Matteo Salvini, la prima vittima del codice stradale

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A quanto pare il nostro fantasmagorico ministro dei trasporti ha pestato l’ennesima deiezione: la sua strombazzata riforma del Codice della strada, entrato in vigore il 14
dicembre, sta svelando effetti piuttosto lisergici nella sua applicazione da parte delle solerti forze di polizia stradale, che siano locali, civili o militari. A partire dalla mezzanotte le pattuglie hanno dato il meglio di sé, con qualche effetto comico, alcune scene discretamente grottesche e un generale zelo che ha sorpreso molti. Tra cui le decine di migliaia di fermati in Veneto, feudo di Zaia, a cui sono stati contestati livelli di alcol nel sangue al di sopra dei limiti fissati, e supermultati dalla nuova lettera del codice. Trattandosi del Veneto nessuno si è sorpreso ma l’effetto boomerang ha fatto parecchio sghignazzare nel resto delle regioni. Il vertice del comico si è raggiunto a Montegrotto Terme, dove i carabinieri locali hanno fermato un’auto truccata da slitta di Babbo Natale, iniziativa di un gruppo di genitori di un asilo locale, portandola via salvo scoprire poi che aveva il permesso della polizia locale.

Epico resta anche lo scontro tra Vasco e Salvini sulla cannabis. Ne avevo già parlato qui ma fa molto piacere che il Blasco abbia scoperchiato l’argomento portandolo all’attenzione di chiunque. E facendo scavare un po’ più a fondo.

Si è per esempio scoperto che gli apparecchietti usati per rilevare l’assunzione di sostanze ne rilevano solo 6 (polizia) o 5 (carabinieri), lasciando fuori per esempio psilocibina, amfetamine, metadone, fentanyl, Lsd e altre sostanze che nel nostro paese girano parecchio: se sei sobrio dopo giorni dall’ultima canna perdi la patente per tre anni, se sei fuori come una mongolfiera con le altre sostanze torni alla guida come se niente fosse.

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Cominciano a circolare voci su possibili positività da farmaci da banco: si tratta quasi certamente di bufale ma comunque dà il tono della confusione che lo sceriffo dei trasporti ha riversato su tutte le strade d’Italia.

Tra i primi bersagli della novità i poveri monopattinisti: non si contano più i fermati per assenza di casco, mentre le stesse associazioni delle autoscuole ammettono di non capire se per targa di intende una placca metallica o una semplice punzonatura. Però sono le principali beneficiarie delle novità: per esempio i giovani patentandi, dopo aver passato la teoria, non potranno più fare pratica con amici o parenti ma pagare le autoscuole, pena 450€ di multa a chi guida e altrettanti a chi accompagna.

Dalla provincia in cui abito, Roma, arrivano intanto altri segnali del grottesco spettacolo organizzato dall’ancora leader leghista: a quanto pare sono state mandate in strada un totale di oltre 19.000 pattuglie in 48 ore, nelle cui reti sono rimasti intrappolati solo 14 pesci per droga su oltre 5.000 contestazioni. Devo dire che, visto che questa Roma è una piazza formidabile di spaccio di qualunque sostanza, il risultato è decisamente sotto le aspettative. Saranno le attrezzature che non funzionano.

Tutto ciò cala in un periodo in cui l’Istat ha diffuso i dati di vittime sulla strada nei primi 10 mesi del 2024: +8% in tutta Italia, e guarda caso -33% a Bologna. Abbattere il tentativo di Bologna di un limite generale di 30 kmh era uno degli obiettivi strategici di Salvini. Si stanno cominciando ad agitare un po’ tutti – finalmente, era ora – per le corbellerie del nostro. In precedenza ci eravamo mossi solo noi poveri utenti leggeri, mettendo in campo forme creative di protesta su due ruote e manifestazioni fisiche grazie all’immediata creazione di una rete attivista. Ma si sa, noi siamo i soliti simpatici fricchettoni che non hanno alcun peso specifico nell’Italia del fare, possiamo essere serenamente ignorati dai kapò che si alternano al comando.

Ma a quanto pare ora si stanno muovendo anche i ristoratori, in parte bacino elettorale delle destre, preoccupati di stappare meno bottiglie alle loro tavole.
A questo punto forse gli attivisti come me dovrebbero incrociare le braccia e godersi per un po’ lo spettacolo dei guai combinati dal Salvini nell’unico ambito collettivo che in questo paese appartiene a chiunque, la strada.

A questo punto solo i suoi possono fulminarlo.



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