Visite fiscali INPS 2025: i controlli ripetuti durante l’assenza per malattia hanno limiti?


Le visite fiscali durante i periodi di assenza per malattia portano diversi dubbi nella mente del lavoratore. Questi controlli, effettuati per verificare l’effettivo stato di salute del lavoratore, sono regolamentati da normative precise che bilanciano le esigenze aziendali con i diritti dei dipendenti.

Visite fiscali e fasce di reperibilità

Le visite fiscali sono strumenti attraverso i quali l’INPS, su richiesta del datore di lavoro, verifica la legittimità dell’assenza per malattia del dipendente. Questo processo assicura che il lavoratore sia realmente impossibilitato a svolgere le proprie mansioni, prevenendo eventuali abusi. Tuttavia, è fondamentale che tali controlli siano condotti nel rispetto della dignità e della privacy del dipendente, evitando pratiche invasive o persecutorie.

Per garantire l’efficacia delle visite fiscali, i lavoratori sono tenuti a rispettare specifiche fasce orarie di reperibilità, durante le quali devono essere presenti al domicilio indicato nel certificato medico. A partire dal 2024, le fasce orarie sono state uniformate per tutti i lavoratori, sia del settore pubblico che privato, come segue:

Periodo Orario
Mattina 10:00 – 12:00
Pomeriggio 17:00 – 19:00

Questa unificazione è avvenuta in seguito a una sentenza del TAR del Lazio che ha dichiarato incostituzionale la differenza tra le fasce orarie di reperibilità per i dipendenti pubblici e privati. È importante sottolineare che l’obbligo di reperibilità sussiste anche nei giorni non lavorativi e festivi. Tuttavia, esistono alcune eccezioni all’obbligo di reperibilità, tra cui:

  • Malattie gravi che richiedono terapie salvavita.
  • Infortuni sul lavoro.
  • Patologie riconosciute come causa di servizio.
  • Stati patologici connessi a situazioni di invalidità riconosciuta.
  • Ricovero ospedaliero.

In caso di necessità di allontanarsi dal domicilio durante le fasce di reperibilità per visite mediche, prestazioni o accertamenti specialistici, è obbligatorio darne preventiva comunicazione al datore di lavoro o all’ente preposto. Il mancato rispetto delle fasce di reperibilità può comportare sanzioni, tra cui la decurtazione dell’indennità di malattia. Pertanto, è fondamentale rispettare gli orari stabiliti e comunicare eventuali assenze giustificate. Per ulteriori dettagli e aggiornamenti, si consiglia di consultare il sito ufficiale dell’INPS

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Frequenza dei controlli: limiti e possibilità

Il medico INPS può visitare lo stesso lavoratore più volte nell’arco dello stesso periodo di malattia (anche in giorni festivi), ed anche nella stessa giornata, soprattutto se l’assenza è considerata sospetta perché a ridosso di festivi o giorni liberi. Ciò può accadere quando in quanto il medico INPS può essere inviato sia dal datore di lavoro, sia dall’INPS. L’Istituto, infatti, ha la facoltà di effettuare controlli a campione, indipendentemente dalla richiesta del datore di lavoro. Per cui, in alcuni casi le visite fiscali potrebbero verificarsi anche due volte nella stessa giornata, quando il controllo viene richiesto dal datore di lavoro e si accavalla con quello programmato di routine dall’Inps.

Quando diventa abuso

Ma l’abuso dello strumento della visita fiscale potrebbe originare una condotta vessatoria e persecutoria nei confronti del dipendente. Una visita fiscale reiterata può essere infatti definita mobbing nei confronti del dipendente, e trasforma il diritto del datore di lavoro in un atto illegittimo. Non si può intaccare la libertà e la serenità del lavoratore. Il controllo fiscale deve essere esercitato in modo ragionevole, senza eccedere i limiti imposti dalla legge.

La giurisprudenza ha riconosciuto casi in cui un numero elevato di visite fiscali, senza giustificato motivo, ha costituito una forma di persecuzione nei confronti del lavoratore. Tuttavia, per configurare il mobbing, è necessario dimostrare l’intento persecutorio e un danno alla salute psicofisica del dipendente.



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