Novanta indicatori certificati, suddivisi in sei aree tematiche, delineano la classifica annuale del Sole 24 Ore sulla qualità della vita in Italia. Anche nel 2024, il Veneto si conferma una regione solida e prospera, con tutte le province posizionate nella prima metà della graduatoria nazionale. In particolare, Verona e Vicenza brillano rispettivamente al 7° e all’8° posto, dimostrando una crescita economica e sociale che va oltre le cifre.
Quattro delle sette province venete sono in risalita. Verona avanza di tre posizioni rispetto al 2023, Vicenza guadagna ben 14 posti, e Padova si piazza al 18° con un +1. Treviso, pur perdendo quattro posizioni, rimane stabile al 24° posto, mentre Belluno scende leggermente al 45° (-1) e Venezia registra un calo più significativo, scivolando al 46° posto (-14). Spicca la ripresa della provincia di Rovigo, che scala 15 posizioni raggiungendo il 53° posto, grazie soprattutto al miglioramento dei parametri relativi a ricchezza e consumi, dove guadagna 33 posizioni fino alla 21ª.
In termini di ricchezza e consumi, Belluno (8°) e Vicenza (14°) dominano, mentre nell’area “Affari e lavoro” Venezia eccelle al 7° posto, seguita da Padova (9°) e Verona (13°). Numeri che raccontano una realtà fatta di crescita equilibrata e di un sistema produttivo che dimostra solidità e resilienza. “Dietro questi risultati non c’è solo un’economia forte, ma anche un tessuto sociale che funziona. Come Confartigianato Imprese Veneto, siamo convinti che il successo del nostro territorio sia strettamente legato alla presenza radicata delle piccole e medie imprese artigiane, che costituiscono l’ossatura economica e sociale della regione – avverte il presidente di Confartigianato Imprese Veneto Roberto Boschetto -. L’artigianato non è sinonimo solo di produzione o profitto: è un sistema che genera occupazione stabile e qualificata, riducendo la disoccupazione e supportando soprattutto le aree più periferiche. Le nostre imprese rimangono legate al territorio, creando valore sul piano economico e sociale”.
Il valore aggiunto del mondo dell’artigianato è quello di applicare un sistema della bilateralità che rappresenta un pilastro fondamentale per il benessere dei lavoratori e delle loro famiglie. Gli enti bilaterali Ebav, Edilcassa e SaninVeneto hanno erogato, tra il 2022 e il 2024, ben 102 milioni di euro in prestazioni sociali e assistenziali, a beneficio di quasi 300.000 lavoratori aderenti. Questo impegno si traduce in servizi essenziali come assistenza sanitaria integrativa, formazione professionale, sostegno alla genitorialità, aiuti per la non autosufficienza, contributi per asili nido, borse di studio e persino incentivi per la prima casa. “Attraverso questi enti, dedichiamo una particolare attenzione al sociale – sottolinea Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto –. Abbiamo una rete di sportelli territoriali, patronati ed enti di formazione accreditati che ci permettono di pianificare e attuare interventi mirati per migliorare il welfare locale”.
Boschetto evidenzia un cambio di paradigma fondamentale: “Le parti sociali non devono più essere considerate solo come stakeholder nella contrattazione collettiva e sociale, ma come community holder, veri e propri conoscitori dei cambiamenti socio-economici e demografici.”
In quest’ottica, la ricerca del Sole 24 Ore sulla qualità della vita dà conforto all’azione di Confartigianato Imprese Veneto di proseguire come vero e proprio incubatore di politiche innovative per affrontare le sfide demografiche e sociali, promuovendo interventi mirati su natalità, invecchiamento della popolazione, occupazione giovanile e femminile, nonché modelli di lavoro flessibili. “La qualità della vita di un territorio dipende molto dagli investimenti che si fanno sulle persone e sulle relazioni, prima ancora che sull’economia. Noi abbiamo creato una sorta di welfare circolare che si basa su un approccio che integra le dinamiche economiche e sociali, ispirandosi ai principi dell’economia circolare – spiega il presidente Boschetto – Se nell’economia circolare le risorse vengono riutilizzate per generare valore continuo, nel welfare circolare il capitale umano, sociale ed economico viene reinvestito per produrre benessere diffuso e sostenibile”.
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