PAGELLE SPORT ITALIANO 2024
ARRAMPICATA SPORTIVA, 6. Matteo Zurloni si era laureato Campione del Mondo nel 2023 e si era presentato alle Olimpiadi con grandi ambizioni, ma purtroppo è stato eliminato soltanto per un paio di millesimi ai quarti di finale dello speed, disciplina decisamente aleatoria e che si decide per inezie. Camilla Moroni ha raggiunto le semifinali nella combinata tecnica, ma spingersi fino all’atto conclusivo si è rivelato impossibile. Laura Rogora è sembrata un po’ sottotono.
Gli Europei disputati un paio di settimane dopo i Giochi sono stati indubbiamente meno significativi dal punto di vista agonistico e la concorrenza era decisamene inferiore, ma vanno annotati la doppietta dorata firmata da Laura Rogora, capace di imporsi nel lead e nella combinata, e il sigillo di Ludovico Fossali nella velocità davanti a Zurloni. L’auspicio è che ci sia una crescita nel prossimo futuro e che si arrivi a Los Angeles 2024 con carte concrete da medaglia.
ATLETICA, 7,5. Replicare le cinque medaglie d’oro conquistate alle Olimpiadi di Tokyo 2020 era praticamente impossibile, ma l’Italia ha saputo difendersi egregiamente anche a Parigi: un argento e due bronzi rappresentano un bottino di spicco in uno sport così universale e di elevata concorrenza. Nadia Battocletti è stata splendida sui 10000 metri e si è messa al collo un argento da favola, tenendo testa (e battendo) i fenomeni africani: la trentina si è resa protagonista di un autentico cambio di passo ed è sempre più principessa del mezzofondo, non soltanto tricolore ma anche internazionale. Mattia Furlani si è scatenato nel salto in lungo ed è un autentico talento: il primatista mondiale juniores ha di fronte a sé un futuro radioso e potrebbe davvero diventare uno dei grandi dominatori della specialità. Andy Diaz ha prontamente fatto centro alla sua prima apparizione in maglia azzurra e vuole raggiungere traguardi ancora più importanti nel salto triplo.
Ai Giochi è mancato l’annunciato squillo di Gianmarco Tamberi a causa della nota colica renale che gli ha impedito di puntare al secondo oro consecutivo, impresa che sembrava essere assolutamente alla portata del marchigiano. Nella capitale francese ci si aspettava tanto dalla marcia, ma purtroppo Antonella Palmisano e Massino Stano (trionfatori tre anni prima) non erano nelle condizioni ideali per ruggire nella 20 km individuale e nella nuova staffetta mista. Prestazione negativa anche da parte di Leonardo Fabbri, presentatosi con grande accredito all’appuntamento più importante della stagione e poi rimasto giù dal podio.
Prima dell’avventura a cinque cerchi l’Italia ha dominato gli Europei di Roma (forse l’impegno casalingo a due mesi dalle Olimpiadi ha tolto qualcosa in vista dell’evento di punta?): 11 ori, 9 argenti, 4 bronzi e primo posto nel medagliere, come mai era successo in passato, a ulteriore dimostrazione della caratura del movimento tricolore. All’Olimpico hanno brillato Marcell Jacobs (per la seconda volta trionfatore sui 100 metri seguito da Chituru Ali, poi a un soffio dal podio a cinque cerchi dopo l’apoteosi di Tokyo), Nadia Battocletti (doppietta dorata su 5000 e 10000 metri), Leonardo Fabbri (in trionfo nel getto del peso, in stagione capace di spingersi fino a 22.98), Lorenzo Simonelli (13.05 sui 110 ostacoli, poi spentosi a Parigi), Antonella Palmisano e Gianmarco Tamberi (2.37, miglior prestazione mondiale stagionale).
A corollario anche le finali di Diamond League vinte da Tamberi, Fabbri e Larissa Iapichino (salto in lungo, dopo l’argento continentale), gli Europei di Cross conditi dal successo di Battocletti e della staffetta mista oltre che dall’argento di Yeman Crippa, i Mondiali di marcia a squadre con il trionfo di Francesco Fortunato e Valentina Trapletti nella staffetta mista. Non mancano i brillanti risultati conseguiti nelle competizioni internazionali a livello giovanile, che lasciano presagire un bel futuro per l’Italia dell’atletica leggera, sperando che questo momento prolifico prosegua ancora a lungo.
BADMINTON, 6,5. Giovanni Toti ha staccato il pass per le Olimpiadi di Parigi 2024 nonostante qualche patema, poi è diventato anche il primo italiano a vincere un incontro ai Giochi. Basterebbero questi dati per dimostrare che la stagione 2024 è storica: il Progetto Giovani Duemila 20 e 24, ormai esauritosi nel proprio orizzonte temporale, ha iniziato a dare frutti. Il secondo posto nel girone di qualificazione agli Europei a squadre miste, proprio al crepuscolo del 2024, alle spalle della corazzata Germania, può dare ulteriore linfa al movimento azzurro, che sta crescendo nel contesto continentale.
BASEBALL, 6,5. Anno, si può dire, di transizione, se non altro perché senza Olimpiadi e con una sola vera competizione di rilievo, l’Haarlem Week, a fare il conto della situazione sono più che altro i risultati in campo giovanile. A pesare, nei fatti, è la vittoria dell’Europeo Under 18, un risultato che bisogna tenersi stretti e che poi andrà ovviamente confermato dal futuro che potrà essere dato ai giocatori presenti in questa selezione nazionale. Quanto all’Haarlem Week, non è successo nulla che stupisse: una vittoria e quattro sconfitte, poi finalina persa anche con la Spagna e sesto posto complessivo in una situazione che, al livello superiore, ha bisogno di rilancio già a partire dagli Europei del prossimo anno. Girone (semplice) a Senago, poi necessità di ritornare di forza tra le big. Saprà la squadra azzurra riprendersi il posto che le spetta? Intanto la FIBS ha eletto il suo nuovo presidente, quel Marco Mazzieri che ha dato tantissimo al baseball tricolore, e che, stante il fatto che ha dichiarato di non voler toccare quello che già funziona (il softball): resta da capire quanto e cosa cambierà sui diamanti tricolori nella sua gestione. Per i club, è un 2024 che a livello extraitaliano è totalmente ingiudicabile, perché non è consentito alcun giudizio da un’impasse totale che esiste tra le maggiori federazioni europee e la WBSC Europe sull’organizzazione della nuova principale competizione continentale. Qui, però, il problema è a monte, e non è italiano. Su questo a concordare sono tutti.
BASKET MASCHILE, 4,5. Pesa tanto, anzi tantissimo, il problema della mancata qualificazione olimpica. Non tanto perché non è successo, e nemmeno tanto perché sono mancati all’appello tre giocatori importantissimi (Fontecchio, Procida e Spagnolo) all’appello, quanto per il fatto che a giocarsi il pass per Parigi l’Italia non è neppure arrivata, affondata da una brutta seconda metà di gara contro Porto Rico e da una Lituania che ha fatto la Lituania, prima di sciogliersi contro i padroni di casa, capaci di piazzare una delle varie sorprese dei Preolimpici. Servirà ritrovare parecchie cose, soprattutto dopo un anno in cui con i club le cose non hanno funzionato granché in campo continentale (lontanissimi praticamente tutti i trofei). E rimane il problema sia dell’impiego dei giocatori italiani in A che, soprattutto, la questione dei settori giovanili sulla quale già vent’anni fa Charlie Recalcati lanciava un grido d’allarme che non fu ascoltato. Un problema complesso, non affrontabile in questo contesto, ma che ha una fisionomia dalla quale si evince chiara la necessità di tirar fuori delle soluzioni adeguate. Il materiale umano, peraltro, ci sarebbe, come dimostra l’argento iridato dell’Under 17 (arrivato, peraltro, trasformando la voce “partite buttate” in “Australia benedetta”, visto l’ottavo di finale). I giocatori protagonisti vanno chiaramente attesi, e va capito quale sarà il loro destino nel prossimo paio di stagioni.
BASKET FEMMINILE, 4,5. In questo caso bisogna considerare che il problema non è, e non può essere, una Nazionale che gioca soltanto due partite nell’intero anno solare (e che, per questa ragione, di giudicabile ha ben poco, a prescindere dai risultati). E non lo è neppure un’annata delle giovanili che, pur senza le vittorie degli anni passati, ha comunque raccolto un terzo posto Under 20 (sebbene qui ci si aspettasse di più), un ottavo Under 18 e un quarto Under 16. Questo fermo restando che, poi, le giocatrici necessitano di adeguate guide tecniche e soprattutto di adeguato confronto a livelli internazionali, a maggior ragione ora che i club sembrano essersi convinti maggiormente dell’opportunità di affrontare l’Europa. Già, i club: se il capitolo continentale, alla fine dei conti, nel 2024 è stato leggermente peggiore del 2023 (anche se i quarti di Schio in Eurolega ne confermano la continuità e, alla fine dei conti, Venezia la semifinale l’ha persa dalla futura squadra campione di EuroCup), il vero fondo si è toccato con l’estate tra due stagioni di Serie A1. Prima l’uscita di scena di Roma, una specie di “mordi e fuggi” durato una stagione, poi l’ancor più clamoroso e imprevedibile addio della Virtus Bologna, per decisione societaria, e infine l’autoretrocessione di Ragusa, una delle squadre simbolo degli ultimi 10 anni. Dulcis in fundo, il vano tentativo di scendere fino in B per trovare una 12a squadra, poi mai alla fine trovata, per evitare un campionato a 11. E questo senza neanche cominciare a parlare di quanto si è verificato in A2. Non si sa se urgano risultati, ma che urga un minimo di decenza è quantomeno nell’ordine dello sperabile.
