Femminicidio: in Sardegna un aumento del 200% rispetto al 2023 – INMR Sardegna #55 | Sardegna che cambia

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Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo, vediamoli insieme

Anche noi abbiamo deciso di dedicare il 25 novembre a una pubblicazione in merito, e infatti lunedì siamo usciti con un’intervista della nostra Lisa Ferreli alla storica, docente di storia contemporanea all’università di cagliari e esperta di colonialismo italiano Valeria Deplano. Come scriviamo, il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, rappresenta un momento di lotta ma anche di riflessione e consapevolezza sulle radici di una violenza che non è un panno sporco da lavare a casa, bensì fenomeno radicato in strutture sociali, culturali e storiche che attraversano epoche e contesti geografici differenti, ma che trovano un denominatore comune nella disuguaglianza e nell’oppressione sistemica. In questo contesto, l’intersezionalità – introdotto dalla giurista Kimberlé Crenshaw per spiegare come diverse forme di discriminazione quali razzismo, sessismo o classismo, non agiscano separatamente ma si sovrappongano, creando esperienze specifiche di oppressione – diventa fondamentale per affrontare non solo il patriarcato come sistema di potere, ma anche le sue connessioni con altri fenomeni storici, come il colonialismo, per comprendere come la violenza di genere non sia un fenomeno isolato bensì frutto dell’intersezione con storie di dominio, razzismo e sfruttamento. Un’intervista molto interessante che vi consigliamo di leggere affinché lo sguardo sui fenomeni radicati nella nostra società ci porti a sradicare quelle pratiche che alimentano l’oppressione.

Martedì invece Laura Tussi ci ha raccontato Theandric, il Teatro Nonviolento dove l’arte diventa veicolo di pace e trasformazione comunitaria. Il teatro infatti come sappiamo non è solo un’arte, ma può diventare uno strumento di trasformazione sociale, un mezzo per educare, sensibilizzare e costruire comunità. Theandric lo fa ispirandosi ai principi della nonviolenza.  Theandric Teatro Nonviolento nasce con la missione di creare un teatro che oltrepassando la semplice rappresentazione artistica sia veicolo di riflessione e cambiamento, mettendo al centro la scelta della nonviolenza – quella lotta politica e sociale che rifiuta ogni atto di violenza – come principio etico e poetico. Da un anno la sede è il Teatro Sant’Eulalia di Cagliari, uno spazio che accoglie la ricerca teatrale e permette di costruire una comunità attiva e consapevole, impegnata in una visione trasformativa dell’arte e della vita. Leggetelo e se potete, andate a seguire le pagine di questa bellissima realtà in modo da restare aggiornati sulle produzioni in arrivo

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Mercoledì poi la nostra Sara Brughitta ci ha emozionato con un racconto del podcast “Villa Clara, memorie di un manicomio”. L’ex manicomio di Cagliari, Villa Clara appunto, è un luogo che rischia di scomparire dalla memoria collettiva. Per questo motivo, il podcast ridà voce a chi ha vissuto tra quelle mura, intrecciando testimonianze di sofferenza, speranza e resistenza. Come scriviamo, il progetto nasce dall’intento di esplorare appunto la storia di Villa Clara attraverso le voci di chi ha vissuto tra le sue mura, restituendo loro la dignità che segregazione e pregiudizi hanno minato. È un viaggio nel passato di un luogo che è fondamentale riportare alla memoria per evitare che le sue ombre svaniscano. Il podcast, prodotto da Nemesis Magazine, fa parte di un progetto culturale ampio che include la rassegna omonima Villa Clara: Memorie da un Manicomio, curata da Trip Sardinia in collaborazione con l’associazione Terra Atra, Su Tzirculu e Radio X e con il contributo del Comune di Cagliari. Un progetto che non si limita a raccontare la sofferenza dei pazienti e la durezza di un sistema sanitario che li emarginava, ma vuole porre in evidenza i loro vissuti in quanto individui, in modo da sensibilizzare la collettività al tema della stigmatizzazione, della reclusione e dell’abbandono, affinché le mura che ci separano gli uni dagli altri, siano esse reali o del pensiero, vengano abbattute. Trovate come sempre l’articolo sul nostro portale, leggetelo e se potete, ascoltate anche il podcast, non ve ne pentirete

Giovedì abbiamo chiuso la nostra settimana di pubblicazioni con un testo di Marta Serra, antropologa, studiosa di pratiche ancestrali dell’Isola e curatrice della nostra rubrica sull’esoterismo in Sardegna. Questo mese ci parla di luoghi, del concetto di spazio nella cultura sarda ma soprattutto, ci parla dei cosiddetti non-luoghi. L’antropologo Marc Augè ha coniato il termine “non-luogo” in contrapposizione ai luoghi antropologici di cui è espressione privilegiata il paesaggio. Il non-luogo invece è un luogo di passaggio, senza identità e caratterizzazione: luoghi per vendere e comprare, luoghi per comunicare in cui l’individuo non è membro di un gruppo, ma utente di un servizio e mero medium comunicativo. Come scrive la nostra Jana, ciò che smuove corpi, menti, animi e spiriti sardi in questo impegnativo e pregnante dibattito sulla speculazione energetica è l’orrore verso la trasformazione della Sardegna intera in un non-luogo istituzionalizzato. A causa della devastazione del territorio sulcitano a scopo minerario, si è reso un non-luogo una regione meravigliosa e antichissima. A causa di decenni e decenni di occupazione militare straniera, si son resi i selvaggi e energetici territori del Salto di Quirra un non-luogo. La costa smeralda intesa come complesso turistico è un non-luogo, forse un parco giochi mediterraneo, ma di certo fatica a esprimere l’identità dello splendido popolo gallurese che tentano di relegare e addomesticare, con fatica. Sarà un non-luogo il Thirrenian Link come stanno trasformando in un non-luogo Uta. Anche questo, lo trovate su www.sardegnachecambia.org



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