Torino e l’«oscuro» mistero del Capodanno da 900 mila euro (con o senza Tananai)

«Dopo questa imbarazzante pantomima il bando sarà annullato e la procedura riaperta, oppure si andrà avanti come se niente fosse? Si accettano scommesse». Si chiudeva così l’articolo sul Corriere del 17 ottobre scorso nel quale riassumevo la ridicola vicenda del bando comunale per il concerto di Capodanno: bando vinto dalla ditta Fondazione Reverse che — stando ai soliti spifferi di Palazzo Civico — nel suo progetto avrebbe indicato come protagonista principale dello show il cantante Tananai. Poiché un concerto a pagamento di Tananai era già da tempo fissato per il 3 dicembre, va da sé che la prospettiva di ascoltare lo stesso cantante gratis il 31 dicembre contribuiva non poco a rallentare la prevendita, già non travolgente. 

D’altronde pure la recente offerta del Comune ai propri dipendenti per acquistare a prezzo stracciato i biglietti per il concerto di Tananai del 3 dicembre suona più che altro come una riparazione per il danno causato dall’improvvida fuga di notizie. Così, a stretto giro di notizia, era arrivata la pronta smentita del management di Tananai: non esiste nessun accordo per il Capodanno a Torino. A quel punto si pone la questione: se il Capodanno con Tananai è sfumato, sembrerebbe logico annullare l’aggiudicazione e riaprire il bando. 

Se vinci un bando promettendo Tananai, ma poi Tananai non c’è, perché mai hai vinto? Allora tanto valeva promettere i Coldplay, fa notare il consigliere cinquestelle Russi. O anche Jimi Hendrix, aggiungo io: non poniamo limiti alla provvidenza. Ma la mia logica non è quella di Palazzo Civico: fin da subito si ha l’impressione che lorsignori propendano per l’andare avanti come se niente fosse. Passano i giorni e cade il silenzio sulla vicenda. Provo a interpellare l’assessore (Carretta) e il dirigente (Destefanis) competenti e ottengo risposte vaghe, «la commissione sta valutando…». Non ho mai capito chi fossero i membri della misteriosa commissione, dove si riunissero, cosa valutassero: e me li immagino con maschere demoniache, avvolti in cupi mantelli neri e circondati da simboli esoterici. F

inché, il 20 novembre scorso, senza clamori né annunci, quasi di soppiatto, viene pubblicata sull’albo pretorio del Comune la determinazione dirigenziale numero DD7254, che conferma l’aggiudicazione definitiva a Reverse, certificando «l’esito positivo della valutazione relativa ai documenti presentati dall’operatore economico e la regolarità degli atti della procedura di gara». Magnifico: però quei documenti, quegli atti, sarebbe troppo chiedere di vederli? Mica per sfiducia, ci mancherebbe: però sono pur sempre 900 mila euro nostri che ballano… Almeno dare un’occhiata al progetto originario del vincitore, giusto per capire se c’era o non c’era Tananai… Ma figurarsi! 

La sullodata determinazione dirigenziale ci informa che «in ottemperanza all’art. 36 co. 1 e 2 del D.Lgs 36/2023, in data 5/11/2024 è stato richiesto agli operatori economici ammessi alla gara… di trasmettere una dichiarazione contenente i dettagli delle loro offerte progettuali che a loro parere costituissero segreti tecnici e commerciali, motivando tale richiesta adeguatamente, affinché questi fossero oscurati agli altri concorrenti. Alla data posta quale termine del 9/11/2024, sono giunte richieste di oscuramento da parte di tutte le ditte ammesse».

Chiusa lì. Oscurate le offerte progettuali. Inutile tentare di saperne di più: dal Comune, se interpellati, ti suggeriscono di cercare sul sito dell’«amministrazione trasparente», che detta così fa quasi ridere: infatti non trovo nulla di ciò che cerco. Quindi mando un whatsapp a Caretta: «Vorrei una spiegazione in punta di diritto circa la decisione della commissione di non invalidare il bando. Esiste?». Ancora aspetto la risposta. 

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