Decisione inquietante e discriminatoria, Amsterdam risarcisca i laziali

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Dopo le parole del ds Angelo Fabiani alla vigilia di Lazio-Ludogorets, alla metà del pomeriggio del venerdì arriva anche la ferma e perentoria nota del club. La Lazio fa sapere – tramite un comunicato reso pubblico sul sito ufficiale alle 16.30 – di aver notificato al Sindaco di Amsterdam e al Presidente dell’UEFA una comunicazione volta a contestare e condannare una “lettera inquietante che lede l’onore e l’immagine della comunità” rappresentata dalla società biancoceleste. La Lazio sottolinea di comprendere la “particolare situazione in cui versano i Paesi Bassi, nazione vittima di intollerabili violenze perpetratesi in occasione della gara tra Ajax e Maccabi Tel-Aviv” dello scorso 7 novembre, ma ritiene “altrettanto intollerabile” la presa di posizione delle autorità olandesi, che hanno vietato ai sostenitori capitolini di recarsi ad Amsterdam per assistere alla sfida tra Ajax e Lazio in programma giovedì 12 dicembre alla Johan Cruijff Arena, sebbene oltre 2600 biglietti per il settore ospiti fossero stati già polverizzati da settimane. La Lazio definisce la lettera proveniente dall’Olanda “caratterizzata da contenuti discriminatori e offensivi che velano una sostanziale difficoltà delle autorità locali a contrastare e arginare fenomeni di intolleranza” che nulla hanno a che vedere con la società nata nel 1900. Il club, inoltre, ribadisce di aver sempre ripudiato “ogni forma di razzismo attraverso i propri organi istituzionali che combattono contro l’intolleranza in diversi sedi, nazionali ed europee”, ed evidenzia l’impegno assunto in prima persona del Presidente della Società Sportiva nonché Senatore della Repubblica Claudio Lotito, già Capogruppo della Commissione Straordinaria “contro razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza” (c.d. Commissione Segre), facendo presente come nel Consiglio di Sorveglianza del club compaia anche il Prof. Mario Venezia, Presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma, e come faccia parte degli organi della società anche il Prof. Alberto Gambino, membro della Commissione Europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI).

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I PASSAGGI CONTESTATI – La seconda parte della nota contiene la promessa che la Lazio metterà in atto ogni azione volta a salvaguardare l’immagine di un club quotato presso la Borsa Italiana e suscettibile di evidenti danni di natura anche materiale ed economica dalla “scriteriata lettera del 26 novembre”, che mercoledì pomeriggio era stata pubblicamente etichettata dal direttore sportivo come “provocatoria, imbarazzante, da terzo mondo” direttamente dalla sala stampa del centro sportivo di Formello. Nel mirino della Lazio v’è – nello specifico – la dichiarazione pubblica secondo cui “i sostenitori della S.S. Lazio si comportano regolarmente in Europa in modo intollerabile, non esitando a commettere reati. Negli ultimi due anni si sono verificati diversi disordini e scontri anche in Olanda, in vista delle partite contro le squadre AZ Alkmaar e FC Twente, in cui erano coinvolti i sostenitori della S.S. Lazio. Per domare o prevenire il disturbo dell’ordine pubblico sono stati necessari un notevole dispiegamento di forze di polizia, la creazione di aree a rischio per il mantenimento della sicurezza e l’emanazione di ordinanze speciali per fronteggiare l’emergenza. Ad Amsterdam la situazione non sarebbe diversa”. Una simile affermazione è giudicata dalla Lazio “non corroborata dai fatti” ed ennesima prova di un “generico pressapochismo”. Tra l’altro, il Presidente Lotito ha riportato a galla i “due episodi di gravissima rilevanza mediatica e sostanziale” verificatisi ad Enschede in occasione della partita col Twente del 24 ottobre: in primis la discriminazione razziale nei confronti di Loum Tchaouna, che ha indotto l’UEFA a chiudere l’impianto del “Grolsch Veste”; in secondo luogo – si legge – “il trattamento riservato alla tifoseria italiana presente in città che è stata segregata all’interno degli hotel cittadini sia la notte prima della gara che quella successiva all’evento stesso, senza alcuna preventiva comunicazione. Famiglie e gruppi di sostenitori privati della loro libertà in nome del mantenimento di una apparente sicurezza delle infrastrutture cittadine”.

RICHIESTE – La Lazio rimarca come circa tremila tifosi abbiano “acquistato voli e affittato camere di hotel nella capitale olandese”, rilevando che graverà sulle autorità olandesi “l’obbligo di risarcire la tifoseria laziale che si è organizzata, per tempo e secondo le direttive impartite dal club ospitante la manifestazione, per assistere all’evento”: biglietti del settore ospiti, biglietti aerei e somme trattenute dagli hotel cittadini per l’affitto delle camere. Nell’ultimo passaggio del comunicato, la società biancocelesti chiede ad Amsterdam di indicare le “modalità di rimborso delle somme pagate dalla tifoseria laziale, entro e non oltre cinque giorni dal ricevimento della presente. In mancanza, saremo costretti ad attivare le opportune azioni risarcitorie nelle sedi ritenute competenti”. Nella comunicazione, sottoscritta dal patron della Lazio, si garantisce che verranno messe in atto “tutte le azioni necessarie affinché la tifoseria laziale non viaggi verso Amsterdam e si riduca così il potenziale pericolo di incidenti che, alla luce della intempestiva decisione della Pubblica Autorità, rischia di vedersi rafforzato e moltiplicato”. Infine, si pretende che eventuali gruppi di tifosi che decidessero comunque di partire verso la capitale olandese siano destinatari di “una adeguata accoglienza e un dignitoso trattamento nelle vie cittadine”. Degna di essere rimarcata anche l’espressione del sincero dispiacere del club legato al piano più squisitamente sportivo. “La decisione porta con sé riflessi di natura sportiva, che condizioneranno l’incontro” di calcio tra due squadre che “si giocano molto del loro cammino futuro proprio nella gara in questione”. Il danno di immagine, secondo il club romano, colpisce così anche la stessa Europa League, “manifestazione che, per natura stessa, esalta e include tutte le comunità sportive che fondano la loro attività non sul business sportivo di primo livello economico, ma sulla cultura della formazione e dell’integrazione territoriale”.

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