Frabosa Soprana: si è aperta la prima giornata di eventi del Ministero dedicati alla montagna

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Si è aperta nel pomeriggio di oggi venerdì 13 dicembre la prima sessione della due giorni dedicata alla montagna, in occasione della giornata internazionale dedicata al tema. Il Ministero Affari Regionali ha organizzato una due giorni di appuntamenti, presso le sale di Frabosa Soprana e di Frabosa Sottana. Ricchissimo di autorità il parterre, dai rappresentanti delle istituzioni del territorio e delle Associazioni di categoria. Ha raggiunto la sala anche il ministro Roberto Calderoli, accolto dai sindaci Adriano Bertolino (Frabosa Sottana) e Iole Caramello (Frabosa Soprana) che poi sono stati invitati dal moderatore Maurizio Melis, giornalista di RAdio 24, ad inaugurare la giornata con una sintesi delle peculiarità dei territori. Con loro sul palco il brigante delle Frabose, i Cavalieri della Raschera e altri rappresentanti della tradizione del territorio.

 

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Il primo panel della giornata è dedicato al territorio: ha riunito sul palco Marina Chiarelli, assessore regionale al turismo, Francesca Delmastro, vicepresidente Anci Piemonte, Roberto Colombero, presidente Uncem Piemonte, Giuseppe Carlevaris, presidente di VisitPiemonte.it, Giacomo Lombardo, presidente dei Borghi più belli d’Italia del Piemonte.

Interviene per prima l’assessore Chiarelli: «Abbiamo una montagna variegata, molto diversa da quella del Trentino, dobbiamo essere realisti. Però noi possiamo offrire esperienze e tradizioni. Si possono incrociare diverse fonti di finanziamento, bisogna saper cogliere le opportunità per avere investimenti e migliorare sempre di più l’impiantistica» Stimolata sul tema del cambiamento climatico, l’assessore ha chiarito che «Le scelte vanno fatte in termini strategici, considerando le stazioni sciistiche più attrattive, ma la montagna non deve lasciare indietro nessuno e essere al fianco di tutti. Possiamo offrire un turismo esperienziale, un vivere la montagna a 360 gradi, con le sue tradizioni e le sue tipicità».

«Anche chi è meno attrattivo per il discorso sciistico, anche a causa del cambiamento climatico non deve restare solo, ma deve essere destinatario di uguali risorse, solo da destinare ad altro, alla valorizzazione delle proprie peculiarità – il commento di Delmastro vicepresidente Anci Piemonte – diamo anzi le risorse per smantellare gli ecomostri e gli impianti ormai in disuso, in stazioni che non vedono neve da tempo. Se c’è da abbattere si abbatta. Penso che in questo senso la Regione ha fatto diversi passi avanti e così il governo».

Il presidente di Uncem Piemonte Roberto Colombero è intervenuto per riflettere sul tema spopolamento: «Va affrontato con una visione olistica: dobbiamo smetterla di fare politiche settoriali, servono politiche territoriali. Non si può parlare di turismo disgiunto da trasporti e sanità e altri temi. Non si può parlare di turismo senza parlare di agricoltura e foreste, il territorio va mantenuto. Dovremo ragionare tutti insieme sul fatto che ogni territorio ha una sua vocazione e quella vocazione è quello su cui si investe quotidianamente». 

Carlevaris, di VisitPiemonte, ha sottolineato il forte incremento di numeri di affluenza turistica rispetto all’anno precedente. «Rispetto al 2022 abbiamo avuto un incremento importante. Non contiamo solo sulla sinergia e sugli input dell’assessorato al turismo. Puntiamo ssulla qualità del turismo, a volte ce ne riempiamo la bocca, ma vuol dire offrire anche servizi di qualità a chi paga di più. Siamo molto focalizzati su questo e fotografiamo tutte queste dinamiche. Attraverso una serie di algoritmi legati alle recensioni online abbiamo una votazione di 9,1 di percezione della qualità su tutti i servizi, dalla ristorazione all’hotellerie. Siamo posizionati bene rispetto alla media nazionale che è 8.5». Chiude il giro di opinioni il presidente regionale dei Borghi più belli d’Italia, anche sindaco di Ostana. «Non è facile entrare nei borghi più belli d’Italia. Proprio pochi giorni fa su sette richieste sono sempre state bocciate. Parliamo di spopolamento: nel 1985 abbiamo cominciato a lavorare per non lasciare morire il paese, che ha perso tanti abitanti negli anni. Abbiamo lavorato sul paesaggio, abbiamo lavorato sulla comunità, sull’orgoglio di appartenenza. Non abbiamo consumato suolo ma abbiamo ristrutturato le case esistenti con canoni tradizionali, aiutati anche da un architetto che aveva già fatto ragionamenti. Non abbiamo fatto palazzi. Questo lo paghiamo oggi in termini di mancati introiti Imu, ma lavorando a tutto tondo abbiamo favorito l’arrivo di nuove attività. Oggi si vede una ripresa, sono presenti dei bambini e ci sono attività economiche e ricettive che lavorano. LA comunità ha integrato i nuovi arrivi con i vecchi residenti, con rispetto reciproco si creano i nuovi montanari: persone colte, aperte e pronte ad aprirsi. Dobbiamo favorire il ritorno all’agricoltura in montagna. Non è possibile tuttavia che OStana genera tasse per 680.000 euro e ne riceve 30.000. questo è il ritorno dello Sceriffo di Nottingham. Le nostre attività non hanno fiscalità di vantaggio e le Unioni montane non funzionano, troppi bisticci non si riesce a fare programmazioni».