BASKET 3×3, 4,5. Va chiaramente premesso che stiamo parlando di una specialità che, in Italia, non ha un vero e proprio pool di giocatori e giocatrici dediti in via esclusiva a questo, come si vede anche in altri luoghi (la Francia in vista di Parigi, anche la Serbia ha sostanzialmente un “blocco” che da tanti anni domina su tutta la linea). Considerata la quasi totale assenza del settore maschile dalla scena, è quello femminile che sostanzialmente tiene in piedi come può la questione. Due qualificazioni a Europei e Mondiali riuscite, nel primo caso uno 0-2 che ha rapidamente tolto ogni speranza, nel secondo un ottavo nel quale c’è stato l’ostacolo Francia insormontabile. Il bilancio è stato per certa misura risollevato dalle Women’s Series che hanno visto le italiane vittoriose in una tappa e quarte alla fine, potendosi anche giocare le finali a Hangzhou. Se, bene o male, il femminile regge, come si è detto il maschile di fatto è relegato all’irrilevanza stanti come stanno le cose. Detto questo, in questa disciplina è molto facile veder cambiare le cose da un attimo all’altro.
BEACH VOLLEY 5,5. Sul voto insufficiente pesa in modo importante il risultato al di sotto delle aspettative dei Giochi Olimpici. Entrambe le coppie italiane sono uscite agli ottavi di finale. Menegatti/Gottardi punite da una sconfitta di troppo nel girone preliminare, che le ha fatte incrociare agli ottavi con le campionesse del mondo in carica, Nicolai/Cottafava vittime della mancanza di continuità di rendimento che ha un po’ contraddistinto la loro stagione: battuti quelli che poi sarebbero diventati i campioni olimpici, sconfitti da Partain/Benesh che arrivavano da una stagione tutt’altro che positiva. Una vittoria e due sconfitte fatali, invece, per la terza coppia azzurra presente a Parigi, Ranghieri/Carambula.
Non mancano però le buone notizie, dal ritorno sul podio di una squadra femminile all’Europeo con Menegatti/Gottardi sconfitte in finale da Muller/Tillmann a The Hague, ai tanti successi ottenuti nel Futures dalle coppie azzurre: Caminati/Krumins a Madrid, Dal Corso/Viscovich e Bianchin/Scampoli a Cervia, Dal Corso/Viscovich e Bianchi/Orsi Toth a Corigliano Rossano, Alfieri/Andreatta a Balikesir. A livello giovanile l’Italia è tornata dopo tanto tempo sul gradino più alto del podio continentale nel torneo Under 18 con Matteo Iurisci e Laurin Zoeschg in campo maschile, mentre tra le donne Linda Moretti e Gaia Novello hanno chiuso lo stesso torneo al quarto posto.
BMX, 6. Dopo anni di buio, qualcosa si sta muovendo anche in questo settore. Le Olimpiadi sono state un bel segnale di speranza con Pietro Bertagnoli che si è fermato al nono posto, sfiorando un accesso in finale che sarebbe stato estremamente prestigioso. A livello europeo il veronese è tra i migliori e il quinto posto nella rassegna continentale a Verona lo dimostra. Al maschile nei prossimi anni un talento interessante può essere Tommaso Frizzarin, mentre qualcosina manca ancora per trovare competitività al femminile.
BOXE DILETTANTISTICA, 5. L’Italia si è presentata alle Olimpiadi di Parigi 2024 con otto pugili (tre uomini e cinque donne), a dimostrazione di un positivo cammino di qualificazione. Ai Giochi, però, il Bel Paese ha dovuto fare i conti con il furto perpetrato ai danni di Aziz Abbes Mouhiidine, dichiarato sconfitto in maniera ingiusta all’altezza degli ottavi di finale: il campano, due volte argento ai Mondiali (defraudato anche nei due atti conclusivi iridati), aveva regolato l’uzbeko Mullojonov in maniera acclarata e invece ha perso per 4-1, dicendo addio alla possibilità di conquistare una medaglia d’oro ampiamente alla sua portata tra i pesi massimi.
Inatteso lo stop al primo turno di Irma Testa, Campionessa del Mondo dei pesi piuma che è stata beffata con qualche dubbio dalla cinese Xu Zichun. Il semaforo rosso all’esordio per Giordana Sorrentino, Sirine Chaarabi, Angela Carini (nel tanto chiacchierato confronto con l’algerina Khelif) e Salvatore Cavallaro completa il quadro di una spedizione a cinque cerchi in cui soltanto il supermassimo Diego Lenzi ha saputo mettersi positivamente in luce, perdendo poi ai quarti di finale.
Agli Europei preolimpici non hanno partecipato i big e si sono messi in evidenza nuovi nomi: bronzi per Vincenzo Lizzi (86 kg), Remo Salvati (75 kg) e Giovanna Marchese (48 kg). Saranno questi i pugili che integreranno il gruppo verso le Olimpiadi di Los Angeles 2024? Sperando che il pugilato sia ancora presente nella rassegna a cinque cerchi e che non si vedano più certi furti che hanno minato la credibilità di questo sport a livello dilettantistico.
BOXE PROFESSIONISTICA, 5,5. Una piccola luce inizia a intravedersi per merito di Etinosa Oliha, che si è imposto nell’eliminatoria dei pesi medi e dovrebbe combattere per il titolo mondiale IBF: sarà lui a riportare l’Italia sul tetto del Pianeta, tra l’altro in una categoria di grande prestigio? Il successo contro il tedesco Alexander Pavlov fa ben sperare, all’orizzonte potrebbe esserci Janibek Alimkhanuly, che detiene anche la corona WBO.
Guido Vianello spera di meritarsi la chance tra i pesi massimi dopo dei buoni risultati, ma il panorama della categoria regina è molto complicato. La risalita di Michael Magnesi tra i superpiuma sembra decisamente complicata e appare difficile poterlo rivedere combattere per una cintura di rilievo nel breve periodo. Questo il panorama attuale, sperando che arrivino dei rinforzi, su tutti Aziz Abbes Mouhiidine.
BREAK DANCE, 4. Nell’unica apparizione olimpica di questo sport, già uscito dal programma dei Giochi previsto a Los Angeles 2028, l’Italia è stata rappresentata dalla B-Girl Anti, al secolo Antilai Sandrini, la quale, però, non è riuscita a superare lo scoglio della fase a gironi. A livello maschile, però, l’Italia non è nemmeno andata vicino alla qualificazione, non essendo neppure rappresentata tra i 40 atleti che si sono giocati il pass nelle Olympic Qualifier Series. In questo sport, purtroppo, l’Italia ha avuto un ruolo da comparsa.
CALCIO MASCHILE, 4. Ok, il passaggio del turno in Nations League, ma sappiamo il valore di questa competizione specialmente negli anni di Europei e Mondiali. E all’Europeo l’Italia da campione in carica non ha fatto una bella figura, tutt’altro. Il debutto stentato contro l’Albania, la sconfitta sonora anche più del punteggio contro la Spagna e la qualificazione acciuffata al 98° minuto contro la Croazia con il gol di Zaccagni. Una luce, un segnale che non è servito per non farsi prendere a pallate dalla Svizzera al termine di un ottavo di finale che non rende giustizia alla storia gloriosa della nostra Nazionale. L’obiettivo per il 2025 sarà innanzitutto assicurarsi la qualificazione per il Mondiale 2026: non sono possibili ulteriori passi falsi dopo il 2018 e il 2022.
CALCIO FEMMINILE, 6,5. Un 2024 sufficiente per il movimento del Pallone in rosa tricolore. Partendo dei risultati della Nazionale italiana allenata da Andrea Soncin, il segno “+” è d’obbligo perché le azzurre sono state in grado di disimpegnarsi piuttosto bene sia nella Nations League che nelle qualificazioni agli Europei 2025 in Svizzera. Nella prima competizione, dopo aver perso tra le mura amiche contro la Svezia e la Spagna, le azzurre hanno pareggiato 1-1 a Malmoe, sfiorando la vittoria, e battuto le campionesse del mondo in carica in casa a loro a Pontevedra. Il successo finale 3-0 contro la Svizzera a Parma ha suggellato la permanenza tutt’altro che banale nella Lega A. Certo, il sogno sarebbe stato quello di qualificarsi alle Olimpiadi di Parigi, ma obiettivamente la salita era assai ripida. Una crescita nelle proprie consapevolezze che le ragazze di Soncin hanno espresso nel corso delle qualificazioni alla fase finale della rassegna continentale dell’anno prossimo, soprattutto per il rendimento negli scontri diretti contro una squadra di grande livello come l’Olanda. A Cosenza le azzurre si sono imposte 2-0, mentre a Sittard il pari a reti bianche è stato fondamentale. Certo, le nostre portacolori si sono un po’ complicate le cose con quel ko in Finlandia, ma le restanti prestazioni consistenti contro le olandesi e le norvegesi hanno poi portato la Nazionale a giocare a cuor leggero a Bolzano contro le finlandesi, prendendosi una bella rivincita (3-0). Conclusione: pass centrato e con il primo posto nel girone. Da considerare anche le ottime prestazioni nelle ultime amichevoli, con le vittorie contro Malta (5-0) a Roma e soprattutto 2-1 contro la Germania in terra tedesca, cosa che non era mai accaduta, senza sottovalutare il pari 1-1 contro la Spagna a Vicenza. Queste belle prestazioni della Nazionale vengono un po’ controbilanciate dalle difficoltà dei club italiani a farsi strada in Europa e le eliminazioni di Roma e Juventus in Champions League la dicono lunga sul differenziale che ancora c’è.
