“Cultivating the future”, la vision delle aziende vitivinicole in Sicilia

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Il report è stato presentato negli scorsi giorni a Palermo dalle docenti Tindara Abbate e Alessandra Costa del Dipartimento di Economia di Unime.

Enoturismo, sostenibilità, innovazione, ricerca, sperimentazione e il ruolo delle nuove generazioni. Tutti temi centrali affrontati all’interno del report 2024 “Cultivating the future: la Sicilia del vino si racconta”, commissionato da Assovini Sicilia all’Università degli Studi di Messina. Il report è stato presentato negli scorsi giorni a Palermo dalle docenti Tindara Abbate e Alessandra Costa del Dipartimento di Economia di Unime.

La Sicilia del vino vive un momento di profonda trasformazione e rinnovamento, come racconta il documento presentato nella prestigiosa cornice della Sala delle Carrozze di Villa Niscemi a Palermo e che mette in luce le dinamiche relative al ruolo della Sicilia nel panorama vitivinicolo globale.

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Un settore in crescita e un modello familiare vincente

Delle 101 aziende vitivinicole siciliane presenti all’interno di Assovini, il 95% delle imprese associate è a conduzione familiare, una peculiarità che garantisce continuità, futuribilità e un forte radicamento territoriale. Non sorprende che il 78% di queste aziende abbia già integrato le nuove generazioni nella gestione, dimostrando una capacità di adattamento che miscela tradizione e innovazione.

Nel 2023, le 80 aziende rispondenti al sondaggio hanno prodotto 47,6 milioni di bottiglie, di cui l’83% a denominazione DOC. In crescita anche la produzione di spumanti, che ha raggiunto il 55,6%, segno di un’evoluzione verso mercati più esigenti, diversificati e sempre più apprezzati anche in chiave estera attraverso le forme di enoturismo che appassionano i turisti più esigenti.

La biodiversità come carta vincente

La Sicilia si distingue come un “continente vitivinicolo” grazie alla straordinaria varietà ampelografica, con oltre 70 varietà autoctone. Il report evidenzia il recupero e la valorizzazione di vitigni storici come il Corinto Nero, l’Albanello e la Nocera, oltre al crescente interesse per reliquie ampelografiche come la Lucignola e il Vitrarolo. Questa diversità non è solo un valore culturale, ma una risorsa economica e strategica, come confermato dai numerosi progetti di ricerca in corso, tra cui Bi.Vi.Si. e Vista Lucido, volti a studiare la biodiversità e migliorare la resilienza delle coltivazioni.

Innovazione e sostenibilità al centro

L’innovazione è uno dei pilastri della strategia di Assovini Sicilia. Il report rivela che l’89,1% delle imprese ha adottato nuove tecnologie e processi, con un’attenzione particolare alla trasformazione digitale e alla sostenibilità. Un approccio nuovo e meno stantio rispetto al passato di un territorio statico e passivo al cambiamento.           

Tra gli esempi più significativi, il 65% delle aziende utilizza fonti di energia rinnovabile, mentre il 56,5% ha acquisito certificazioni di sostenibilità. Altro dato che mostra la qualità del prodotto siciliano: il 76,1% delle cantine ha una certificazione biologica, un dato che posiziona la Sicilia tra le regioni italiane più avanzate in questo campo.           

E ancora la grande attenzione verso l’autenticità e il forte orientamento innovativo, come testimoniato dal 22% delle imprese che partecipa a progetti di sperimentazione nei vigneti e dal 20.3% di imprese che ha attivato dei progetti con enti di ricerca. Altro dato interessante quello che coinvolge l’89.1% delle imprese vitivinicole che hanno introdotto diverse innovazioni aziendali: dalle innovazioni di processo a quello di mercato, dall’organizzazione al prodotto passando per l’approvvigionamento.

Il boom dell’enoturismo: un’esperienza immersiva

Come detto, c’è poi l’aspetto sempre più diffuso dell’enoturismo. Perché il vino siciliano può essere reinterpretato non solo nella prospettiva di un prodotto di consumo, ma come una vera e propria esperienza culturale. Soprattutto se abbinata con altri aspetti peculiari dell’Isola, come i tour che sempre più crocieristi richiedono tra Messina e Giardini Naxos. E non solo.

A tal proposito, l’84,8% delle aziende ha sviluppato servizi enoturistici, trasformando le cantine in luoghi di incontro tra vino, storia e paesaggio. Ad aver compreso a pieno il potenziale è stata soprattutto la provincia di Catania, che ha potuto godere della presenza dell’Etna per abbinare il tema della qualità della produzione e dell’esperienza sul territorio.

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Questo approccio ha permesso alla Sicilia di diventare una destinazione enoculturale di rilievo, capace di attrarre visitatori da tutto il mondo. Il turismo del vino non si limita appunto alla degustazione, ma comprende percorsi immersivi che valorizzano i territori e le tradizioni. In questo, c’è un ampio margine da colmare per le province dell’Isola.

La recente partnership tra Assovini Sicilia e La Sicilia di Ulisse, associazione che riunisce hotel di charme, ristoranti e cantine, rappresenta un ulteriore passo avanti per promuovere l’enoturismo come ambasciatore della Sicilia nel mondo.

Confronto con le altre regioni italiane

Nel contesto nazionale, la Sicilia si posiziona tra le regioni leader per produzione vitivinicola, con una capacità di innovazione e sostenibilità che la rende un modello per altre realtà regionali. Rispetto a territori come il Veneto e la Toscana, la Sicilia ha saputo distinguersi puntando sulla biodiversità e sulla riscoperta dei vitigni autoctoni, elementi che offrono un valore aggiunto sia in termini di unicità che di narrazione.

Secondo i dati dell’Osservatorio del Vino, la Sicilia è tra le prime tre regioni italiane per superficie vitata certificata biologica, un risultato che riflette l’impegno verso un modello agricolo rispettoso dell’ambiente. La crescita del segmento degli spumanti posiziona poi l’isola nell’interessante ruolo di competitor emergente in un settore dominato per tradizione e per qualità da regioni come Veneto e Trentino-Alto Adige.

Una visione per il futuro

Il report traccia la sfida di Assovini Sicilia per il futuro: continuare a coniugare tradizione e innovazione, rafforzando la presenza sui mercati internazionali e ampliando l’offerta enoturistica. L’obiettivo è ambizioso: consolidare il ruolo della Sicilia come punto di riferimento per la vitivinicoltura sostenibile e di qualità, contribuendo al tempo stesso alla valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico dell’isola. Alla ricerca, grazie anche alla presenza delle nuove generazioni, di autenticità, ricerca, storia e sostenibilità.





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