Una porta che si chiude, un portone che si apre. E’ stato così per Matthieu Blazy in arrivo da Chanel e chissà se sarà lo stesso per John Galliano, uscito da Maison Margiela dopo dieci anni di onorato servizio. Sta per ripartire, anche nel 2025, il risiko della moda e con lui il ‘gioco delle sedie’ dei direttori creativi. I rumors sul ‘chi disegnerà cosa’ sono già iniziati. Ma procediamo con ordine. Nel caso di Blazy, figura singolare nel panorama mondiale e nuovo stilista della griffe della doppia C, un nome c’è già: quello di Louise Trotter, ex Carven, che assumerà le redini creative di Bottega Veneta mentre per il successore di Galliano bisognerà aspettare che il patron di Otb, Renzo Rosso, sveli le sue carte. Anche qui c’è chi scommette su Glenn Martens, beniamino di Rosso, oggi alla guida di Diesel, brand di punta del gruppo Otb.
L’addio di Galliano a Margiela, del resto, era già stato predetto dai ben informati, perché il contratto era in scadenza e i rumors sempre più insistenti. Licenziato da Dior nel 2011 per commenti antisemiti, caduto in disgrazia e poi riabilitato in pompa magna, uno dei più talentuosi stilisti di tutti i tempi si è congedato dalla maison con una lettera molto sentita ringraziando chi ha creduto in lui e il suo team senza tuttavia rivelare dove andrà. I sognatori lo immaginano di nuovo da Dior, al posto dell’attuale direttore creativo, Maria Grazia Chiuri, che secondo qualcuno potrebbe far rientro a Roma, magari alla guida di Fendi, dove tutto per lei è iniziato. La griffe romana è infatti alla ricerca del successore di Kim Jones alla guida del womenswear e non sarebbe male vedere una figura femminile come quella della Chiuri disegnare per un brand che è l’emblema delle donne (le cinque sorelle Fendi hanno fatto la storia). Parlando sempre di ‘fantamoda’, in pole position per lo stesso ruolo c’è anche Pierpaolo Piccioli, designer romano ed ex braccio destro della stessa Chiuri da Valentino prima e poi unica mente creativa dell’iconica maison, oggi disegnata da Alessandro Michele.
Nel 2024 tanta acqua è passata sotto i ponti, o meglio sotto le passerelle, con cambiamenti e piccole rivoluzioni che fino a qualche anno fa sembrano impensabili. A partire da Givenchy dove, dopo l’addio di Matthew Williams, è arrivata la britannica Sarah Burton, stimatissima stilista di Alexander McQueen, griffe che ha disegnato per ben 13 anni dopo la scomparsa del suo fondatore. Il brand di Kering ha scommesso quindi sul giovane e talentuoso Seán McGirr per far rivivere il genio di Lee McQueen e pare aver fatto centro. Gli addetti ai lavori hanno pianto a lungo Pierpaolo Piccioli, quando nel marzo scorso ha annunciato di lasciare la direzione creativa di Valentino che, a sua volta, a stretto giro, ha chiamato a corte Alessandro Michele, ‘disoccupato’ dopo l’addio a Gucci nel 2022. Corsi e ricorsi della moda, non c’è dubbio.
L’anno che sta per finire ha visto anche diversi debutti, come quello di Matteo Tamburini da Tod’s, Adrian Appiolaza da Moschino, Walter Chiapponi da Blumarine, durato il tempo di una collezione, e Chemena Kamali da Chloé. Tanti anche gli addii di peso, come Alberta Ferretti dalla sua linea omonima (testimone poi passato a Lorenzo Serafini) Virginie Viard alla guida di Chanel, Hedi Slimane da Celine (al quale è succeduto Michael Rider) Peter Hawkings da Tom Ford (ora guidato da Haider Ackermann) e l’ultima sfilata di Dries Van Noten che ha nominato di recente Julian Klausner al timone. Il 2025 segnerà anche gli esordi Peter Copping da Lanvin e Veronica Leoni da Calvin Klein, che torna alle sfilate.
C’è poi la sfilza di nomi di tanti geniali direttori creativi che da anni non dirigono un brand di peso, come Riccardo Tisci, amatissimo da Givenchy e Burberry, Marc Jacobs, dal 1997 al 2014 mente creativa di Louis Vuitton, e l’ex di Moschino, Jeremy Scott, che tanti nell’ambiente vorrebbero vedere di nuovo in carreggiata. Nell’anno che verrà c’è chi scommette che JW Anderson, il talentuoso direttore creativo di Loewe, in scadenza di contratto dal marchio spagnolo di proprietà di Lvmh possa restare nella stessa scuderia, passando però alla guida di un marchio di punta come Dior. Lo stilista, habitué del calendario maschile di sfilate milanesi, non sarà presente a gennaio con la sua linea omonima e qualcuno dietro questa scelta ha letto un imminente rimescolamento di carte.
E’ presto per fare pronostici ma di certo c’è che il nome più quotato resta quello di John Galliano. Qualcuno spera che torni a dirigere il marchio che porta il suo nome, altri assicurano che prenderà un periodo di riposo o che magari tornerà da trionfatore in Lvmh. Di sicuro sarà impossibile dimenticare i dieci anni di poesia dell’istrionico stilista britannico che hanno segnato la sua rinascita e aiutato a ricostruire la sua reputazione. Come l’ultimo show, il più virale e discusso degli ultimi 10 anni, con la collezione haute couture, dove la teatralità dello spettacolo, con le modelle dal viso di porcellana ed eccessi di tessuto e silhouette hanno convinto anche i più scettici che Galliano è ancora la rockstar assoluta della moda. Ora, ne aspettiamo pazientemente il ritorno. (di Federica Mochi)
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link