Confcooperative Liguria, il settore sociale verso il cambiamento: intelligenza artificiale e nuovi servizi

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Liguria. Con l’evento “Valore lavoro e inserimento lavorativo nella Liguria del 2040”, questa mattina al Museo Diocesano di Genova, si è concluso il percorso promosso da Confcooperative Liguria per esplorare il futuro delle cooperative sociali di inserimento lavorativo, alla luce dei rapidi cambiamenti tecnologici, sociali ed economici in atto. Coinvolti 20 addetti provenienti da 11 cooperative sociali e consorzi della regione.

L’analisi ha delineato come le cooperative sociali di tipo B potranno rispondere alle sfide di un mondo del lavoro profondamente trasformato dall’automazione e dall’intelligenza artificiale. Con una visione che pone al centro il valore umano del lavoro, sancito dall’articolo 1 della Costituzione Italiana, il percorso ha evidenziato il ruolo cruciale delle cooperative sociali nel promuovere un modello di benessere comunitario inclusivo, sostenibile e partecipativo.

Delle 330 cooperative associate a Confcooperative Liguria, 161 appartengono alla Federazione della cooperazione sociale, regolamentata dalla Legge 381/91. Tra queste, le cooperative sociali di tipo B – che sono circa 60, con 1200 addetti di cui il 65% soci, senza contare le cooperative miste – si distinguono per il loro obiettivo prioritario: l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, quali persone con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali, minori in difficoltà e altre categorie vulnerabili. Attualmente, il 71% dei lavoratori delle cooperative sociali di tipo B ha un contratto a tempo indeterminato e il 65% è socio. Questa tipologia di cooperativa, per essere considerata tale, deve garantire che almeno il 30% della propria compagine lavorativa appartenga alle categorie svantaggiate: si parla quindi di oltre 500 persone coinvolte, con un incremento del 2,8% negli inserimenti lavorativi rispetto al passato. Concentrate sempre più sui servizi, in particolare nel settore del turismo e della ristorazione, oltre che nelle classiche attività di pulizie e di manutenzione del verde rappresentano un esempio virtuoso di integrazione tra sviluppo economico e inclusione sociale

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Per le cooperative sociali, affrontare i mutamenti dello scenario economico e sociale significa però adottare un approccio innovativo e una visione di lungo termine che integri l’adozione di tecnologie avanzate per sostenere la competitività, la costruzione di reti con centri di salute mentale, il sistema carcerario, i servizi per le dipendenze e altri attori territoriali, ma anche politiche pubbliche che valorizzino l’impatto sociale delle cooperative attraverso incentivi e supporti mirati.

“Le cooperative sociali di tipo B affrontano ancora significative fragilità economiche e organizzative, con una struttura prevalentemente di piccola dimensione, ma la capacità imprenditoriale e il radicamento territoriale offrono loro un potenziale unico per guidare la transizione verso un sistema produttivo più equo e sostenibile” spiega Anna Manca, presidente di Confcooperative Liguria. “È fondamentale lavorare insieme con le istituzioni e il tessuto economico per garantire che il valore del lavoro resti centrale, anche in un contesto dominato dall’automazione e dall’intelligenza artificiale. Solo attraverso un modello di cooperazione sociale rinnovato, in grado di adattarsi ai cambiamenti globali, sarà possibile costruire un futuro inclusivo e sostenibile per le generazioni a venire”.