CALCIO A 5 FEMMINILE, 7. Una squadra che ha dominato il Main Round e che nelle varie amichevoli internazionali ha fatto vedere di avere una precisa identità sotto la guida di una grande ct come Francesca Salvatore. L’anno prossimo la grande sfida: l’Elite Round, da disputare in casa, e la voglia di approdare alla prima storica edizione dei Mondiali Femminili di calcio a 5, che si disputeranno nelle Filippine. Memorabile la vittoria in amichevole sulla Spagna. Voto alto con speranze di ulteriore crescita.
CALCIO A 5 MASCHILE, 5. Altro giro e altra stagione negativa per il gruppo azzurro che, dopo non aver centrato la qualificazione ai Mondiali, ha perso completamente la direzione. Giusto l’esonero di Bellarte, in una situazione che era diventata quanto mai complicata e che dava l’idea di una grade scollatura. Si proverà a ripartire da Salvo Samperi e da una nuova idea di futsal.
CANOA SLALOM, 8. Che fosse l’anno di Giovanni De Gennaro si era intuito sin dall’inizio della stagione. Successi in Coppa del Mondo, agli Europei, ed infine il sigillo che lo inserisce nel ristretto novero degli olimpionici del kayak. L’azzurro ha centrato la stagione perfetta nell’anno più importante, andando a battere a Parigi il beniamino di casa, che da anni si allenava su quel tracciato. Il voto avrebbe potuto essere ancor più alto, ma l’Italia non è riuscita ad incidere soprattutto nel kayak cross, e questo incide leggermente nella valutazione, che sfiora comunque l’eccellenza.
CANOA VELOCITÀ, 6. L’argento alle Olimpiadi di Tacchini-Casadei nel C2 500, specialità nella quale erano stati bronzo agli Europei, salva la spedizione azzurra ai Giochi e la stagione dell’Italia, un po’ come accaduto con Manfredi Rizza nel K1 200 a Tokyo 2020. L’impressione è che il movimento azzurro sia stato penalizzato dai cambiamenti riguardanti le specialità olimpiche, con gli sprinter costretti a lasciare spazio all’ingresso del kayak cross dello slalom nel programma dei Giochi, provando a modificare le proprie caratteristiche di esplosività per adattarsi alle barche multiple sui 500 metri. Latita ancora in maniera preoccupante il settore femminile della canadese, anche se grandi aspettative sono riposte per il prossimo quadriennio su Olympia Della Giustina.
CANOTTAGGIO, 6. Gli argenti del doppio pl e del quattro di coppia maschili ai Giochi danno lustro alla stagione azzurra, anche se l’esclusione delle barche leggere dal prossimo programma olimpico toglie delle ottime opportunità di medaglia all’Italia in vista di Los Angeles 2028. Proprio in virtù di questo cambio di paradigma va visto il voto, che non va oltre la sufficienza a causa della stagione non esaltante dell’Italia, quantomeno a livello senior, nel beach sprint, che entrerà con due o tre eventi nel programma dei Giochi statunitensi. Il cambio di guida tecnica in casa azzurra dovrà affrontare questi ostacoli, oltre alla questione legata alla distanza ridotta sulla quale si gareggerà a Los Angeles, che porterà ad un aumento della concorrenza per l’Italia anche in quelle specialità nelle quali gli azzurri hanno sempre ben figurato.
CICLISMO SU PISTA, 8,5. Uno sport che si presentava ai Giochi Olimpici un po’ in sordina e che è andato ben al di là delle aspettative. La medaglia più probabile era quella del quartetto maschile ed è arrivato un ottimo bronzo, ma le vere rivelazioni sono state le medaglie maturate grazie alla madison, con l’argento al maschile ottenuto da Elia Viviani e Simone Consonni e l’oro al femminile dell’insospettabile coppia formata da Chiara Consonni e Vittoria Guazzini. Viviani non darà più manforte al movimento azzurro e la sua sostituzione non sarà scontata, visto che protagonisti come Jonathan Milan e Filippo Ganna nei prossimi anni investiranno maggiormente sull’attività su strada. Anche il Mondiale è stato buono con 1 oro, 2 argenti e 1 bronzo e in vista del futuro qualcosa sembra muoversi anche nella velocità, che negli ultimi lustri è stato il principale tallone d’Achille per gli azzurri. In generale, i ricambi non mancano: 4 anni basteranno per mantenersi ai vertici nel settore maschile? La giovane età delle donne non desta invece preoccupazioni.
CICLISMO SU STRADA FEMMINILE, 7,5. È venuto a mancare il colpaccio a Cinque Cerchi, con la giornata non del tutto convincente di Elisa Longo Borghini, che però si è riscattata ai Mondiali con un bellissimo bronzo (poteva essere qualcosa in più). Per lei anche il trionfo al Giro delle Fiandre, al Giro d’Italia ed i podi alla Freccia e alla Liegi. C’è attesa per la crescita di Vittoria Guazzini, soprattutto per quanto concerne le prove contro il tempo. Gli intoppi invece hanno frenato Elisa Balsamo.
CICLISMO SU STRADA MASCHILE, 4. Filippo Ganna, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Parigi e ai Mondiali in Svizzera a cronometro, Edoardo Affini campione d’Europa contro il tempo e anche bronzo iridato, Jonathan Milan vincitore di tre tappe al Giro, ma davvero poco più. Manca ancora l’erede di Vincenzo Nibali nelle corse a tappe (la speranza è affidata alla crescita di Antonio Tiberi e Giulio Pellizzari), mancano gli uomini da classiche. Soprattutto nei grandi eventi è venuto a mancare il tricolore: ai Mondiali nella prova in linea azzurri nulli, così come alle Olimpiadi. Serve una svolta, ma da quanti anni lo diciamo ormai?
CICLOCROSS, 5,5. Le aspettative sono più legate al futuro che al presente. A livello internazionale gli azzurri in questo momento fanno fatica, specie al maschile, basti pensare che all’Europeo élite di quest’anno è stato un 16° posto di Gioele Bertolini e al Mondiale un 17° di Filippo Fontana. Al femminile il riferimento è Sara Casasola che è arrivata ai piedi del podio all’Europeo e sesta ai Mondiali, a dimostrazione del fatto che nelle sue migliori giornate può lottare per piazzamenti di rilievo. La sensazione però è che nei prossimi anni possano arrivare ricambi importanti da dietro: il nome di Stefano Viezzi può diventare presto una realtà. Il friulano è passato alla Alpecin-Deceuninck per fare un salto di qualità ulteriore dopo aver vinto la Coppa del Mondo juniores e l’oro ai Mondiali juniores. Attenzione anche a Mattia Agostinacchio che è reduce dalla vittoria all’Europeo under 19: questi due ragazzi possono riportare l’Italia al centro delle cartine del ciclocross internazionale.
CRICKET, 3. Occorrerà darsi una scossa nel quadriennio che porterà il format T20 ai Giochi di Los Angeles 2028, anche se il ridotto numero di posti a disposizione rende molto difficile la possibilità di agguantare la qualificazione olimpica. Non va molto meglio con gli altri format: nel T10 gli uomini hanno clamorosamente mancato l’accesso agli Europei, subendo la sconfitta decisiva contro la Norvegia, mentre le donne non hanno inciso nella manifestazione continentale, raccogliendo un solo successo e chiudendo all’ultimo posto il round robin. Nel format ODI, infine, l’Italia maschile continua il proprio cammino verso la Coppa del Mondo 2027, ma la sconfitta contro l’Uganda in Challenge League complica i piani azzurri per il passaggio al prossimo turno, da provare a conquistare nel 2025.
EQUITAZIONE, 4. L’accesso di un binomio azzurro alla finale individuale olimpica nel salto ostacoli, la partecipazione nel 2025 dell’Italia alla neonata League of Nations dopo un solo anno di “Purgatorio” sul circuito continentale e la vittoria di Piergiorgio Bucci in World Cup a Madrid sono le uniche buone notizie di una stagione che per il resto risulta essere ampiamento sottotono per il movimento azzurro, dovendo considerare anche completo e dressage. Se da un lato qualcosina si può imputare alla sfortuna per quanto concerne la fine delle velleità della squadra azzurra del completo ai Giochi già dopo la prova di dressage, dall’altro la mancata qualificazione della squadra di salto alle Olimpiadi, unita alle non brillantissime prestazioni individuali dei binomi del completo a Parigi 2024, contribuisce all’abbassamento del voto, che addirittura sprofonda considerando l’assoluta inconsistenza internazionale del dressage azzurro, assolutamente anonimo al di fuori del contesto italiano.
FLAG FOOTBALL, 6,5. Le nazioni azzurre maschile e femminile hanno fatto vedere buone cose nei Campionati Mondiali disputati a Lahti, in Finlandia, ma non è arrivata la zampata da podio. La squadra maschile aveva l’arduo compito di fermare i campioni del mondo degli Stati Uniti che, come ampiamente previsto, hanno avuto la meglio, stoppandoci nel sogno di raggiungere la zona delle medaglie. Discorso simile per le ragazze. Dopo un percorso notevole (eliminata la Germania agli ottavi di finale) è arrivato il beffardo ko contro l’Austria ai quarti finale, per una sconfitta che ha fermato la nostra squadra davvero ad un passo dal sogno del podio. Nel complesso due cammini di spessore che hanno confermato come il movimento sia in salute e in crescita per uno sport che sarà olimpico nel 2028.
