In adesione allo sciopero generale di 8 ore indetto da Cgil e Uil, centinaia di manifestanti hanno partecipato, ieri in piazza Mario Pagano a Potenza, alla “protesta-proposta” come è stata definita dalle rispettive segreterie sindacali regionali. «In occasione dello sciopero nazionale – ha dichiarato il segretario regionale della Cgil, Fernando Mega – lanciamo una vertenza di carattere regionale, la vertenza Basilicata. Siamo alla vigilia di uno tsunami occupazionale che determinerà una grave crisi sociale ed economica». «La manifestazione di oggi – ha rimarcato il segreterario regionale della Uil, Vincenzo Tortorelli – è la risposta al disagio, ai troppi ritardi e alle emergenze che non possono più aspettare. È la risposta a politiche nazionali e regionali sbagliate che hanno reso la nostra regione, la nostra Basilicata, un Sud nel Sud. È la risposta ad una manovra di bilancio che non dà risposte al futuro delle persone». «La crisi Stellantis – ha proseguito Tortortelli – rappresenta un dramma che leggiamo ogni giorno negli occhi delle tante lavoratrici e dei tanti lavoratori che incontriamo nelle nostre sedi e sui posti di lavoro e che si aspettano un passo in avanti. Non c’è più tempo, il tavolo col Ministro Urso non ha prodotto niente, anzi ha prodotto più problemi che altro. Lo stabilimento di Melfi non si “salva” da solo». «Esiste in Basilicata – ha rincarato Mega – una desertificazione industriale e socioeconomica senza precedenti, per questo rivendichiamo senza retorica una politica giusta, una politica che pensi al lavoro, al welfare, alla sanità, all’istruzione e non li penalizzi, come invece sta facendo il Governo Meloni con questa manovra di bilancio. Le statistiche dicono che in Italia i lavoratori sono i meno pagati d’Europa, perdendo negli ultimi venti anni il 33% del potere di acquisto. È dal rinnovo dei contratti, dalla questione salariale e dal grande tema dalla povertà che bisogna ripartire. Una tragedia che noi vediamo direttamente nei nostri figli, ragazzi del Sud che emigrano al Nord e che pur lavorando non riescono a far fronte al costo della vita, vivendo in una condizione di miseria e di povertà. E quindi generazioni che non hanno scelta, ingabbiati in una prospettiva senza futuro al Mezzogiorno quanto nel resto del Paese, scegliendo sempre più spesso di emigrare all’estero e con loro le famiglie d’origine». Tra i grandi temi, la sanità. «È questa, – ha evidenziato Tortorelli – la “Piazza” dei lucani che rivendicano il sacrosanto diritto a curarsi. La sanità lucana va messa al sicuro. I tempi delle liste di attesa non si sono ridotti. È tempo di smetterla con gli annunci, con le difese di parte. Si inizi a lavorare seriamente per tutelare la salute dei lucani. Bisogna riscrivere subito il Piano Regionale Socio-Sanitario e agganciarlo ai progetti del Pnrr. Non possiamo più permetterci di perdere medici validi. Basta ai tagli». Interventi anche sulla crisi idrica che sta colpendo ormai da mesi il Potentino: «Una vergogna di portata nazionale, sulla quale si ride per non piangere». «La Basilicata – ha sottolineato Tortorelli – è stata a lungo chiamata “il serbatoio d’acqua del Sud”, l’acqua indicata con il soprannome di “oro blu”. I nostri invasi hanno rifornito regioni vicine per anni, garantendo l’acqua per l’agricoltura, l’industria e le famiglie. Eppure, oggi ci troviamo ad affrontare una situazione paradossale: l’acqua manca proprio qui, a casa nostra. Nelle ultime ore sentiamo dichiarazioni contrastanti sulla salubrità o meno del Basento che oggi deve alimentare 140mila famiglie e ben 29 Comuni della Provincia di Potenza. Queste dichiarazioni, con un rimbalzo di responsabilità ci fanno provare vergogna. Tutta la classe politica deve assumersi le responsabilità adesso, senza l’ormai solito scaricabarile, una “caccia alle streghe” che lascia il tempo che trova. Qui nessuno è esente da colpe. Ma serve ora sedersi attorno ad un tavolo tutti insieme ed affrontare con una visione lunga la gestione degli invasi e il problema della crisi. Il problema va risolto. La verità è che la crisi idrica che viviamo è anche il risultato di una gestione scellerata di tutte le risorse risorse e ancor più scellerata del sistema di governance dell’acqua, dall’ex Eipli all’attuale Acqua Sud passando per Acquedotto Lucano». «La crisi idrica – ha aggiunto Mega -, è figlia dei cambiamenti climatici ma anche dell’incuria delle infrastrutture. Fra qualche anno le due grandi opere che cambieranno il volto del sud Italia non lambiscono la Basilicata, mi riferisco alla Bari-Napoli e alla Salerno-Reggio Calabria. La centralità del capoluogo di regione è sempre più messo a rischio, con l’autonomia differenziata che mina profondamente l’integrità di questa piccola regione».
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