“Se l’Ue continuerà a registrare il tasso medio di crescita della produttività del lavoro dal 2015, dato l’invecchiamento della nostra società, tra 25 anni l’economia avrà le stesse dimensioni di oggi: ciò significa un futuro di entrate fiscali stagnanti e di avanzi di bilancio per evitare che il rapporto debito/Pil aumenti”. Che in Europa e, soprattutto, in Italia ci sia bisogno di spingere sull’acceleratore della produttività forse non servivano le parole di Mario Draghi pronunciate recentemente al Simposio annuale del Cepr, Centre for Economic Policy Research, visto che si tratta di un problema ultradecennale per quasi tutte le cosiddette economie avanzate.
Proprio per quest’ultimo motivo, gli economisti si sono più volte sperticati nel ripetere quali siano gli ingredienti (ufficiali) per aumentare la produttività. Tra questi, compare la digitalizzazione (specialmente nella pubblica amministrazione). E a furia di ribadirlo, alla fine in Italia qualcosa di importante è stato fatto, come dimostra ad esempio l’introduzione nel 2019 dell’obbligo di fatturazione elettronica. Uno strumento che, oltre ad accrescere le entrate fiscali per lo Stato, ha prodotto varie esternalità positive di cui si parla poco, tra cui il fatto di aver reso la macchina del fisco più efficace ed efficiente.
La conseguenza è che se il legislatore si muove verso la semplificazione, anche il mercato non sta a guardare e si dirige nella medesima direzione, contribuendo sostanzialmente all’informatizzazione del tessuto produttivo italiano. Ecco allora come la digitalizzazione può diventare una delle chiavi per accrescere anche la produttività e, in ultimo, la competitività dell’economia nel suo complesso, a cominciare dallo sviluppo della capacità innovativa delle singole imprese.
Con l’obiettivo appunto di semplificare attraverso l’informatizzazione, un’azienda romana, ITALA Tecnologia Informatica Srl, già da tempo affermatasi nella capitale, ha reso disponibile a partire dallo scorso gennaio (ovvero da quando è entrata in vigore anche per i forfettari l’obbligo di fatturazione elettronica) una nuova App, denominata ‘MiaFattura’, che ha in qualche modo il fine di digitalizzare il rapporto tra commercialista e professionista nel momento in cui buona parte dell’attenzione mediatica appare focalizzata sull’altra metà della mela (ovvero il rapporto tra professionista e Stato) e si rivolge, in particolare, alle Partite IVA in regime forfettario.
‘MiaFattura’ (è possibile testarla senza doversi subito abbonare) non è l’unica App presente sul mercato capace di rispondere all’esigenza di automatizzare, come detto, i rapporti tra professionista e commercialista, ma emerge fra tutte, nonostante la compresenza di competitor più affermati nella stessa tipologia di prodotti, per l’elevata fruibilità e chiarezza. Uno dei punti di forza è che si tratta di uno strumento privo di fronzoli capace di venire incontro anche alle ultime tendenze, che vedono i giovani professionisti sempre più impegnati a svolgere la propria attività via smartphone piuttosto che ricorrendo all’utilizzo di Pc o computer portatili. Bastano appena due clic per generare e inviare una fattura, facendo risparmiare tempo prezioso anche ai commercialisti.
Oltre ad offrire una soluzione multi-piattaforma, cioè utilizzabile da browser Web o sui dispositivi mobili, installando le app per Android e iOS, MiaFattura è utilizzabile anche in modalità offline (quindi senza una connessione Internet attiva): in pratica, permette in ogni caso di comporre la fattura e di registrare tutti i dati inseriti dall’utente, procedendo poi all’invio del documento fiscale non appena la connessione di rete torna attiva. Si tratta di un’opzione che gli altri player concorrenti di Itala non offrono (al momento).
L’applicazione, inoltre, consente di gestire un’anagrafica clienti (ivi compresi quelli esteri e la pubblica amministrazione), di inviare le fatture elettroniche al Sistema di interscambio (SdI) dell’Agenzia delle entrate, e copia dei documenti al consulente fiscale (basta navigare all’interno della sezione dedicata ai consulenti, indicarne il nome e il corrispondente indirizzo email). In tal modo, i commercialisti non saranno costretti a verificare ogni singolo documento prodotto accedendo al cassetto fiscale dell’Agenzia delle entrate.
Circostanze che consentono a ‘MiaFattura’, insieme ad altri strumenti, di inserirsi a pieno titolo nel processo di ammodernamento del tessuto produttivo italiano, contribuendo all’incremento del suo valore e della produttività correlata, cercando così di trasformare in un punto di forza quello che oggi spesso appare come il tallone d’Achille (di molte economie mature). Ovvero, il binomio produttività-competitività.
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