FOOTBALL AMERICANO, 7. In un 2024 che non assegnava titoli, la nazionale azzurra ha comunque fatto vedere il lato migliore di sé. Anzi, si può dire che abbia centrato la grande impresa con una vittoria in rimonta contro la Danimarca che ha aperto le porte delle semifinali continentali (che si giocheranno nel 2025) al Blue Team. La formazione azzurra voleva chiudere da imbattuta il proprio girone di qualificazione ai Campionati Europei del 2025 e il campo ha dato il responso sperato nella maniera più incredibile, con il sorpasso a pochi secondi dalla fine per un 28-27 al cardiopalma. Il prossimo turno degli Europei 2025 si disputerà tra il 2 e 3 agosto 2025, quindi la fase conclusiva e decisiva si terrà tra il 25 ed il 26 di ottobre.
GINNASTICA ARTISTICA, 9,5. Per la prima volta nella storia l’Italia ha conquistato tre medaglie alle Olimpiadi: un oro, un argento, un bronzo. Curiosamente tutte al femminile, settore che prima di quest’anno aveva portato a casa soltanto due allori a cinque cerchi in quasi un secolo di apparizioni ai Giochi. I risultati conseguiti a Parigi rappresentano il giusto premio per un movimento cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni ed esploso per merito delle Fate, plasmate dal direttore tecnico Enrico Casella e da tutto lo staff che ha saputo supportare le ragazze nel miglior modo possibile, mietendo successi a ogni latitudine.
Le azzurre hanno strabiliato nella gara a squadre, la prova più prestigiosa e che premia la caratura ginnica di un’intera Nazione: cinque atlete che gareggiano insieme per il medesimo scopo sono la naturale espressione del meglio che un Paese possa offrire. Le nostre portacolori sono state impeccabili e l’argento messo al collo dopo quattro rotazioni magistrali corona i sacrifici di una generazione che aveva sfiorato l’impresa a Tokyo e che nel frattempo ha saputo salire sul terzo gradino del podio ai Mondiali e trionfare per due volte agli Europei.
Alice D’Amato, Manila Esposito, Elisa Iorio, Angela Andreoli, Giorgia Villa resteranno per sempre nella leggenda della Polvere di Magnesio dopo aver riportato il Bel Paese al secondo posto nel team event a distanza di 96 anni dalla prima e unica volta. Alice D’Amato è già diventata eroina: prima Campionessa Olimpica, al pari di mostri sacri del settore maschile come Jury Chechi e Igor Cassina. La genovese ha trionfato alla trave e ha fatto suonare l’Inno di Mameli per la prima volta, consacrandosi in maniera imperitura in una gara che ha regalato anche il terzo posto di Manila Esposito: due azzurre sullo stesso podio non si erano mai viste.
Gli uomini sono tornati ai Giochi con la squadra dopo dodici anni di assenza e hanno disputato la finale, completando la rinascita come gruppo (spiace non avere raggiunto nemmeno una finale di specialità, ma si sono dovute fare delle scelte in fase di convocazione). Agli Europei di Rimini il dominio è stato lampante: le donne hanno trionfato in cinque gare su sei (squadra; all-around, trave e corpo libero con Manila Esposito; parallele asimmetriche con Alice D’Amato); gli uomini si sono meritati il bronzo nel team event e Yumin Abbadini è salito sul terzo gradino del podio nel concorso generale.
GINNASTICA RITMICA, 7,5. L’Italia ha conquistato due medaglie nella stessa edizione delle Olimpiadi, impresa mai riuscita in passato. Sofia Raffaeli e le Farfalle sono state encomiabili a Parigi, mettendosi al collo un doppio bronzo da favola. La fuoriclasse marchigiana, già capace di laurearsi Campionessa del Mondo nel 2022 e argento iridato nel 2023, è diventata la prima italiana a salire sul podio a cinque cerchi in una gara individuale.
Il ribattezzato Vulcano di Chiaravalle ha saputo battagliare a viso aperto nella capitale francese e soltanto qualche sbavatura di troppo rispetto al suo potenziale le ha impedito di conquistare un risultato che sarebbe stato ancora più rilevante in termini agonistici (d’altronde aveva chiuso il turno di qualificazione in prima posizione).
Alessia Maurelli e compagne hanno replicato il riscontro conseguito tre anni prima a Tokyo, meritandosi il terzo gradino dietro a Cina e Israele, precedendo la fallosa Bulgaria. Le ragazze di Emanuela Maccarani hanno saputo ruggire dopo un paio di stagioni problematiche per questioni extra-pedana e hanno dimostrato tutto il loro potenziale, con la consapevolezza che con un’accortezza maggiore avrebbero potuto festeggiare qualcosa di ancora più pesante.
Ricordiamo anche i secondi posti nei concorsi generali degli Europei, sia per le Farfalle che per Sofia Raffaeli, e i buoni riscontri in Coppa del Mondo. Un plauso a Milena Baldassarri per la seconda finale olimpica consecutiva, il modo migliore per chiudere una carriera indubbiamente di spessore.
GOLF, 6,5. La stagione 2024 è il seguito naturale di quanto accaduto nel 2023 sul Challenge Tour. L’Italia ha ritrovato un giocatore nei primi 100, Matteo Manassero, protagonista di una delle storie di riscatto sportivo più belle dell’anno non solo a livello italiano. Il ritorno alla vittoria sull’European Tour (che ormai è DP World Tour), allo Jonsson Workwear Open, altre sei top ten (tra cui il BMW PGA Championship di Wentworth, dove ha chiuso 4°) e svariate altre occasioni nei primi 20. Infine, la prima volta con la carta per giocare sul PGA Tour nel 2025, dove potrà finalmente confrontarsi continuativamente con i grandissimi. Potevano essere due gli azzurri, con Guido Migliozzi che ha anch’egli raccolto una vittoria (KLM Open) e diversi piazzamenti tra primi 10 e 20, ma al vicentino la carta è sfuggita davvero di pochissimo. Rimarchevole anche il finale di stagione di Francesco Laporta, capace un passo dopo l’altro di arrivare a giocare il torneo finale del DP World Tour a Dubai. Incluso il ritorno a buonissimi livelli di Andrea Pavan, un Filippo Celli che sta sempre più trovandosi bene e l’approdo sul DP World Tour di Gregorio De Leo, si può ben dire che ci sia vita anche così, con il contributo di Francesco Molinari sceso vertiginosamente (per Edoardo il discorso è un po’ diverso, visto che ha anche l’incombenza del ruolo di vicecapitano di Ryder Cup anche verso il 2025). Certo, ancora i risultati nei Major si fanno attendere, ma si arriverà forse abbastanza presto anche a quelli. E c’è stata anche una dignitosissima partecipazione olimpica di Manassero e Migliozzi. Per quanto riguarda il femminile quadro che si è risollevato con interessi vari nel finale di stagione. Prima c’erano stati buoni risultati di Alessandra Fanali, poi Virginia Elena Carta s’è inventata una sequenza 7°-4°-6°-4° posto sul Ladies European Tour che le ha consentito di risalire un centinaio di posizioni nel ranking mondiale. E c’è Benedetta Moresco che ha preso la carta in quota LPGA Tour. Proprio nel finale di anno, infine, per Anna Zanusso e Alessia Nobilio è arrivata la promozione sul LET attraverso la Q School.
HOCKEY PISTA, 7. I Mondiali di Novara dello scorso settembre sono stati un successo organizzativo e di risultati. La squadra maschile è tornata sul podio iridato dopo 23 anni mostrando di poter lottare alla pari con Spagna, Portogallo e Argentina; mentre la squadra femminile è arrivata al quarto posto in un torneo di alto livello. Il futuro promette un ulteriore salto di qualità per entrambe le squadre: si chiude un 2024 davvero positivo.
HOCKEY PRATO, 2. Le Olimpiadi erano irraggiungibili, come ormai da anni. Ci si aspettava però qualcosa di più da entrambi i settori, nonostante i vari cambiamenti arrivati all’interno degli staff azzurri. Nessuna delle due squadre ha raggiunto l’obiettivo della qualificazione agli Europei del 2025, una vera e propria delusione soprattutto per le donne. Difficile anche il percorso in Nations Cup: sembrava pronto il salto di qualità, invece ci si è arenati, scendendo verso il basso. L’hockey prato si contende con il rugby a 7 la palma di pecora nera dello sport italiano.
JUDO, 7,5. Il bilancio complessivo della stagione non può che essere largamente positivo, ma le Olimpiadi di Parigi hanno lasciato un retrogusto agrodolce nonostante il fantastico oro di una strepitosa Alice Bellandi nei -78 kg. L’Italia si presentava infatti ai Giochi con la squadra più forte e numerosa di sempre dopo un biennio di qualificazione entusiasmante, ma a conti fatti tra controprestazioni e circostanze sfavorevoli (tra cui alcune decisioni arbitrali rivedibili) è arrivata una sola medaglia con quattro sconfitte nelle finali per il bronzo e diverse delusioni. In ogni caso il movimento azzurro ha dimostrato di essere competitivo e sempre più profondo, con tante seconde linee di medio-alto livello ed una batteria di giovani talenti in rampa di lancio che stanno cominciando a prendere le misure al World Tour. Ripercorrendo i momenti clou del 2024 è impossibile non citare il Mondiale di Abu Dhabi, a dir poco trionfale sul fronte italiano con il successo di una Odette Giuffrida in stato di grazia e altri tre podi (argento Bellandi e Scutto, storico bronzo nella gara a squadre miste). Nota di merito infine per la classe 2005 Savita Russo, passata in pochi mesi dalle competizioni juniores ad una medaglia europea assoluta che le ha dato la spinta decisiva per ottenere in extremis un clamoroso pass olimpico.
