I consiglieri Cifarelli, Lacorazza, Chiorazzo, Vizziello, Araneo, Verri, Marrese e Bochicchio hanno stigmatizzato il comportamento della maggioranza: “Non decidono sulle nomine e rinviano i tanti problemi dei lucani”
I consiglieri regionali di minoranza, Roberto Cifarelli e Piero Lacorazza (Pd), Angelo Chiorazzo e Giovanni Vizziello (Bcc), Alessia Araneo e Viviana Verri (M5s), Piero Marrese (Bd) e Antonio Bochicchio (Avs-Psi-LBp), in una conferenza stampa convocata ad horas, hanno stigmatizzato la decisione della maggioranza di rinviare, al 19 dicembre prossimo, la seduta del Consiglio regionale che era programmata per oggi.
“Siamo insoddisfatti dell’andamento dei lavori del Consiglio regionale”. Lo ha detto il consigliere regionale Roberto Cifarelli rivolgendosi alla stampa, aggiungendo che: “La Basilicata è tenuta in ostaggio dal presidente Bardi, dal presidente Pittella e dalla maggioranza che non decidendo sulle nomine, rinviano l’approvazione di importanti atti per il futuro di questa regione, quali il Piano dodicennale dell’Università degli studi della Basilicata, l’assestamento di bilancio dell’Arpab, impegnata in queste ore a tenere sotto controllo le acque del Basento, e tanti altri provvedimenti che erano all’ordine del giorno del Consiglio regionale odierno”.
“Il fatto che non si tenga la seduta del Consiglio regionale perché la maggioranza non riesce a fare le nomine – ha ribadito Chiorazzo – è inaccettabile. Finora si sono svolti, su nostra richiesta, due Consigli regionali straordinari, quelli su Stellantis e sulla crisi idrica. Dal mese di luglio chiediamo un Consiglio straordinario sulla sanità, richiesta ancora inevasa. I dati di Agenas 2024 sulla classifica degli ospedali italiani riportano risultati a stento sufficienti per la Basilicata. Questo spettacolo – ha concluso – deve finire”.
Il consigliere Bochicchio ha parlato di “comportamento, quello della maggioranza, irrispettoso anche nei confronti dei cittadini lucani. Tanti sono i problemi irrisolti e non è possibile fermare i lavori consiliari per la mancanza di accordo sulle nomine”. Vizziello ha posto l’accento sul problema delle RSA che “necessitano di una programmazione certa”, sulla mancata discussione di importanti mozioni, una per tutte, quella sulle misure in favore dei soggetti affetti da talassemia. “Tanti – ha sottolineato – sono i problemi pressanti che affliggono la nostra comunità e che chiedono risposte chiare e puntuali”.
Per il consigliere Lacorazza “siamo di fronte a una restrizione di spazi della politica e alla diminuzione di spazi democratici. Si sta rinviando la discussione sul Piano strategico regionale, i Vescovi lucani hanno sollecitato azioni per ridare speranza ai cittadini lucani, il Rapporto Svimez 2024 su economia e società del Mezzogiorno ha certificato lo stato fallimentare dell’economia lucana. Sono tutti elementi che non possono attendere e non possono essere rinviati a causa delle nomine”.
Anche il consigliere Marrese ha stigmatizzato il comportamento della maggioranza. “Non si può più aspettare. Nel frattempo – ha detto – alcuni Enti, strategici per il futuro della Basilicata, come il Consorzio industriale di Matera, continuano a porre in essere provvedimenti da fine mandato. È urgente l’approvazione del Piano strategico regionale per poter avere una visione sul futuro della Basilicata”.
Da parte sua anche la consigliera Verri ha fatto riferimento ai tanti problemi che attanagliano la regione, “a partire dagli enti commissariati come l’Ater di Matera, l’Alsia e l’Arlab, sino al dimensionamento scolastico per passare, poi, ad argomenti – ha sottolineato – che non si vogliono proprio affrontare, come la proposta di legge sulla riduzione dei costi della politica”. La consigliera Araneo ha espresso “forte preoccupazione per l’impatto che provoca l’atteggiamento della maggioranza. Si è abbassata la soglia democratica e si è acuita la distanza tra il ‘Palazzo’ e la comunità”. Tanti i problemi che vanno risolti a partire dall’automotive sino all’impatto della crisi idrica sulle attività produttive. Questa maggioranza – ha concluso – consociata per ragioni di potere, non ce la fa e l’amministrazione della cosa pubblica, nel più alto e nobile senso della politica, viene a mancare nel momento in cui non tornano i conti sulle nomine”.
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