Cosa c’entrano le elezioni in Campania con il ritorno di Salvini al Viminale • TAG24

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Le Elezioni regionali in Campania, in programma nell’autunno del 2025, potrebbero favorire il ritorno del leader della Lega Matteo Salvini al Viminale. Come? Con un valzer di poltrone che potrebbe condurre l’attuale ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sulla poltrona di governatore della regione, lasciando vuota quella al Viminale, a cui il ministro dei Trasporti non ha mai fatto mistero di puntare.

Con l’assoluzione con formula piena in primo grado nel processo per la vicenda Open Arms, l’ultimo ostacolo per il ritorno di Salvini alla guida del ministero dell’Interno è caduto, tanto che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha già preso precauzioni per evitare un assalto da parte dell’alleato di governo.

La corsa alla guida della regione Campania si arricchisce di un ulteriore tassello che, insieme alla questione del terzo mandato dell’attuale governatore Vincenzo De Luca, promette di riservare molti colpi di scena.

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Campania 2025, Piantedosi in regione e Salvini al Viminale?

Le elezioni regionali in Campania si terranno entro l’autunno del prossimo anno, o al più tardi a inizio 2026, per consentire al governatore del Veneto, Luca Zaia, di concludere il lavoro per le Olimpiadi invernali. La ricerca dei possibili candidati, sia nel centrodestra che nel centrosinistra, è iniziata da tempo, dato che la Campania è una regione strategica per gli equilibri politici nazionali.

Mentre nel centrosinistra il tema principale riguarda la candidatura per il terzo mandato dell’attuale governatore Vincenzo De Luca, con il Pd e il M5S contrari, nel centrodestra, invece, il clima politico si è intensificato nelle ultime ore.

Nelle scorse settimane sembrava stesse prendendo piede la candidatura dell’attuale ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, una candidatura appoggiata da tutta la maggioranza e che avrebbe riportato la ‘pace’ tra Forza Italia e Fratelli d’Italia ai ferri corti per la designazione del candidato.

Entrambi i partiti di maggioranza, infatti, vorrebbero esprimere un proprio candidato per la guida della regione, strappandola al centrosinistra che con De Luca la governa ormai da dieci anni.

Elezioni Campania 2025, Meloni gela il leader della Lega

L’eurodeputato azzurro Fulvio Martusciello, forte delle 100mila preferenze raccolte alle Elezioni Europee dello scorso giugno è impegnato da mesi in una pre-campagna elettorale. Giorgia Meloni, però, non sembra essere intenzionata a cedere all’alleato Antonio Tajani la regione e aveva inizialmente lanciato il nome dell’attuale viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli.

La tensione tra gli alleati stava salendo e nelle scorse settimane si era quindi certato un nome super partes che potesse rappresentare un compromesso per tutti. Così, le voci sulla possibile candidatura di Matteo Piantedosi alla guida di Palazzo Santa Lucia avevano cominciato a circolare con crescente insistenza, tanto che la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva ‘benedetto’ la possibile candidatura dell’attuale ministro.

Tutto risolto? Neanche per sogno. A complicare i piani è intervenuta la sentenza per la vicenda Open Arms, che ha portato all’assoluzione di Matteo Salvini. Questo ha ‘messo fuori gioco’ Piantedosi, riaprendo la competizione tra i partiti per individuare un candidato papabile per la vittoria in Campania.

Ministero Interni, una poltrona per due?

Ad accendere il clima intorno alle candidature per la poltrona oggi occupata da Vincenzo De Luca ha contribuito, negli ultimi giorni, l’assoluzione del leader della Lega, Matteo Salvini, nel processo Open Arms.

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Qual è il legame tra le vicende giudiziarie del ministro dei Trasporti e le elezioni in Campania? Centrano nella misura in cui potrebbero spianargli la strada verso il Viminale.

Se il ministro Matteo Piantedosi dovesse essere il candidato del centrodestra alle elezioni campane, si libererebbe la poltrona al Ministero dell’Interno che il leader della Lega ha sempre aspirato a occupare nuovamente.

Questa aspirazione è stata ostacolata dal fatto che, negli ultimi tre anni, il leader della Lega è andato a processo per le sue azioni da Ministro dell’Interno nel 2019. Operato che i giudici del Tribunale di Palermo lo scorso 20 dicembre hanno ritenuto corretto facendo cadere le accuse di sequestro di persona per aver impedito lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla nave dell’Ong Open Arms.

Una sentenza che ha immediatamente riacceso le speranze del leader della Lega di ritornare al Viminale. Speranze che potrebbero essere facilitate dalla candidatura di Piantedosi in Campania. A frenare gli entusiasmi, però, ci ha pensato nelle ultime ore la presidente Giorgia Meloni che ha smentito la possibilità di un cambio al vertice del Ministero dell’Interno.

La premier, infatti, vuole evitare qualsiasi mossa che potrebbe costringerla a ridefinire gli equilibri della coalizione in un momento in cui i rapporti con gli alleati sono già tesi. I prossimi mesi saranno determinanti per gli scenari futuri in Campania, ma soprattutto all’interno del governo.

La corsa di Salvini al Viminale in tre punti

  1. Possibile ritorno di Salvini al Viminale: L’assoluzione di Matteo Salvini nel processo Open Arms ha riaperto le sue possibilità di tornare al Ministero dell’Interno. Se Matteo Piantedosi, attuale ministro dell’Interno, fosse candidato alla presidenza della Campania nel 2025, si libererebbe la poltrona al Viminale, un obiettivo che Salvini ha sempre puntato a riconquistare.
  2. Candidature per la Campania: Le elezioni regionali del 2025 in Campania sono cruciali per gli equilibri politici nazionali. Nel centrodestra, la corsa alla candidatura si è intensificata, con nomi come Piantedosi e possibili compromessi tra i partiti, mentre nel centrosinistra si discute del terzo mandato di De Luca.
  3. Tensioni nella coalizione di governo: La questione del Viminale e delle elezioni campane ha generato frizioni tra gli alleati di governo. La Meloni ha smentito un possibile cambio al vertice del Ministero dell’Interno per evitare nuovi squilibri tra le forze politiche, con un clima di tensione che rimane palpabile.





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