KARATE, 5. L’Italia parte bene mostrando qualità e risultati agli Europei di Zara, all’inizio dell’anno, poi però il rendimento della squadra azzurra scende evento dopo evento fino a disperdere un po’ quella qualità e quella continuità che sono sempre state il marchio di fabbrica del movimento azzurro, che purtroppo si traduce negli zero podi ai Mondiali a squadre.
MOUNTAIN BIKE, 6,5. Luca Braidot ha sfiorato il colpaccio che sarebbe valso tantissimo per la sua carriera. L’azzurro si è fermato ad un passo dalla medaglia olimpica a Parigi, dovendosi accontentare del quarto posto. Al maschile da sottolineare anche il trionfo di Simone Avondetto, molto a sorpresa, agli Europei. Ci si aspetta qualcosa di più invece dalla categoria femminile, dove arrivano dei piazzamenti solo sporadicamente.
NUOTO, 9. Stagione lunga e impegnativa per gli “squali” della vasca. Chi tira le fila non si è fatto mancare nulla: Mondiali, Europei e Olimpiadi, tutto nello stesso anno. Necessario scegliere, come ha fatto la Nazionale italiana che ha disertato la rassegna continentale di Belgrado (Serbia), anche perché concomitante con il Trofeo Settecolli, ultima chance per qualificarsi ai Giochi. Rassegna a Cinque Cerchi in cui gli azzurri hanno chiuso con due ori, un argento e due bronzi, limitatamente alle posizioni sul podio. Estendendo il discorso, vanno considerati tre quarti posti e altre sei finali. Il tutto con sei primati personali, tra cui il record italiano di Simona Quadarella negli 800 stile libero. Bilancio molto positivo, tenuto conto della portata storica di certe medaglie, come l’oro di Thomas Ceccon nel dorso e il ritorno sul gradino più alto dei 100 rana con cui Nicolò Martinenghi ha creato un legame indissolubile con Domenico Fioravanti. E che dire di Gregorio Paltrinieri, strepitoso nel suo duplice podio negli 800 stile libero (bronzo) e nei 1500 (argento). Da non dimenticare il bronzo della 4×100 sl, nella top-3 ininterrottamente dal 2021 ai massimi livelli. Certo, si sono vinte cinque medaglie, rispetto alle sei di Tokyo, e al femminile non c’è stato alcun podio. Resta però la valutazione molto alta di un’annata in cui Quadarella, pur in una rassegna iridata molto particolare, si è tinta d’oro negli 800 e nei 1500 sl e Alberto Razzetti è stato bronzo nei 200 misti e argento nei 200 farfalla nella competizione a Doha, facendo fuoco e fiamme nella manifestazione mondiale in vasca corta (4 podi). Bisognerà rilanciarsi in vista di quel che sarà e Sara Curtis è pronta per tenere alto il vessillo della nouvelle vague.
NUOTO DI FONDO, 6. Titoli di coda sulla stagione dei “caimani” delle acque libere ed è tempo di bilanci. In casa Italia le aspettative sono sempre molto alte e per questo la valutazione non può che esserne condizionata. Resta la constatazione di un’annata positiva dal momento che nello scenario da tregenda della Senna Ginevra Taddeucci, con una gara molto coraggiosa e tenace, è andata a prendersi un bronzo olimpico nella 10 km che vale una carriera. Nello stesso tempo, negli Europei di Belgrado, la toscana si era portata a casa un argento continentale nella 5 km. Una competizione quest’ultima in cui il Bel Paese l’ha fatta da padrone con 3 ori, 4 argenti e 2 bronzi, con le vittorie di Gregorio Paltrinieri nella 10 km e della coppia Dario Verani/Barbara Pozzobon nella 25 km, distanza che però non fa più parte del programma dei Mondiali. A Doha, Mimmo Acerenza si è tinto di bronzo nella 5 km, mentre la staffetta mista ha ottenuto l’argento. È mancata la medaglia che si attendeva maggiormente, ovvero nella 10 km olimpica maschile, dove Paltrinieri non è riuscito ad adattarsi alle complicate condizioni del fiume di Parigi, mentre Acerenza si è dovuto accontentare della quarta piazza. Un movimento che in vista del 2025 vorrà confermarsi sempre ad altissimo livello, viste le ascese di Marcello Guidi e di Andrea Filadelli tra gli uomini.
NUOTO ARTISTICO, 5. Una stagione in cui nella danza in vasca qualcosa è mancato. Il 2024 è stato quello degli addii all’attività agonistica di due “Mostri sacri” come Giorgio Minisini e Linda Cerruti. Due atleti che hanno segnato un’epoca, arrivati all’ultimo capitolo della carriera in modo diverso. Il Golden Boy avrebbe sognato di prendere parte ai Giochi Olimpici con la squadra, ma le scelte del Direttore tecnico, Patrizia Giallombardo, sono state altre. Nei fatti è stato sempre lui, Minisini, a portare il contributo maggiore in termini di medaglie tra Mondiali ed Europei quest’anno. Per il resto, poche luci e tante difficoltà nel riuscire a interpretare al meglio il cambiamento regolamentare, legato al calcolo dei punteggi. I famigerati base mark sono diventati una sorta di maledizione per la squadra azzurra, non in grado di trovare la precisione nell’esecuzione delle varie routine e sovente precipitando in graduatoria. Un aspetto che ha caratterizzato specialmente le Olimpiadi di Parigi, dove tra l’altro per i problemi di salute di Cerruti non è stato possibile vedere all’opera come si sarebbe voluto il doppio con Lucrezia Ruggiero nella sua totalità. In buona sostanza, un anno in cui si sarebbe potuto fare meglio. Si ripartirà dalla nouvelle vague rappresentata da Filippo Pelati, Flamina Vernice, Sarah Maria Rizea e tanti altri che vorranno raccogliere il testimone di Minisini e della menzionata Cerruti per dar seguito alla crescita del nuoto artistico italiano.
LACROSSE, 6. Sarà uno dei nuovi sport alle Olimpiadi di Los Angeles 2028, dunque andrà osservato con particolare attenzione nei prossimi anni. L’Italia non vuole farsi trovare impreparata e sta lavorando per puntare alla qualificazione ai Giochi, cercando di fare conoscere questa disciplina al maggior numero possibile di persone e facendo anche attività di scouting tra italo-americani e canadesi.
Il 2024 va in archivio con l’ottavo posto agli Europei femminili: si tratta di un risultato storico perché le azzurre si sono spinte per la prima volta fino ai quarti di finale della rassegna continentale, dove però hanno dovuto fare i conti con la maggiore caratura tecnica di Israele. Il prossimo anno sarà ricco di sfide, a cominciare dagli Europei maschili e dai World Games (preceduti dalle relative qualificazioni).
LOTTA, 3. Un solo pass olimpico conquistato sulla materassina, altri due giunti grazie alle rinunce altrui, dei quali uno neppure sfruttato in quanto giunto letteralmente all’ultimo momento. Al netto di quanto accaduto a Frank Chamizo nel Preolimpico, vicissitudine che comunque ha condizionato, e non poco, la sua preparazione, l’Italia ha avuto un ruolo da comparsa ai Giochi, uscendo subito di scena. Urge un cambio di passo verso Los Angeles 2028, e se qualcosa sembra muoversi con le tante giovani del settore femminile, zoppicano maggiormente lo stile libero e la greco-romana, con quest’ultima specialità che non vede italiani alle Olimpiadi da due edizioni dopo la lunga tradizione avuta dal Bel Paese nei decenni scorsi. A livello giovanile qualcosa all’orizzonte si intravede, ma il salto nella categoria senior richiederà grandi sforzi per confermare tali aspettative sul palcoscenico internazionale.
PALLAMANO, 8. Annata pazzesca per la pallamano nostrana. L’Italia maschile giocherà i Mondiali, fra poche settimane, dopo 28 anni di assenza dal palcoscenico iridato, chiudendo un cerchio fatto di cammino di qualificazione incredibilmente emozionante. Il dt Riccardo Trillini ha tradotto sul campo, insieme ai suoi ragazzi, un lavoro federale durato anni e che finalmente sta dando i suoi frutti: non solo per il prossimo anno, ma in generale anche per un futuro a medio-lungo termine. In parallelo, seppur con un percorso più lungo e difficile, sta crescendo anche il settore femminile: la speranza di arrivare ai Mondiali anche con le donne non è così impossibile. Un tempo era la pecora nera dello sport tricolore, oggi guarda al futuro con inesplorate ambizioni.
