il coinvolgimento di un ex assessore (tra gli imputati a piede libero c’è anche l’ex sindaco) e di due esponenti di una famiglia coinvolta nella guerra di mafia garganica: le accuse spaziano dal tentativo di concussione ai danni di dipendenti e amministratori comunali al falso, dalla corruzione al voto di scambio.



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