Castelnuovo Rangone: Valentina Palmi. Spes Prima Dea

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In occasione del Giubileo 2025 dal titolo “peregrinantes in spem”, mercoledì 1 gennaio 2025 alle ore 18:00 sarà presentata presso la chiesa di San Celestino I di Castelnuovo Rangone, l’installazione temporanea SPES PRIMA DEA dell’artista bolognese Valentina Palmi. L’intervento artistico nasce da un progetto di don Fabrizio Colombini, parroco di Castelnuovo Rangone e della comunità parrocchiale. L’opera è stata realizzata appositamente dall’artista Valentina Palmi, in materiali ceramici per l’esposizione in esterno, e sarà installata sulla facciata della chiesa parrocchiale di Castelnuovo Rangone per tutto l’anno 2025. Al termine del Giubileo, l’opera verrà allestita all’interno della chiesa.

L’Installazione è composta da elementi scultorei in equilibrio visivo tra loro, indicatori di una meta spirituale, i quali alludono visivamente all’energia e alla ricerca di una realtà sensibile che tende verso l’alto.
Sospese tra materiale ed immateriale, le due sculture tentano di rappresentare visivamente l’energia che compone ed innerva tutte le cose; anche noi stessi. Attraverso un segno rosso espansivo vorticoso guardano alla ricerca di una sintesi: la semplificazione della realtà sensibile che tende al sovrasensibile.
L’iniziativa è promossa dalla parrocchia San Celestino I, patrocinata dal Comune di Castelnuovo Rangone e realizzata con la collaborazione dell’associazione culturale Ricognizioni sull’Arte APS.

A riguardo, dice Don Fabrizio Colombini, parroco di Castrelnuovo Rangone “In occasione del Giubileo abbiamo chiesto a Valentina Palmi di aiutarci ad approfondire il significato della Speranza realizzando un’installazione site specific che entrasse in dialogo con la statua della Spes che è collocata sulla facciata della nostra chiesa. Attraverso la sua realizzazione Valentina ci aiuta a scoprire la Speranza come “prima dea”: posta sulla piazza del nostro paese, Spes invita tutti, credenti e non credenti, a varcare la porta del finito per uscire dai nostri orizzonti ristretti ed aprirci all’infinito, al divino.”

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Continua l’artista Valentina Palmi parlando della genesi della sua opera “mi sono arrivate alla mente una serie di connessioni: l’etimologia di Speranza deriva dal latino Spes che a sua volta nasce dalla radice sanscrita spa- che significa “tendere verso una meta”; similmente spiritualità deriva da spiritus che significa anche “soffio che arriva da un’altra parte“. Curioso che ciò che è proprio dell’artista, ovvero l’ispirazione, sia chiamata allo stesso modo dei movimenti di ispirazione ed espirazione. Movimenti. Quelli appena elencati sono tutti movimenti, tendenze di andata e/o ritorno. Mi sono chiesta come potesse, tutto questo, essere espresso da un simbolo greve come l’ancora che Speranza stringe a sé e che, pur essendo uno dei più antichi simboli cristiani, significante saldezza nella fede, come oggetto utilitaristico nasce per essere pesante, ha una tendenza verso il basso, il suo scopo è paradossalmente saldare la nave su uno dei più mobili elementi ed evitarne la deriva. Un artista può evitare la deriva? Dovrebbe farlo?

Propongo di chiedere a Speranza – in tempo di Giubileo, quando la porta stretta si allarga – di vestirsi di un nuovo attributo, con un modello di ancora che sia più spirituale che religioso, un’ancora energetica che sia leggera, mobile, fluida e in tensione, un’ancora che non ancori ma che faccia levitare, una Linea Verticale.” leggi il resto dell’articolo»

Il progetto è ideato in collaborazione con l’associazione Culturale Ricognizioni sull’Arte APS, che ha sviluppato insieme all’artista ed alla comunità parrocchiale i raccordi e gli snodi interculturali necessari alla realizzazione dell’intervento artistico.
Un particolare ringraziamento a Federico Manicardi, ed a quanti hanno lavorato per la riuscita del progetto.

Note biografiche

Valentina Palmi (Bologna, 1994)
Nel 2021 si è diplomata alla magistrale di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Da allora si occupa di portare avanti, attraverso la sua pratica artistica tendente a quella che ha definito “Linea Verticale”, una ricerca di ampio respiro su temi come la spiritualità, la vacuità, l’energia, la coscienza. Da qui la pubblicazione del saggio “L’Aldilà è un Angolo stretto. Oltre la morte nell’arte contemporanea” edito da Pendragon, un percorso di dottorato d’artista ancora in itinere promosso dalle Università di Hasselt e di Bologna, e la direzione artistica della galleria d’arte contemporanea Studio la Linea Verticale.



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