PALLANUOTO MASCHILE, 5. Quanto accaduto alle Olimpiadi è sotto gli occhi di tutti, con il Settebello, squadra da medaglia, rimasto immeritatamente fuori dalle posizioni che contano, ma l’Italia pagherà dazio anche nella prossima stagione. La squalifica comminata alla Nazionale azzurra, infatti, la priverà della partecipazione alla World Cup, nella quale per la prima volta verranno sperimentate le nuove regole decise da World Aquatics. Il Settebello, così, arriverà senza un test in merito ai prossimi Mondiali, appuntamento clou del 2025. A livello di club, invece, la Pro Recco, dopo aver sfiorato un altro successo in Champions League, ha vissuto una delicata crisi societaria, che se da un lato non sembra aver avuto particolari ripercussioni a livello nazionale, a livello continentale ha costretto i liguri a rinunciare alla massima competizione continentale per la stagione in corso, ridimensionando anche le ambizioni italiane di successo in campo europeo a livello di club.
PALLANUOTO FEMMINILE, 4,5. Il cammino olimpico del Setterosa è stato molto difficile, complicato dalla sconfitta all’esordio contro la Francia che ha posto l’Italia a rischio eliminazione già nella prima fase a gironi, onta evitata soltanto per un soffio e comunque con le azzurre che non erano più padrone del proprio destino. Servirà una scossa a partire dalla World Cup del 2025, nella quale si dovranno iniziare a capire quali potranno essere gli innesti giusti per il Setterosa che dovrà provare l’assalto a Los Angeles 2028. A livello di club l’unica nota lieta è stata la finale tutta italiana in Euro Cup tra Plebiscito e Trieste, mentre in Champions League le formazioni italiane pagano dazio soprattutto alle compagini iberiche, elleniche e magiare. C’è tanto da lavorare per riemergere nel contesto internazionale.
PENTATHLON MODERNO, 7. Ci si attendeva qualcosa di grande alle Olimpiadi e comunque è arrivato il bronzo di Giorgio Malan, assieme ai pur ottimi piazzamenti di Matteo Cicinelli, Elena Micheli ed Alice Sotero, con l’Italia che ha potuto schierare il contingente massimo a Parigi 2024. Nelle scorse stagioni gli azzurri ci avevano abituato davvero bene tra Mondiali, Giochi Europei e Coppa del Mondo, tanto che la sensazione è che ai Giochi si potesse ottenere di più. Dalla prossima stagione anche a livello senior l’equitazione lascerà spazio alla nuova disciplina ad ostacoli ed i valori in campo potranno variare ulteriormente, ma l’Italia sembra poter dormire sonni tranquilli, visti gli ottimi risultati internazionali centrati dagli azzurri a livello giovanile.
RUGBY, 7. Il 2024 del rugby azzurro è stato l’anno di Gonzalo Quesada, con il coach argentino che ha preso in mano l’Italia dopo la Rugby World Cup, meritando una sufficienza piena che guarda all’8. E Lamaro e compagni hanno subito mostrato segnali importanti, a partire da uno dei Sei Nazioni migliori di sempre, dove oltre alle vittorie con Scozia e Galles (a Cardiff) e il clamoroso pareggio in casa della Francia, gli azzurri hanno saputo mettere in campo ottime prestazioni. Confermate nel tour estivo, chiuso con due vittorie e un ko, mentre a novembre gli azzurri hanno convinto poco, conquistando solo un faticoso successo con la Georgia. Ma Quesada sembra aver posto le basi per un’importante crescita anche nel 2025. Insufficiente, invece, il 2024 dell’Italdonne, con pochissimi squilli da annotare e che si è chiuso con l’addio del ct Raineri, al termine di un’avventura dove il tecnico non ha saputo replicare gli ottimi risultati del passato.
RUGBY A SETTE, 1. Difficile, ancora una volta, commentare l’anno del rugby olimpico italiano. Perché il rugby a sette, nonostante anni di promesse non mantenute dalla Federazione, continua a essere inesistente nel nostro Paese, con gli eventi spot cui partecipano le nostre nazionali che non giustificano la presenza azzurra. Per l’ennesimo anno si può solo sperare che la nuova presidenza cambi completamente le carte in tavola, investendo tempo, denaro e talenti a quella che è un’opportunità d’oro per il rugby italiano, cioè la versione che va ai Giochi Olimpici. Ma, come detto, serve una pianificazione seria, servono investimenti e serve giocare sul tavolo politico di World Rugby per ottenere un torneo globale anche per le nazioni minori, affinché il rugby Seven non resti una disciplina “estiva”, dove l’Italia partecipa a un paio di tornei a giugno e luglio e poi torni in letargo per un anno. Oggi è questa la pecora nera dello sport italiano.
SCHERMA, 8. Chiaramente le Olimpiadi di Parigi 2024 sono state la vetrina principale. L’Italia si presentava in Francia con l’obiettivo di cancellare gli zero ori di Tokyo e come la nazione da battere, specialmente nel fioretto. Alla fine il bilancio è stato di cinque medaglie, con lo storico oro delle spadiste in un’indimenticabile finale vinta all’ultima stoccata contro la Francia. Il fioretto ha portato a casa tre medaglie d’argento. Enorme la delusione per aver mancato clamorosamente il podio nella gara individuale femminile e per la sconfitta in entrambe le finali a squadre, ma anche la rabbia per la sconfitta di Filippo Macchi, decisamente penalizzato dalle decisioni degli arbitri. L’unico bronzo è arrivato dalla sciabola, con il veterano Luigi Samele ancora una volta sul podio olimpico. Forse non è stata l’Olimpiade sognata e sperata dalla scherma azzurra, che comunque nel 2024 ha ottenuto molto altro sia in Coppa del Mondo con una serie incredibile di successi e poi anche agli Europei con un medagliere dominato e vinto con ben undici medaglie, di cui cinque oro. In questi ultimi mesi è già cominciato il nuovo quadriennio olimpico ed il futuro è assolutamente radioso per uno sport che ha ampliato notevolmente e con successo i propri confini, ma nel quale l’Italia non ha davvero mai sofferto nei vari ricambi generazionali, riuscendo di continuo a trovare nuovi campioni.
SKATEBOARD, 5,5. Alex Sorgente ha saputo spingersi fino all’atto conclusivo nel park alle Olimpiadi di Parigi 2024 e ha poi concluso al sesto posto: si tratta di un risultato storico per il Bel Paese ai Giochi, ma le medaglie erano davvero fuori portata e la concorrenza si è rivelata decisamente superiore dal punto di vista tecnico. C’è ancora tanto lavoro da fare, da parte sua e del collega Alessandro Mazzara, per puntare davvero al vertice di questa disciplina.
Asia Lanzi, Agustin Aquila e Lucrezia Zarattini sono rimasti lontani dall’obiettivo a cinque cerchi nello street, non riuscendo a essere protagonisti né ai Mondiali né nelle Olympic Qualifiers. Lo skateboard è uno sport in rapida espansione e che si sta ritagliando sempre più spazio ai Giochi, a Los Angeles 2028 sarà ancora più importante e il trend è in crescita: l’Italia dovrà investirci per non farsi trovare impreparata e per poter concretamente essere protagonista.
SOFTBALL, 8. Bisogna pur dirlo, l’Italia oggi è la principale potenza della disciplina in Europa. Non c’è molto altro da dire: il trionfo degli Europei, forse il più netto dal 2019 a oggi, è di quelli che racconta un totale senso di predominio della squadra guidata dal manager Federico Pizzolini, che sta raccogliendo su tutta la linea ogni cosa che Enrico Obletter aveva costruito con grande cura nel suo tempo. E ai Mondiali è mancato un niente affinché la fase finale a otto potesse trasformarsi in un risultato mai raggiunto dalle azzurre. Nella sostanza, è mancato solo un unico attacco, il settimo contro il Canada nella fase a gironi, per poter rendere ancora più stellare l’anno della prima rassegna iridata organizzata dalle nostre parti. Per quanto riguarda i club è mancato pochissimo affinché tutto venisse ulteriormente coronato: sono arrivate due finali in Premier Cup e in Coppa delle Coppe, con rispettivamente Forlì e Saronno cadute sugli inning conclusivi in situazione di parità o di buonissimo vantaggio. Il softball dell’Italia, in sostanza, continua a brillare per competitività, e la strada verso i prossimi anni appare tracciata anche perché il ricambio generazionale c’è e funziona. In sostanza, c’è luce sia nel presente che nel futuro.
SOLLEVAMENTO PESI, 6. Ripetere il clamoroso exploit di Tokyo 2021 era praticamente impossibile, anche per via del passaggio da 14 a 10 categorie di peso (oltre ad una sostanziale riduzione delle quote), ma l’Italia è riuscita comunque a centrare l’obiettivo minimo della stagione conquistando una medaglia ai Giochi Olimpici di Parigi. Merito di Nino Pizzolato, che si è confermato sul terzo gradino del podio a cinque cerchi anche nei -89 kg (dopo il bronzo di Tokyo nei -81 kg) mettendosi alle spalle i problemi alla schiena del biennio precedente con una prestazione commovente. Grande delusione invece per l’argento mondiale 2023 Sergio Massidda, che ha bucato completamente la gara più importante della carriera con tre nulli di strappo perdendo la chance di giocarsi almeno il bronzo. In campo femminile le varie Imperio, Miserendino e Magistris non hanno effettuato il salto di qualità necessario per avvicinare le migliori al mondo, mentre a livello giovanile prosegue la crescita di alcuni talenti interessanti in vista dei prossimi due quadrienni olimpici.
