Giubileo, la speranza di Papa Francesco tra guerre e sfide ambientali

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Città del Vaticano, 24 dic. (askanews) – In un momento segnato da conflitti mondiali e sfide ambientali senza precedenti, Papa Francesco ha proclamato un Giubileo straordinario della Speranza nella coscienza, tra l’altro, che ci troviamo immersi in una sorta di terzo conflitto mondiale “a pezzi”, alimentato da un sistema economico che spesso “uccide” ed un sistema politico globale dove le “polarizzazioni” la fanno da padrona rendendo sempre più difficile ogni dialogo che tenga conto anche del punto di vista altrui. Non stupisce, quindi, che di fronte a questo panorama dalle tinte fosche Jorge Mario Bergoglio, il Papa “venuto da lontano”, abbia deciso di incentrare l’Anno Santo del 2025 sul tema della Speranza. Questo evento, da tempo profondamente radicato nei valori cristiani di misericordia e solidarietà, vuole rappresentare un messaggio di speranza, così come spiegato nella Bolla di indizione, dallo stesso Papa Francesco. Le guerre continuano, infatti, a devastare intere regioni, causando sofferenze indicibili e la fuga di milioni di persone, con i conseguenti problemi legati al tema, spesso drammatico, delle migrazioni. Allo stesso tempo, la crisi climatica sembra minacciare sempre di più il nostro pianeta, con eventi meteorologici estremi e la perdita di biodiversità che incidono negativamente sulle comunità di tutto il mondo. Questo Giubileo, come dimostra il passaggio per la Porta Santa di rappresentanti di altre fedi cristiane (anche questo fatto straordinario frutto del paziente dialogo intessuto da papa Bergoglio), vuole essere non solo per i cattolici, con l’invito a parteciparvi rivolto sin da subito a persone di tutte le fedi e nazionalità quasi ad unirsi in un impegno collettivo su tematiche comuni e non “confessionali” come la pace e la cura della nostra casa comune. Papa Francesco, con la sua enciclica “Laudato Si’”, ha già tracciato una strada verso una maggiore consapevolezza ambientale, e questo Giubileo vuole solo amplificare ulteriormente il suo messaggio di responsabilità condivisa.

Le tradizionali Porte Sante, simbolo di apertura alla grazia e alla misericordia divina, verranno aperte in tutte le diocesi del mondo e, la sera del 24 dicembre alle 19, la Basilica di San Pietro torna davvero ad essere il centro della cristianità. Porte che diventano anche simboli di “apertura” verso il dialogo, la comprensione reciproca, l’azione concreta per affrontare le sfide globali ma soprattutto con al centro i più poveri e a quegli “ultimi” così sempre presenti nei pensieri del Pontefice. Non è un caso che il 26 dicembre lo stesso Papa si recherà in mattinata nella casa circondariale di Rebibbia nella periferia romana, per aprire in questo luogo di reclusione, e spesso di sofferenza, una Porta Santa con i detenuti. Altro tema sullo sfondo, quello della pace, che Francesco non manca mai, quasi come un mantra, di implorare e invocare. L’ultimo appello, solo in ordine di tempo, quello di domenica scorsa dalla cappella di Santa Marta, al termine dell’Angelus. Ma ormai non si contano più i suoi inviti accorati e i tentativi diplomatici anche sul terreno, rivolti ai leader mondiali e alla comunità internazionale, affinché lavorino insieme per mettere fine ai conflitti armati. Questo Giubileo, nelle intenzioni del pontefice, diventa quindi anche quasi una piattaforma per promuovere il disarmo e la riconciliazione internazionale. Ma anche la crisi climatica è un tema che risulta centrale di questo Giubileo.

Il Papa ha esortato tutti i fedeli a prendersi cura della Terra, riducendo il proprio impatto ambientale attraverso comportamenti sostenibili. Le iniziative durante l’Anno Santo includono la piantumazione di alberi, la pulizia delle coste e delle aree verdi, e la promozione di stili di vita meno inquinanti. In linea con l’insegnamento di Gesù di amare il prossimo come se stessi, il Giubileo della Speranza porrà speciale attenzione sull’assistenza ai rifugiati e agli sfollati ma anche alla maggioranza dei popoli che invocano giustizia mentre si dibattono ancora tra povertà e malnutrizione. Come avvenuto in precedenti Anni Santi dalla Cattedra di Pietro si è chiesta una moratoria alle pene capitali nel mondo e un condono del debito estero dei paesi poveri, partendo anche dalla constatazione che, dall’altro lato, le nazioni ricche e la parte opulenta del mondo sta contraendo verso le nazioni povere un “debito ambientale” in crescita e sempre più pericoloso. Anche per questo, parrocchie e organizzazioni cattoliche di tutto il mondo sono invitate a offrire sostegno materiale e spirituale a coloro che sono stati colpiti da guerre e disastri naturali. Ma se si parla di speranza per il futuro è gioco forza che si punti sulla vita, il suo rispetto in ogni fase e condizione, e al ruolo dei giovani. Francesco ha più volte invitato le nuove generazioni a diventare protagonisti del cambiamento, coinvolgendosi attivamente in progetti di pace e sostenibilità. La Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà durante il Giubileo, sarà un momento di grande importanza, dove i giovani di tutto il mondo si uniranno per celebrare la loro fede e il loro impegno per un futuro migliore.

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