 

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A sorpresa, a introduzione del panel dedicato a neve e sport, due messaggi di due campioni di sci: Federica Brignone e Guglielmo Bosca, che hanno riportato le loro impressioni sul tema. «Sono una giovane innamorata della montagna – ha detto Brignone – la montagna è uno stile di vita, ricco di opportunità non solo sportive». «La montagna mi ha regalato le maggiori emozioni, a lei sono legati i miei ricordi più belli» la chiosa di Bosca. 

Borgo: «Abbiamo tanti maestri, ma pochi professano. Tra riscaldamento globale e altre circostanze per molti non rappresenta più una fonte di sostentamento principale, inoltre lo sci estivo si pratica sempre meno. Voglio rivolgermi al ministro: quando si parla di turismo invernale si parla di una grande industria. Il maestro di sci è il motore di questo turismo, una volta il maestro di sci era il campione, il migliore di tutti e offriva la propria camera all’allievo. Da lì nato l’affittacamere, la pensione, l’albergo e così via. Si è sviluppato tutto da questa figura. Serve grande attenzione a questa figura». Borgo difende a spada tratta anche gli impianti a più bassa altitudine resi inutilizzabili dal cambiamento climatico «Anche se apparentemente i costi non reggono, l’industria genera un indotto forte»

Gli fa eco Ghezzi: «Bisogna valutare caso per caso. Lo smantellamento anche delle stazioni più basse va valutare con estrema attenzione. Il problema non è il cambiamento climatico ma fare gli investimenti giusti». Inoltre, riporta un paradosso: «Sulle dolomiti le piste da sci sono rimaste in certe zone l’unica zona dove gli animali possono pascolare, il resto è tutto bosco. È possibile una cosa del genere?». 

«Abbiamo un’occasione importantissima – l’intervento di Andrea Formento di Federfuni –: mai come in questo momento il parlamento ha a cuore la montagna. Di questo dobbiamo ringraziare i ministri Calderoli e Santanchè. La risposta al cambiamento climatico sono investimenti che consentano di innevare e dare risposte. Non è vero che sotto i cinquecento metri non si scierà più: ci sono opzioni che consentono anche questo. Se non ci fosse l’innevamento programmato non ci sarebbe questo risultato. Noi siamo consapevoli della complessità del tema del cambiamento climatico ma c’è un dato di fatto: dove gli impianti hanno chiuso lo spopolamento è aumentato e l’economia dei paesi è andata a picco. Rischiamo di fare danni enormi. Basta con l’alternativa Turismo bianco/turismo verde. Le situazioni possono andare insieme». 

Pietro Blengini, in qualità di presidente Fisi Alpi Occidentali, ha introdotto il tema dell’agonismo. «Ci sono due forme d’agonismo nella Fisi, quello di medio e alto livello. La prima forma di agonismo è una forma di agonismo a sfondo turistico. Gli sci club locali con i ragazzi fino a 16 anni fanno un’attività che impegna el famiglie e che ha un indotto turistico importante, facendo girare l’economia dei paesi facendo girare allenatori e maestri di sci. Questi ragazzi che poi dopo a sedici anni diminuiranno le velleità agonistiche diventeranno maestri di sci e aiuteranno a diffondere lo sci sul territorio. Mi aggancio a quello che ha detto la Chiarelli e mi rivolgo al Ministro: serve l’opportunità per gli sci club di avere le piste di allenamento in sicurezza. Purtroppo dobbiamo rivolgerci ai privati. Il caso di Torre Pellice è emblematico. Il Comune dà alla squadra di Torre Pellice il palazzetto a prezzo calmierato. TEndenzialmente lo sci club si rivolge al privato. Questo è un problema: le piste dedicate ai giovani atleti sono importanti, se gli sci club non trovano piste a prezzo calmierato il movimento avrà problemi». A chiudere il tavolo, Roberto Gosso di Cuneo Neve, che ha presentato la realtà delle stazioni sciistiche che compongono la sigla, sedici stazioni con le macrostazioni del Mondolè. «Non vanno dimenticate le piccole stazioni delle valli. Cuneo neve aiuta a coordinare gli interventi e gli investimenti nelle stazioni. Investimenti importanti, sulla progettazione e quindi necessari alla vita della stazioni. L’importanza della progettazione è fondamentale deve stare a monte della vita di ogni stazione»

I Dopo l’intervento in video collegamento della campionessa mondiale del km lanciato, Valentina Greggio, il programma prevede il passaggio al terzo panel, ambiente e turismo. I relatori saranno Luca Santini (presidente Federparchi), Martino Peterlongo (presidente nazionale guide alpine), Antonio Montani (presidente Cai), Massimo Manavella (presidente nazionale Rifugisti), Piermario Giordano (presidente Parco Alpi Marittime), il professor Bartolomeo Vigna (Politecnico di Torino)





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