SQUASH, 3. L’élite internazionale è ancora molto lontana e il cammino verso Los Angeles 2028 appare tutto in salita, almeno allo stato attuale delle cose. Agli Europei individuali gli azzurri non avevano demeritato, con Cristina Tartarone giunta ad un passo dai quarti, ma ai recentissimi Mondiali a squadre l’Italia ha sofferto oltremodo sia con gli uomini che con le donne, cedendo il passo anche nelle sfide per le posizioni di rincalzo e chiudendo la rassegna iridata con una sola vittoria sia tra gli uomini che tra le donne, evitando almeno l’ultima posizione.
SURF, 4,5. Gli artisti della tavola sono in una fase di break e anche di preparazione per riprendere dal 2025 il cammino nel Championship Tour. Ci si è messi alle spalle una stagione molto intensa, dove i surfisti si sono dovuti barcamenare tra diverse competizioni, tra cui soprattutto le Olimpiadi di Parigi, disputate però come è noto presso il villaggio di Teahupo’o a Tahiti, nella Polinesia francese. In casa Italia, pensare al surf si traduce in Leonardo Fioravanti. L’atleta romano ha cercato di tenere alto il vessillo italico in un 2024 dove è stato in grado di conquistare due top-5 nel primo e terzo appuntamento del massimo circuito internazionale. Nella sua seconda partecipazione olimpica dopo quella di Tokyo, obiettivamente, il risultato non è stato positivo e ci si sarebbe aspettati di meglio da lui. Si è poi in attesa di capire cosa ci possa essere alle spalle di Leo. Il movimento tricolore della specialità fatica a decollare e, al momento, non si vedono alternative effettive a Fioravanti nel breve periodo. Non facile affermarsi in una disciplina così particolare, ma mentre nazioni come la Francia e il Portogallo hanno fatto vedere degli atleti di un certo calibro, anche a livello di Challenger Series non si è notato nulla di particolare tra le fila nostrane. Non si può fare altro che sperare in un cambio di passo.
TAEKWONDO, 6. Una medaglia olimpica è pur sempre una medaglia olimpica, ma l’Italia si presentava ai Giochi di Parigi con l’ambizione di piazzare due atleti sul podio e vincere almeno un oro. Il bronzo di Simone Alessio (da numero 1 del ranking nei -80 kg) resta un risultato di grande spessore, ma la rocambolesca sconfitta ai quarti contro l’iraniano Barkhordari ha lasciato molto amaro in bocca. Discorso diverso per Vito Dell’Aquila, bloccato da un infortunio che lo ha messo fuori combattimento dalla semifinale in poi non consentendogli di difendere il titolo olimpico nei -58 kg. Bilancio positivo per il settore femminile, che ha fatto il suo ritorno alle Olimpiadi dopo 16 anni grazie all’impresa della classe 2004 Ilenia Matonti al Preolimpico di Sofia. In prospettiva, dietro alle stelle Alessio e Dell’Aquila, c’è un gruppo di giovani promesse in rampa di lancio che dovranno però fare ancora tanta strada per raggiungere l’elite mondiale anche tra i senior.
TENNIS FEMMINILE, 10. Sono successe tantissime cose che hanno letteralmente rimesso il tennis femminile sull’onda dell’attenzione generale. Jasmine Paolini ha messo insieme un anno che non potrà dimenticare: due finali Slam consecutive al Roland Garros e a Wimbledon, il WTA 1000 vinto a Dubai, le WTA Finals raggiunte, i quarti a Wuhan, e questo già solo per il singolare. Aggiungiamo, nel doppio, i successi con Sara Errani: la finale al Roland Garros, i due WTA 1000 vinti a Roma e a Pechino, la semifinale a Miami, la top ten di specialità e soprattutto l’oro olimpico sulla terra del Roland Garros, un luogo che più iconico forse non poteva essere. Di fatto, la toscana ha regalato alla romagnola almeno un altro anno di carriera, e per l’ex numero 5 del mondo in singolare e numero 1 in doppio c’è stata anche un’altra soddisfazione: vincere il misto a New York con Andrea Vavassori. Alla fine di tutto ciò una Billie Jean King Cup che ha visto le due trascinare l’Italia, con l’aiuto importante di Lucia Bronzetti che ha tirato fuori un paio di versioni tra le migliori del proprio anno, che possono e devono darle convinzione. Per Elisabetta Cocciaretto vale una questione: prima parte dell’anno molto buona, seconda inevitabilmente condizionata da una polmonite che l’ha costretta a saltare Wimbledon e dopo la quale il rendimento è (comprensibilmente) calato.
TENNIS MASCHILE, 10 e lode. Una racchetta d’oro potrebbe rappresentare questo 2024 storico per la disciplina in casa Italia. Una stagione lunghissima e densa di soddisfazioni. Indubbiamente, Jannik Sinner è stato ed è la punta di diamante del movimento. L’altoatesino sta facendo la storia, con il suo essere n.1 del mondo a fine anno a precedere il secondo in classifica di 3915 punti (Alexander Zverev), capace di vincere i suoi primi due Slam della carriera nello stesso anno, di conquistare 8 titoli (3 Masters1000 e le ATP Finals) e di alzare la Coppa Davis per la seconda volta consecutiva con tutta la squadra italiana. Riscontri che neanche i titani, Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic, sono stati in grado di ottenere in una sola annata. La vicenda Clostebol e il modo in cui sia riuscito a gestirla stanno a certificare la grande forza mentale del classe 2001 del Bel Paese, con l’augurio che il TAS non avalli la proposta della WADA, parlando di un caso in cui il concetto di negligenza è decisamente discutibile. Tuttavia, il tennis italiano non è stato solo Sinner. A ciò, possiamo aggiungere il bronzo olimpico e la semifinale a Wimbledon di Lorenzo Musetti, dotato di un tennis fascinoso e capace di chiudere il 2024 in top-20 (n.17) a 22 anni. A ciò si aggiunge l’ascesa impressionante di Flavio Cobolli e di Luciano Darderi che, ai margini o fuori dalla top-100 a fine 2023, sono rientrati nel caso del romano in posizione da testa di serie negli Slam e in quello dell’italo argentino in top-50. Non va assolutamente dimenticato Matteo Berrettini che, nonostante tutti i suoi problemi fisici, è n.34 ATP e con tre titoli nel massimo circuito internazionale in bacheca. Il Bel Paese, quindi, saluta il 2024 con 10 giocatori nei primi 103 al mondo, 7 nei primi 53 e ben 12 Challenger in cassaforte. Una stagione indimenticabile e si può pensare legittimamente che non sia stato frutto dell’allineamento dei pianeti, vista la giovane età dei primattori in campo.
TENNISTAVOLO, 5. La doppia qualificazione di Giorgia Piccolin e Debora Vivarelli alle Olimpiadi a livello individuale è l’unica nota davvero lieta della stagione. Sebbene le azzurre siano uscite subito ai Giochi, almeno l’obiettivo minimo del pass per Parigi 2024, nemmeno sfiorato dal settore maschile, vero punctum dolens della situazione attuale dell’Italia, è stato centrato. Per il resto l’Italia fa fatica nelle grandi competizioni a squadre, restando lontana dall’élite internazionale anche a livello europeo. Gli innesti non sembrano mancare, ancora una volta almeno a livello femminile per l’immediato futuro, mentre in ottica Los Angeles 2028 le cose appaiono un po’ più complesse, dato che nel settore maschile si continua a puntare sui veterani ed i giovani fanno fatica a dare garanzie nelle competizioni di spicco.
TIRO A SEGNO, 7. Da incorniciare la stagione deli azzurri della pistola: ovviamente spiccano le medaglie olimpiche di Federico Nilo Maldini e Paolo Monna da 10 metri, sebbene sia mancato il metallo più pregiato, arrivato però grazie allo stesso Monna agli Europei. Non vanno comunque dimenticate le finali centrate a Parigi 2024 da Massimo Spinella nella pistola automatica e da Danilo Dennis Sollazzo nella carabina 10 metri. A faticare, invece, è il settore femminile, con la qualificazione di Barbara Gambaro giunta in extremis grazie alle riallocazioni, ma con tutto il comparto in generale, tra carabina e pistola, che fa fatica ad emergere in contesti internazionali, portando così l’Italia a faticare anche nelle prove miste.
TIRO A VOLO, 8. Brilla l’oro olimpico della coppia Rossetti-Bacosi nello skeet misto, che all’ultimo respiro rende dolce il sapore dei Giochi di Parigi 2024, che pure avevano già portato l’argento Silana Stanco nel trap femminile. L’Italia, che ha potuto schierare in Francia il contingente massimo previsto, ha problemi di abbondanza praticamente in tutte le specialità, e la concorrenza interna non può che fare bene a tutto il movimento, anche se alcuni tra i nomi maggiormente attesi hanno mancato l’appuntamento clou stagionale. Il bilancio, però, non può che essere più che positivo, con l’Italia che dalle pedane del tiro continua a mietere successi anche a livello giovanile: sono tanti gli atleti azzurri che nel prossimo quadriennio potranno puntare realisticamente ad un posto a Los Angeles 2028.
TIRO CON L’ARCO, 5. Per la seconda volta nelle ultime tre edizioni dei Giochi Olimpici, l’Italia è rimasta a bocca asciutta mancando l’appuntamento con le medaglie e fallendo di fatto l’obiettivo principale della stagione. A Parigi la selezione azzurra ha comunque ben figurato, fermandosi ai quarti di finale in tre eventi (individuale e terzetto maschile, prova a coppie miste) contro avversari di prima fascia nonostante delle prestazioni di alto profilo. Sul piatto della bilancia pesa il mancato pass olimpico della squadra femminile, incapace di trovare un exploit in Coppa del Mondo o negli eventi di qualificazione diretta. La crescita del terzetto Rebagliati-Andreoli-Boari sembra essersi interrotta, ma l’innesto della giovane emergente Di Francesco potrebbe dare una scossa a questo gruppo per provare a colmare il gap con le superpotenze globali della disciplina. Fuori dal contesto olimpico Elisa Roner è ormai una big del compound internazionale, inoltre il movimento arcieristico azzurro si conferma in buona salute come dimostra il primo posto nel medagliere dei Mondiali Field (tiro di campagna).
