Capozzella (M5S) “pordenonese a rischio. Via a reti energetiche”


PORDENONE – Un quadro a tinte in chiaroscuro quello del settore della manifattura in Friuli Venezia Giulia che colpisce maggiormente il territorio della ex provincia di Pordenone.

Ci sono richieste sempre maggiori di cassa integrazione con valori esponenziali rispetto agli anni passati e il comparto in maggiore sofferenza è quello legato all’automotive e all’elettrodomestico perché entrambi rientranti nella subfornitura che caratterizza oltre l’80 per cento della realtà produttiva locale. In attesa che si sviluppi una seria politica industriale, il primo attore sul territorio che può è la Regione.

In primis occorre dare una svolta definitiva alla transizione energetica che soffre di un punto fondamentale per il suo sviluppo, ossia una rete distributiva all’altezza del compito in attesa che si sviluppino tecnologie per accumulare il surplus produttivo e in secondo luogo mettere mano a una azione concreta di sviluppo e applicazione del ‘Fondo Nuove Competenze’, uno strumento finanziario pubblico italiano istituito con l’obiettivo di accompagnare le imprese nei processi di transizione digitale ed ecologica.

Sono questi due scenari che sono stati analizzati e discussi da Mauro Capozzella coordinatore provinciale del M5S pordenonese in un recente incontro con esponenti sindacali pordenonesi per fare uil punto della situazione occupazionale, si attuale che di prospettiva.

Nel pordenonese – precisa Capozzella – solo il comparto del legno-arredo, dopo le crisi strutturali degli anni passati, segna un costante livello di occupazione e prospettive. Restano al palo, invece, automotive e elettrodomestico perché qui presenti con azienda legate alla subfornitura. Il settore risente della crisi del mercato tedesco, in primis, ma in prospettiva naviga a vista. Un primo passo sarebbe quello di garantire una rete efficiente di autoproduzione energetica a 360 gradi che consenta di distribuire l’energia in più rispetto a quella prodotta per esigenze interne.

La mancanza di reti per le energie rinnovabili è una sfida per la transizione energetica regionale. L’energia solare ed eolica, per esempio, non sono costantemente disponibili. Una rete elettrica efficiente è fondamentale per immagazzinare l’energia prodotta nei momenti di picco e distribuirla quando la produzione è bassa. Spesso, le fonti rinnovabili sono installate in aree remote, lontane dai centri abitati.

Questo richiede la costruzione di nuove linee elettriche per trasportare l’energia prodotta. Le reti elettriche sono state progettate per gestire un flusso di energia relativamente stabile, proveniente da centrali termoelettriche. L’integrazione massiccia di fonti rinnovabili può sovraccaricare queste reti. Le conseguenze sono il rallentamento dello sviluppo delle energie rinnovabili viene frenato; l’aumento dei costi per nuove infrastrutture richiede ingenti investimenti e la perdita di energia prodotta da impianti rinnovabili che potrebbe andare sprecata se non può essere immessa nella rete.

Per Capozzella servono il potenziamento delle reti esistenti e la costruzione di nuove reti; smart grid, ossia reti intelligenti che permettono una gestione più efficiente dell’energia, ottimizzando la produzione e la distribuzione.

Il tutto con forti incentivi economici governativi o regionali che possono favorire gli investimenti nelle infrastrutture per le energie rinnovabili. Superare questo ostacolo è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e costruire un futuro energetico più sostenibile.

Sul fronte occupazionale diretto va messo in atto un ‘Fondo Nuove Competenze’ che fornisce un sostegno economico alle aziende che investono nella formazione dei propri dipendenti, al fine di acquisire nuove competenze necessarie per affrontare le sfide poste dalla trasformazione del mercato del lavoro.

Questo – conclude Capozzella – può facilitare il finanziamento alle aziende per corsi di formazione per i propri dipendenti, consentendo loro di acquisire nuove competenze tecniche, digitali e relative alla sostenibilità ambientale, favorire l’adozione di tecnologie innovative e di pratiche sostenibili all’interno delle imprese, promuove la creazione di nuovi posti di lavoro legati alle nuove competenze richieste dal mercato.

Il Fondo è stato esteso anche alla platea dei disoccupati, consentendo loro di acquisire le competenze necessarie per reinserirsi nel mondo del lavoro. Con queste due azioni si possono ipotizzare scenari futuri più rosei degli attuali in una provincia che vede una presenza elevatissima di piccole e medie imprese che spesso non fanno rete e che sono legate ai colossi multinazionali che sono attenti solo ai costi e al profitto.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *