Orchestra da Camera di Perugia: il 2024 è stato l’anno dei giovani


PERUGIA – Il 2024 si sta per concludere: è stato un anno ricco di eventi culturali e musicali per la città di Perugia e non solo. A livello locale, numerose sono state le iniziative musicali che sono nate e continuano a crescere, con l’obiettivo di avvicinare il pubblico alla musica classica, proponendo brani che non hanno età, eseguiti da solisti e artisti di prestigio.

 

In questo mosaico di eventi e musica, si inserisce l’attività dell’Orchestra da Camera di Perugia che porta avanti iniziative musicali e occasioni di crescita per giovani musicisti, valorizzando le risorse del territorio e offrendo opportunità di formazione sul campo per chi vuole fare della musica una professione.

 

Ai microfoni di Vivo Umbria, quest’oggi c’è Simone Frondini, Sovrintendente dell’Orchestra da Camera di Perugia, che ci ha raccontato questo 2024 in musica:

 

 

Un 2024 ricco di musica e concerti, tiriamone le fila: quale bilancio?

 

Quest’anno si chiude con tanta speranza per il futuro. L’Orchestra è cresciuta, non solo in termini di organico under 30 e under 25 ma anche a livello di collaborazioni e soddisfazioni. Abbiamo investito molto nella ‘primavera’ della nostra Orchestra, e ora, dopo due anni, raccogliamo i frutti. Era nata un po’ come una scommessa quella di creare una sezione giovanile, “OCP Young” che oggi è cresciuta evolvendosi in “OCP Clinics”, realizzato con il sostegno della Fondazione Perugia che ha creduto fin da subito in questo progetto.

 

Con quali aggettivi descriveresti il 2024?

 

Io lo descriverei con queste tre: Entusiasmo, Passione e Giovane. Quest’anno è stato sicuramente l’anno della conferma. Dopo uno stop forzato legato al 2020, il 2023 è stato un momento di esplosione di ripresa di attività che quest’anno si sono consolidate e rafforzate. Per tutta l’Orchestra è stata la conferma di essere sulla strada giusta; la nostra attività si sviluppa su molte direttrici ma sicuramente questo è stato l’anno dei giovani e delle opportunità professionali che li hanno visti protagonisti.

 

L’Orchestra punta molto sulle giovani leve. Quali le criticità incontrate?

 

Oggi la sfida è attirare pubblico giovane. La musica classica rimane intramontabile guardando al futuro ma ha sempre bisogno di nuova linfa, non solo in termini di pubblico ma anche di chi la produce. Pensare di proporre brani scritti venti o trent’ anni fa è difficile, c’è bisogno di commistione e di apertura verso repertori diversi. Proprio con quest’obiettivo abbiamo creato mix interessanti tra musica jazz, classica e d’autore.

 

Lavorare con i giovani e formarli è un’attività che appassiona tutta l’Orchestra. Le criticità ci sono ma si analizzano e si superano, insieme. La cosa più difficile è fare il primo passo, avvicinare i ragazzi a qualcosa appartenente a un mondo che è percepito come ‘vecchio’ e ‘superato’. La musica classica è qualcosa che molti giovani sentono distante ma quando poi si rompe il ghiaccio e ci si mette in gioco, ci si appassiona. Molti giovani musicisti trovano difficile abituarsi a focalizzarsi su un’attività per molto tempo, senza distrazioni. Questa è forse la criticità più grande: concentrarsi per molte ore. I nostri ragazzi però, affinano sempre meglio questa capacità, anche grazie al lavoro che facciamo durante le prove, che durano tra le 5 e le 8 ore.

 

 

 

Quali i progetti musicali per il 2025?

 

Ancora non possiamo svelare molto, alcuni progetti sono ancora al vaglio. Sicuramente continueremo a valorizzare i giovani con attività e collaborazioni che vedranno OCP Young su numerosi palchi con artisti di alto rilievo, come Stefano Ferrario (direttore e violinista), Marco Pierobon (trombettista), Enrico Bronzi (violoncellista), Christian Schmitt (oboista).

 

L’auspicio da parte nostra è quello di continuare a creare sinergie con le istituzioni locali e che ci sia più sinergia con le altre realtà musicali per dar forza ai singoli.  Desideriamo una concertazione più ampia ed efficace, capace di dare spazio alla musica in maniera più costante. Il bello di una città in cui si respira cultura è anche questo: poter avere un’offerta sempre disponibile perché ben programmata in un medio-lungo periodo.

 



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