TRAMPOLINO ELASTICO, 4,5. Per la terza volta di fila non c’era un italiano alle Olimpiadi: il movimento fatica a trovare il proprio faro capace di emergere in campo internazionale e di meritarsi quantomeno l’apparizione a cinque cerchi dopo le presenze in passato di Flavio Cannone. La pratica di questa disciplina richiede strutture specifiche e ampi spazi: non è facile trovarli e in Italia i tesserati sono davvero molto pochi, tanto che il trampolino elastico rimane sempre il fratellino molto più piccolo di artistica e ritmica all’interno della famiglia della ginnastica.
Qualche miglioramento si è però notato e agli Europei si è sfiorata quella che sarebbe stata una clamorosa medaglia: Samuele Patisso Colonna si è infatti fermato a un solo centesimo dal bronzo in quel di Guimaraes. A lui ci si affida per tornare ai Giochi: l’obiettivo Los Angeles 2028 è concreto, nel prossimo quadriennio si dovrà davvero alzare il livello tecnico per meritarsi il pass in un contesto mondiale sempre più competitivo. Attenzione anche alle giovani Letizia Radaelli (argento continentale tra le juniores) e Silvia Coluzzi, che potrebbero emergere nei prossimi anni.
TRIATHLON, 5,5. A Parigi 2024 l’Italia ha colto un ottimo sesto posto nella staffetta mista, segno che in questa specialità il movimento azzurro si sta avvicinando alle grandi potenze di questo sport. A livello individuale, invece, gli azzurri si sono dovuti accontentare di piazzamenti di rincalzo, al di fuori della top ten. In generale, infatti, l’Italia fa molto bene nel circuito della World Cup, mentre nelle World Championship Series paga ancora dazio rispetto agli avversari. Sicuramente il settore femminile, rappresentato a Parigi da tre atlete, offre al momento maggiori certezze rispetto al comparto maschile, che non è riuscito ad ottenere il contingente massimo ai Giochi, ma c’è grande attesa nel prossimo futuro, ed ovviamente in ottica Los Angeles 2028, per quanto visto nel settore giovanile, soprattutto grazie ai risultati colti da Euan De Nigro, il quale dovrà confermarsi nella stagione 2025.
TUFFI, 6. A Parigi il doppio quarto posto nelle gare di sincro dai tre metri ha lasciato sicuramente un po’ di amaro in bocca, in particolare per la coppia composta da Chiara Pellacani ed Elena Bertocchi, visto che il terzo posto sembrava essere alla portata. Giovanni Tocci e Lorenzo Marsaglia sono stati fenomenali, superando il muro dei 400 punti, ma le tre coppie davanti a loro hanno quasi toccato la perfezione, non lasciando nulla agli azzurri. Resta comunque il loro argento iridato nel mese di febbraio in Qatar, con un Mondiale che ha visto poi ancora sul podio nel sincro misto dai tre metri Chiara Pellacani e Matteo Santoro. Il romano rappresenta il futuro dei tuffi azzurri ed è stato protagonista anche agli Europei di giugno a Belgrado con un doppio argento dal trampolino in un rassegna da quattro medaglie per l’Italia. Il futuro è tutto per Santoro, senza dimenticare Chiara Pellacani, che avrà davanti il quadriennio più importante della carriera con Los Angeles 2028 come traguardo finale. Intorno a loro comunque tanti altri ragazzi per una squadra azzurra che comunque dovrà cominciare a vivere un ricambio fin dai prossimi appuntamenti internazionali.
VELA, 9. Va in archivio un 2024 trionfale per l’Italia, in cui è mancata solamente la ciliegina sulla torta del trionfo di Luna Rossa (sconfitta in finale di Louis Vuitton Cup da Ineos Britannia) in America’s Cup per chiudere un’annata da 10 e lode. Ai Giochi di Parigi sono stati raccolti i frutti di un ciclo olimpico straordinario con i due ori firmati dai fuoriclasse del Nacra 17 Ruggero Tita e Caterina Banti e dalla cagliaritana Marta Maggetti nel windsurf, ma in realtà il potenziale della squadra azzurra era ancor più elevato e sono sfuggite almeno un paio di possibili medaglie aggiuntive. Germani/Bertuzzi (49erFX), Pianosi (Formula Kite), Renna (windsurf) e Benini Floriani (ILCA 6) si sono attestati a ridosso del podio a cinque cerchi, confermando l’ottimo livello espresso nell’ultimo triennio, a conferma della qualità di una Nazionale in ascesa e competitiva in quasi ogni classe (Italia presente a Marsiglia in nove eventi su dieci). Dietro agli equipaggi italiani di punta cominciano inoltre a salire di colpi anche altri giovani talenti pronti a prendersi la scena verso Los Angeles 2028, in attesa di sfatare il tabù Coppa America magari proprio con una coppia azzurra al timone di Luna Rossa…
VOLLEY MASCHILE, 6. Era lecito aspettarsi qualcosa in più dall’Italia, che si era presentata alle Olimpiadi dopo aver vinto i Mondiali nel 2022 e aver conquistato la medaglia d’argento agli Europei nel 2023. I ragazzi del CT Fefé De Giorgi non hanno però mostrato lo smalto dei giorni migliori proprio in occasione dell’appuntamento più importante della stagione, dopo aver già mostrato qualche tentennamento tecnico durante la Nations League.
Gli azzurri erano riusciti a vincere di forza il raggruppamento che comprendeva altre due grandi pretendenti al podio a cinque cerchi come Brasile e Polonia, ma poi qualcosa è venuto a mancare durante la fase a eliminazione diretta: Simone Giannelli e compagni si sono resi protagonisti di una rimonta ai limiti del surreale contro il Giappone, ma poi la Francia ha dominato la semifinale con un secco 3-0 e nell’atto conclusivo per il bronzo gli USA hanno avuto la meglio con il massimo scarto.
Meno brillantezza del dovuto in attacco, una costruzione di gioco meno fluida rispetto a quella dei giorni migliori, qualche tentennamento al servizio e qualche errore di troppo non hanno permesso alla nostra Nazionale di salire sul podio a distanza di otto anni dall’argento di Rio 2016. La squadra è giovane e può puntare su elementi di spicco come Giannelli, Alessandro Michieletto e Daniele Lavia, ma probabilmente manca un opposto di razza che rappresenti una vera alternativa a Yuri Romanò.
L’Italia ha tutte le carte in regola per rifarsi nel prossimo futuro, a partire dai Mondiali 2025: si andrà nelle Filippine per difendere il titolo e iniziare il cammino che condurrà verso le Olimpiadi di Los Angeles 2028. Il gruppo è verde e non mancano i potenziali rinforzi alle spalle, come testimoniano i risultati giovanili: l’oro ai Mondiali Under 17 e l’argento agli Europei Under 18 sono indubbiamente significativi. A livello di club non va dimenticata la Champions League conquistata da Trento.
VOLLEY FEMMINILE, 10 e lode. La medaglia d’oro alle Olimpiadi era una via di mezzo tra ossessione e tabù: era sfuggita alla mitica Generazione dei Fenomeni che vinse tre Mondiali negli anni ‘90, non era stata portata a casa dalle ottime Nazionali di inizio millennio e il numero di finali perse dagli uomini iniziava a farsi pesante. Le donne non si erano mai spinte oltre i quarti di finale e non avevano mai lottato per il podio: in un colpo solo hanno superato lo scoglio del primo turno a eliminazione diretta e hanno conquistato l’agognato titolo a cinque cerchi.
Julio Velasco si è comportato da autentico guru: è subentrato a Davide Mazzanti dopo una gestione lacunosa nei rapporti con le giocatrici, ha ricompattato il gruppo che nel recente passato si era messo al collo un argento e un bronzo mondiale oltre che un sigillo europeo, ha fatto leva sulle eccellenti doti tecniche delle azzurre e ha trascinato le sue ragazze verso l’apoteosi imperitura. La marcia trionfale di Anna Danesi e compagne è stata strepitosa: hanno nell’ordine soppiantato Dominicana, Olanda e Turchia nel girone; poi Serbia ai quarti, Turchia in semifinale e USA in finale.
Nella fase a eliminazione diretta sono state surclassate Campionesse del Mondo, Campionesse d’Europa e Campionesse Olimpiche con una facilità imbarazzante. Sei partite vinte e un solo set perso sotto i colpi della bomber Paola Egonu (MVP del torneo), della regia di Alessia Orro, dei muri della capitana Anna Danesi, delle stoccate di Myriam Sylla, dei recuperi del libero Monica De Gennaro.
Una squadra giovane che ha di fronte a sé un futuro decisamente radioso e che potrebbe essere puntellata da nuovi innesti, visto che il settore giovanile si è distinto: argento agli Europei Under 20, bronzo agli Europei Under 18, bronzo ai Mondiali Under 17. A livello di club va rimarcata la Champions League conquistata da Conegliano.
NB: i voti ed i giudizi di ciascuno sport sono a cura della Redazione di OA Sport
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