Alluvione, in Val di Zena 3,8 milioni per ripristinare la strada. La mappa degli interventi e dei costi

Dal maggio 2023, con la prima alluvione, la strada che corre lungo la Val di Zena non è mai tornata alla normalità. A settembre, quando lo Zena è esondato di nuovo, alcuni lavori stradali erano appena cominciati e a ottobre tutto si è ripetuto di nuovo. Proprio lì, la furia di acqua e fango si è portata via la vita di Simone Farinelli.

Gli interventi necessari

Ora sulla provinciale 36 Val di Zena è una corsa contro il tempo per avviare o portare avanti gli innumerevoli interventi di ricostruzione, con un investimento per lavori già in corso di 3,8 milioni di euro, in parte stanziati direttamente dalla Città metropolitana, in parte provenienti dalle disponibilità del commissario straordinario,ormai in scadenza, Francesco Paolo Figliuolo. Solo la scorsa settimana la strada ha in parte riaperto, limitatamente al trasporto pubblico e ai residenti, agli autorizzati, a coloro che devono accedere a proprietà private e agli operatori economici.
A condividere gli interventi di ripristino necessari — lavori su frane, erosioni, di restauro di ponti e di pulizia di canali —e a fare il punto sullo stato dell’arte della Val di Zena e aree circostanti sono stati i sindaci di San Lazzaro, Pianoro e Loiano, insieme a quello della Città metropolitana, Matteo Lepore, e ai delegati alla ricostruzione e alla viabilità Matteo Montanari e Davide Dall’Omo.

La frana al Farneto

Alcuni lavori, appunto, sono finanziati con 2,4 milioni dal commissario straordinario in seguito all’alluvione di maggio 2023: è il caso, per esempio, del ripristino di alcune frane di monte e dell’erosione a valle del fiume, lavori che dovranno essere conclusi entro il primo semestre dell’anno prossimo. Dovranno invece essere conclusi entro gennaio diversi lavori coperti con risorse proprie (900 mila euro) dalla Città metropolitana per gli eventi alluvionali di settembre: tra questi, per esempio, la frana di monte al Farneto, località pesantemente colpita di nuovo a ottobre e dove pure si era aperta una voragine in strada, chiusa dall’esercito. E poi, ancora, il restauro del ponte vicino all’ospedale Gruppioni dove, a partire dall’estate prossima, è prevista anche una risagomatura del fiume. Anche altri saranno i ponti da restaurare, distrutti o compromessi dalle piene.

Pianoro e l’ampliamento dei ponti

Altri 500 mila euro sono poi stati stanziati dalla Città metropolitana a novembre per lavori nel Comune di Pianoro, ma altri due milioni saranno necessari per ulteriori danni da frane, erosioni e per messa in sicurezza del fiume. Tuttavia, fa sapere Palazzo Malvezzi, per ampliare la sezione idraulica di almeno sei ponti principali presenti sulla strada in caso di future alluvioni, sarebbe necessario un investimento stimato in 40 milioni di euro.
Una luce in fondo al tunnel la stanno iniziando a vedere invece i lavori di ripristino della frana avvenuta nel maggio 2023 su via di Sabbiuno, sui colli bolognesi: oggi la strada verrà riaperta al traffico. Si è operato un consolidamento della scarpata tramite opere strutturali, mentre le finiture e la posa dell’asfalto verranno realizzate entro la prossima primavera. Per questi interventi il Comune di Bologna ha anticipato circa 630 mila euro, che verranno recuperati con fondi Pnrr, poiché rientrati nell’ordinanza a firma del commissario Figliuolo.

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