All’evento hanno portato il loro saluto Mons. Andrea Parodi, vicario episcopale per gli Affari Economici e per il Servizio della Carità della Curia di Genova; Alessio Piana, consigliere delegato allo sviluppo economico di Regione Liguria; Carmelo Cassibba, presidente del Consiglio Comunale di Genova, Mario Mascia, assessore a sviluppo economico, lavoro e rapporti sindacali del Comune di Genova; Enrico Costa, assessore ai servizi sociali del Comune di Genova. La presentazione dei risultati del percorso “Valore lavoro e inserimento lavorativo nella Liguria del 2040”, con le testimonianze dei partecipanti, è stata affidata a Paolo Pezzana, esperto in generatività sociale e politiche di welfare, e Giulia Pongiglione, animatrice di comunità Progetto Policoro. Sono intervenuti inoltre don Bruno Bignami, direttore Pastorale Sociale e del Lavoro della CEI, e Giuseppe Armas, direttore Caritas Diocesana. Ha concluso l’evento Stefano Granata, presidente di Confcooperative Federsolidarietà.

I COMMENTI ISTITUZIONALI

“Quello della cooperazione è un modello economico di sviluppo e di lavoro attento alle persone e alle comunità. Ringrazio Confcooperative Liguria che si conferma interlocutore fondamentale del territorio nell’ottica di un cambiamento attivo che, come amministratori pubblici, abbiamo il dovere di accompagnare. Regione Liguria c’è ed è pronta a dare il proprio contributo anche attraverso l’attivazione di prossimi strumenti finanziari dedicati che possano sostenere i processi di innovazione delle realtà associate” dichiara il consigliere regionale delegato allo Sviluppo economico Alessio Piana.

“Oggi, più che mai – afferma il presidente del Consiglio comunale di Genova Carmelo Cassibba – emerge la necessità di unire le forze per affrontare sfide sociali ed economiche che caratterizzano il nostro tempo. La collaborazione tra istituzioni pubbliche e il mondo cooperativo rappresenta una via privilegiata per costruire un tessuto sociale più forte ed inclusivo. Le cooperative sono strumenti di giustizia sociale, promotori di cittadinanza attiva e alleati nella lotta alle disuguaglianze. Il loro modello produttivo, basato sulla solidarietà e sul rispetto della persona, incarna quei valori che anche le istituzioni perseguono: inclusione, dignità del lavoro e sostegno alle fragilità. Come rappresentanti istituzionali, abbiamo il compito di facilitare questo dialogo e sostenere percorsi condivisi che uniscano il pubblico, il privato e il terzo settore. Solo così potremo generare risposte innovative e concrete ai bisogni emergenti della nostra città e sostenere politiche di formazione e di inserimento lavorativo per le persone più vulnerabili, affinché nessuno venga lasciato indietro. La collaborazione è un’opportunità per lavorare per un futuro più giusto in cui ogni cittadino possa sentirsi parte integrante di una comunità”.

“I dati di oggi ci restituiscono un’immagine incoraggiante del lavoro delle cooperative sociali – dice l’assessore al Sociale del Comune di Genova Enrico Costa -, l’immagine di un mondo che nonostante mille difficoltà riesce a traguardare obiettivi importanti senza lasciare indietro nessuno. Obiettivo quanto mai importante, considerando anche la platea alle quale si rivolgono: persone svantaggiate, minori con difficoltà, persone con disabilità fisiche. È importante affiancare queste persone fragili in percorsi che possano garantirgli una dignità della vita privata e lavorativa, e le cooperative sociali, storicamente, rappresentano il mezzo ideale per raggiungere questo fine”.

«Le sfide contemporanee ci impongono non solo di tutelare le persone fragili, ma anche di avviarle in modo proficuo e soddisfacente nel mondo del lavoro – aggiunge l’assessore al Lavoro del Comune di Genova Mario Mascia -. Un lavoro che le cooperative sociali svolgono ottimamente da decenni e che negli anni hanno saputo ben inserirsi nelle novità del mondo lavorativo: automazione, intelligenza artificiale, aspetti stanno diventando sempre più preponderanti, ma che non devono far perdere di vista la centralità delle persone e delle relazioni personali che sostanziano la comunità lavorativa così come ogni altra comunità familiare, sociale o cittadina. Sono sfide importanti, che gli enti del terzo settore, istituzioni e parti datoriali dovranno affrontare tutti insieme».

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