Fabrizio Osti e Miriana Galietta firmano il bis

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Un’edizione straordinaria, di rara intensità emotiva, ad un tiro di schioppo da quell’Anfiteatro Campano nel quale i gladiatori più tenaci convogliavano più di duemila anni fa ogni stilla del proprio sudore, nelle contese che significavano la vita. Chi varca la soglia di un campo da tennis in terra battuta sa bene che non dovrà venirne fuori se non dopo aver dato ogni cosa di sé stesso. Il Gruppo Tennistico Sammaritano, nato nel 1962 a rappresentare l’identità fierissima di quella che per il sommo Cicerone era l’altera Roma, non fa altro che declinare da sempre questo teorema. L’edizione 2024 degli Assoluti Campani “D.Car” ha confermato la bontà delle idee di un direttivo cui Rosario Capitelli, in qualità di presidente, dà voce con l’orgoglio e la determinazione della città del Foro.

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«Non appena ho visto un buco in calendario, e l’opportunità concreta di riportare in Terra di Lavoro gli Assoluti a distanza di ben dieci anni – racconta durante la cerimonia di premiazione il maestro Fitp Giovanni Iodice, consigliere del Comitato Campano – ho immediatamente sollecitato Capitelli affinché si adoperasse per organizzare il torneo».

Il resto è storia di due settimane favolose, nelle quali duecento atleti della racchetta si sono dati battaglia, inseguendo la pallina alla stregua del sogno di uno scudetto da onorare per tutto il 2025. E le due finali principali hanno perfettamente incarnato quello che è il senso storico di chi si esprime nell’agonismo massimo dell’antica Capua. Ad incominciare sono state le ragazze: Miriana Galietta, 2.5 delle classifiche nazionali, e da meno di un mese anche nel ranking Wta, ha bissato il successo dello scorso anno. E c’è riuscita, con lo score di 7-5 7-5, a scapito della pari classifica Martina Martinelli, dopo oltre due ore di battaglia fiera, nelle quali la napoletana Martinelli ha avuto anche la chance di portare l’avversaria al terzo set.

Miriana Galietta riceve il premio

«Bissare la vittoria dello scorso anno, peraltro ottenuta in quella occasione contro mia sorella Claudia – ci dice Miriana Galietta dopo il match – è una grande soddisfazione. Anche perché Martina è giocatrice forte, di livello, contro la quale ho anche perso in passato. Il punto Wta è tuttavia qualcosa che resta per sempre, ricordo indelebile che custodisco gelosamente. Dediche? Sicuramente per la mia famiglia che mi sostiene sempre, senza mai lesinare sacrifici».

Sul campo numero uno del GTS, davanti ad un folto pubblico che ha sfidato le temperature rigide del fine settimane sperando in giocate sopraffine degli interpreti, Fabrizio Osti e Giuseppe Caparco sono stati stoici protagonisti della finale maschile. E le loro storie si sono intrecciate alla perfezione, moltiplicando le emozioni che ne animavano accelerazioni, rincorse, folli e improbabili recuperi. Da un lato c’era Fabrizio, classe 2005 e 2.3 delle classifiche nazionali, fiore all’occhiello di quel Circolo Tennis Ercole cui il maestro Pietro Martellotta ha dedicato tutta la sua vita. Scandita da un amore incondizionato per lo sport della racchetta e per i suoi ragazzi: tutti bravi, perché non saranno mai solo i risultati a determinare i valori della persona. Dall’altra parte della rete, a sbuffare come un toro, con la grinta e l’ardore indomito del gladiatore cui in stagione è riuscito di vincere dieci tornei Open, c’era Giuseppe Caparco, bandietra del Tennis Club Vomero. Ne è venuta fuori una partita stupenda, avvincente, incerta che Fabrizio Osti ha schiaffeggiato con l’atteggiamento e il coraggio di chi intendeva mettersi definitivamente alle spalle una stagione maledetta, in lunga parte compromessa da un terribile infortunio alla caviglia. L’ha vinta Osti 7-5 6-4, aggredendo i pochi spazi disponibili, giocando di volo con una classe e una precisione cui il fiero Caparco probabilmente mai neppure aveva pensato potesse accadere. Ha preso il cuore suo e della sua gente Osti, e lo ha gettato decine di metri oltre l’ostacolo, firmando un’impresa memorabile.

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Ad oggi unica nella storia del tennis casertano, che intanto si inebria dei successi organizzativi e dei suoi atleti.

Fabrizio Osti con il direttore tecnico del CT Ercole Pietro Martellotta

«Ce lo maritiamo, non foss’altro che per tutte le difficoltà e i cattivi pensieri che abbiamo dovuto affrontare dopo l’infortunio. – Fabrizio Osti esprime sensazioni all’unisono con il suo maestro Pietro Martellotta, che lo osserva commosso – Spero davvero possa essere un nuovo inizio per me. La prossima settimana partirò per due tornei da 15mila in Turchia, questa vittoria è una grande iniezione di fiducia».

Scuro in volto, deluso ma mai sconfitto, in barba al risultato è Giuseppe Caparco, il leoncino di Castelvolturno che rimugina su una serie di errori gratuiti nel primo set che avrebbero potuto cambiare storia ed epilogo.

«Fabrizio è stato bravissimo, a lui vanno innanzitutto i complimenti. Ieri ho speso tanto per battere Emanuele Bastia e in finale mi è mancata lucidità nei momenti decisivi. Peccato davvero perché vincere gli Assoluti avrebbe significato completare un percorso d’annata davvero eccezionale. L’epilogo non cambia i giudizi né tantomeno il mio stato d’animo. Sono amareggiato ma già da domani si ricomincia, più forte di prima».

La kermesse sammaritana è stato esempio perfetto di come le cose possano funzionare a livello organizzativo. Il giudice arbitro Rino Caporaso ha gestito con sensibilità ed intelligenza le esigenze degli atleti, il Tecnico Nazionale Fitp Angelo Cantelmo sembrava una trottola: era ovunque, con il suo occhio lunghissimo, ad assicurarsi che tutto filasse nel migliore dei modi. In una sinergia rarissima con ogni componente del sodalizio che ancora si riconosce nelle gesta del trace Spartaco.

«Vince la città. – recitano in coro il presidente del GT Sammaritano Rosario Capitelli e l’infaticabile Francesco Di Nardo, assessore allo sport e agli eventi della città di Santa Maria Capua Vetere – Lo spettacolo cui abbiamo assistito è beneagurante per il futuro. Sappiamo che la strada intrapresa è quella giusta e intendiamo continuare a percorrerla».

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Nelle fasi intermedie, scudetto maschile in terza categoria per Marcello Longano, 3.1 del New Tennis di Torre del Greco su Antonio Tranchese (3.2) del CT Ercole per 6-4 6-1 mentre nel femminile ad esultare è stata l’under 16 del Battipaglia-Eboli Giulia Bisogno (3.1) sulla 3.3 dell’Accademies Tennis e Padel Giugliano Imma Capasso per 4-6 7-5 10-8.

In quarta categoria, scudetti campani per Silvestro Mele (4.1) del TC Caserta sul promettente Luigi Migliaccio (4.1) dello Sporting Club Palma Campania con lo score di 2-6 6-0 10-4 e per Elvira Moccia (4.1) del Club Sporting Briano, sulla padrona di casa e pari classifica Sara Nonatelli con il punteggio di 6-4 6-3.      





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